Un’operazione della Guardia di finanza e dei carabinieri ha portato all’arresto domiciliare di diversi dirigenti medici, infermieri e dipendenti dell’azienda ospedaliera universitaria Dulbecco di Catanzaro. L’inchiesta riguarda presunte violazioni relative all’attività intramoenia, con accuse che spaziano dalla truffa allo Stato fino a accessi abusivi a sistemi informatici. L’indagine è stata coordinata dalla Procura di Catanzaro e ha coinvolto anche un imprenditore del settore dei dispositivi medicali.
I provvedimenti restrittivi e le persone coinvolte nell’inchiesta
Gli arresti domiciliari sono stati disposti dal Gip di Catanzaro su richiesta della Procura. Sono finite in custodia cautelare otto figure tra dirigenti medici e un imprenditore, mentre ai domiciliari sono finiti tre infermieri e due dipendenti dell’ufficio attività libero professionale intramuraria .
Le persone indagate complessivamente sono 14. Oltre agli arresti, a un ex dirigente medico è stato imposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria riguardo fatti commessi quando era in servizio. Un altro dirigente medico ha subito il divieto di dimora a Catanzaro.
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Il provvedimento giudiziario ha seguito un’indagine che, nel suo sviluppo, ha portato al sequestro di circa un milione di euro. Questi fondi sono ritenuti profitto dei reati contestati e sono stati sequestrati agli otto dirigenti medici e all’imprenditore.
I reati contestati e le accuse formulate dalla procura
Le accuse mosse dai pm riguardano vari reati connessi alla gestione dell’attività intramoenia nell’ospedale. Tra questi spiccano: associazione per delinquere, truffa aggravata ai danni dello Stato, e accesso abusivo a sistema informatico o telematico. Si contano poi ipotesi di falsità materiale in certificati o autorizzazioni, peculato e falsa attestazione di presenza in servizio.
Vengono anche contestate emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e autoriciclaggio. Queste accuse delineano profili di condotta criminale articolata, con possibile danno economico all’azienda ospedaliera e all’amministrazione pubblica.
Il quadro dell’indagine evidenzia metodologie consolidate per mascherare comportamenti illegali e occultare i flussi di denaro derivanti da prestazioni private sospette.
Il meccanismo illecito emerso dalle indagini
L’attività investigativa del Nucleo di polizia economico finanziaria e del Nas dei carabinieri di Catanzaro ha fatto emergere un sistema telescopico gestito dai dirigenti medici e dall’ufficio Alpi dell’azienda Dulbecco. Da anni questi operatori avrebbero svolto visite private in locali esterni all’ospedale, in violazione delle norme che regolano l’intramoenia.
Le prestazioni avvenivano in autonomia. I medici incassavano in contanti senza che la maggior parte delle somme venisse riversata nelle casse dell’azienda ospedaliera, presentando quindi un’evasione di ricavi. Il sistema aveva un doppio scopo: assicurare proventi ai professionisti e mascherare l’illiceità dietro una parvenza di attività regolare.
Le indagini descrivono anche l’uso di documentazione falsa e l’occultamento delle entrate, con pratiche che hanno colpito la gestione delle risorse pubbliche destinate alla sanità calabrese.
Ripercussioni sul sistema sanitario e prossimi sviluppi
Il caso all’azienda ospedaliera Dulbecco mette in luce falle nel controllo delle attività libero professionali interne che possono compromettere risorse pubbliche e qualità del servizio. L’inchiesta e i provvedimenti servono a fermare condotte illecite e riaffermare trasparenza nelle prestazioni sanitarie private svolte da medici dipendenti del servizio pubblico.
L’attività della Procura proseguirà con ulteriori accertamenti, interrogatori e approfondimenti sui ruoli ricoperti dagli indagati. Le autorità cercheranno di chiarire dinamiche, responsabilità e possibili altri soggetti coinvolti.
Questo tipo di vicende hanno ricadute anche sul piano organizzativo e disciplinare nelle aziende sanitarie e sugli equilibri tra attività pubblica e privata nel settore medico. A Catanzaro, intanto, l’attenzione resta alta sulle esatte modalità di gestione del personale e dei flussi finanziari legati all’attività intramoenia.