Una serie di perquisizioni si è svolta all’alba in diverse regioni italiane a seguito di un attentato incendiario che ha colpito due volanti della polizia ferroviaria a Rimini il 20 aprile 2023. L’azione sarebbe stata organizzata da un gruppo con legami anarchici, con una presunta base operativa nel forlivese, in un circolo chiamato casa santa. L’indagine coinvolge quindici persone, ora indagate per terrorismo, incendio doloso e danneggiamento aggravato.
Dettagli dell’attacco incendiario contro le volanti a rimini
L’attentato si è verificato nel tardo pomeriggio del 20 aprile 2023 a Rimini. Due auto della polizia ferroviaria sono state prese di mira con un incendio doloso che ha causato danni gravi ai mezzi, immobilizzandoli. L’azione ha spinto le forze dell’ordine a intervenire rapidamente per averne notizia e contenere eventuali conseguenze. Fortunatamente, non si sono registrati feriti tra gli agenti sul posto.
Secondo quanto ricostruito dalla Digos, il gesto ha motivazioni politiche e ideologiche legate a un gruppo anarchico. L’episodio rientra in un contesto di tensioni crescenti contro le forze di polizia, con altre azioni simili registrate nel passato recente in varie città italiane. A Rimini, questo attentato ha avuto un impatto particolare sulla sensazione di sicurezza, soprattutto in aree frequentate dai pendolari.
Leggi anche:
Le volanti danneggiate, di proprietà della polizia ferroviaria, erano utilizzate per pattugliare stazioni e linee ferroviarie della zona, a tutela della sicurezza pubblica. Il fermo e le indagini sono partite immediatamente, e hanno portato all’identificazione di un gruppo di persone potenzialmente coinvolte nell’attacco.
Perquisizioni in più regioni per accertare responsabilità
All’alba di mercoledì 24 aprile 2024, la polizia ha condotto un blitz in Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Toscana. Sono state eseguite perquisizioni in abitazioni, circoli e luoghi frequentati dagli indagati, con l’obiettivo di trovare prove e materiali correlati all’attacco incendiario.
Le autorità hanno sequestrato computer, pen drive, cellulari e capi di abbigliamento potenzialmente utilizzati durante l’azione. Questi oggetti saranno analizzati per ricostruire la dinamica dell’attacco, identificare comunicazioni e collegamenti tra i membri del gruppo.
Le indagini continuano per accertare la responsabilità precisa di ciascuno dei quindici indagati, tutti al momento a piede libero. Altri elementi verranno ricavati dagli accertamenti tecnici sui dispositivi sequestrati e dalle testimonianze raccolte nelle località coinvolte.
Il circolo casa santa sotto osservazione
Le perquisizioni hanno riguardato anche il circolo casa santa nel forlivese, indicato come base operativa del gruppo anarchico responsabile dell’attacco. Il luogo viene monitorato da tempo dagli investigatori per eventuali attività sospette legate a movimenti antagonisti.
Rivendicazioni online e la matrice politica
Le persone indagate avrebbero rivendicato l’attacco tramite messaggi pubblicati su piattaforme online frequentate da ambienti anarchici. Questa confessione digitale ha fornito un elemento chiave per orientare le indagini e collegare le singole persone coinvolte alla matrice politica dell’azione.
Casa santa, il circolo nel forlivese, è noto alle autorità come punto di ritrovo per gruppi con posizioni radicali ed è stato più volte oggetto di scrupolosi controlli. Proprio da lì, secondo quanto sostiene la Digos, sarebbe partita la pianificazione dell’attacco incendiario a Rimini.
I messaggi di rivendicazione sottolineano una protesta contro la presenza delle forze dell’ordine nelle stazioni ferroviarie, viste come simbolo di controllo e repressione. Nel contesto più ampio, questa azione si inserisce in una serie di episodi simili che mostrano come alcuni ambienti anarchici stiano ricorrendo a metodi violenti per esprimere dissenso.
Indagine su contatti e complici
L’indagine punta a far luce su tutti i contatti del gruppo e su eventuali complici o sostenitori che abbiano fornito appoggio logistico o materiale per compiere l’attacco. L’intervento degli inquirenti punta anche a prevenire nuove azioni di questo tipo nel futuro immediato.
L’impatto sulla sicurezza pubblica
L’attentato ha generato tensione tra le forze di polizia e la cittadinanza, soprattutto nelle aree ferroviarie di Rimini e nelle città limitrofe. Le volanti incendiate erano un elemento chiave per combattere reati nei dintorni delle stazioni, e il danno subito riduce temporaneamente la capacità di intervento delle pattuglie.
Gli agenti si sono detti determinati a continuare l’attività di controllo nonostante il gesto intimidatorio. L’episodio ha spinto a una maggiore attenzione negli ambienti anarchici e a un rafforzamento della sorveglianza in alcune zone considerate a rischio.
Le autorità giudiziarie seguono con attenzione lo sviluppo dell’inchiesta per attuare tutte le misure necessarie a garantire sicurezza e ordine pubblico. Il recupero delle prove sequestrate e l’ascolto degli indagati restano fondamentali per delineare con precisione il ruolo di ciascuno nella vicenda.
L’intervento contro il gruppo anarchico al centro delle indagini vuole segnalare la volontà di impedire che episodi violenti compromettano la sicurezza nelle città italiane, soprattutto negli spazi pubblici più sensibili come le stazioni ferroviarie.