Il carcere Ugo Caridi di Catanzaro ha ospitato un evento dedicato all’inclusione e alla lettura, inserito nel programma di Gutenberg 2025. La scrittrice Irene Spini ha incontrato i detenuti coinvolti nel progetto “Le ali della libertà“, promosso dall’area educativa della struttura. L’appuntamento ha offerto uno spazio di confronto sui temi del romanzo “Ci sono anch’io“, scritto da Spini insieme ad Annalisa Strada, che racconta le vicende di adolescenti alle prese con scelte difficili e conseguenze pesanti.
La biblioteca come luogo di confronto e inclusione
Il progetto “Le ali della libertà” nasce dall’idea di usare la biblioteca del carcere come un centro culturale dove i detenuti possano partecipare a dialoghi e attività educative. Durante l’incontro con Irene Spini, a fare da moderatrice è stata Daniela Vitale. Oltre all’autrice, erano presenti figure istituzionali come la direttrice del carcere, Patrizia Delfino, il presidente del Consiglio comunale di Catanzaro, Gianmichele Bosco, l’assessore alle Politiche sociali, Nunzio Belcaro, e vari volontari attivi nell’area educativa. Questi incontri diventano momenti di socializzazione e riflessione in un ambiente dove la percezione del tempo spesso si dilata, come ha ricordato la direttrice Delfino.
Un ritmo personale nella detenzione
In effetti, leggere e riflettere sul proprio vissuto aiuta chi è in stato di detenzione a riappropriarsi di un ritmo personale e ad affrontare la realtà con una diversa prospettiva. Nel carcere di Catanzaro, iniziative come questa sono considerate fondamentali per mantenere vivi gli stimoli culturali e favorire una dimensione umana che vada oltre le mura.
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Il romanzo come specchio di giovani in difficoltà
“Ci sono anch’io” offre uno sguardo sulle difficoltà adolescenziali: bullismo, baby gang, solitudine e scelte azzardate. Irene Spini ha affrontato il tema della diversità e della paura che molti giovani sentono a causa dell’incomprensione degli adulti. Il libro si rivolge a chi si è sempre sentito escluso o solo, portando in luce il peso dei segreti non detti e delle emozioni represse.
Amicizia come valore e forza
L’opera riflette anche sull’amicizia, descritta come un valore capace di dare forza e significato alla vita, anche nelle situazioni più dure. L’autrice ha sottolineato come queste storie possano aiutare chi le legge a riconoscersi e recuperare la fiducia in se stesso, un messaggio forte per chi vive una realtà di isolamento come quella carceraria.
Istituzioni e volontari uniti nel promuovere cultura e integrazione
Le istituzioni presenti hanno messo in evidenza il valore di iniziative culturali come questa per abbattere le barriere e i pregiudizi verso chi si trova in carcere. Gianmichele Bosco ha ricordato che costruire ponti attraverso la cultura rappresenta un passo importante per cambiare visioni consolidate nella società.
L’assessore Nunzio Belcaro ha aggiunto che la lettura non solo stimola la crescita personale, ma favorisce il confronto e una forma di libertà interiore, anche in condizioni difficili. Gli interventi delle rappresentanti dell’area educativa e dei volontari hanno ribadito che l’impegno comune si concentra sul creare spazi che mettano al centro la persona, la sua storia e la possibilità concreta di riscatto.
Un clima di dialogo e scambio
La giornata al carcere di Catanzaro si è svolta in un clima di dialogo e scambio, dove cultura e detenzione si sono messe in relazione per dare voce a temi delicati e aiutare a costruire un percorso più umano dentro e fuori le celle.