L’incidente probatorio avviato oggi a Milano segna una tappa importante nell’inchiesta sul caso Stasi. Negli uffici della polizia scientifica in via Fatebenefratelli sono riuniti gli esperti incaricati di esaminare i reperti, anche quelli recentemente acquisiti, per almeno novanta giorni. I risultati di queste analisi saranno fondamentali perché fungeranno da prova nel futuro processo. L’attenzione è alta sia dentro che fuori l’edificio, con la presenza massiccia di giornalisti e cameramen.
La scena fuori dalla questura di milano durante l’avvio dell’incidente probatorio
Dalle prime ore della mattina decine di giornalisti e operatori televisivi si sono radunati davanti alla polizia scientifica di via Fatebenefratelli. L’attesa è per l’inizio della fase che potrebbe chiarire aspetti cruciali dell’inchiesta. Tra gli arrivi si segnalano le presenze di personalità importanti legate al caso come l’avvocata di Andrea Sempio, Angela Taccia, e il legale della famiglia di Andrea Stasi, Gianluigi Tizzoni.
Questa fase inizia con un’attenzione particolare ai verbali di custodia dei materiali raccolti negli ultimi giorni, in particolare quelli ritirati lo scorso giovedì. Sotto la lente degli investigatori ci sono inoltre tutte le condizioni che riguardano la conservazione e l’integrità dei reperti, fondamentali per garantire la validità delle prove raccolte. La presenza mediatica testimonia la rilevanza data a questa fase e la complessità del lavoro che si appresta ad avviarsi.
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I protagonisti dell’incidente probatorio e i loro ruoli tecnici e legali
Tra gli esperti impegnati nell’incidente probatorio spiccano diverse figure di rilievo della polizia scientifica milanese. Il gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, ha incaricato i funzionari Denise Albani e Domenico Marchigiani della Scientifica della Questura di condurre alcune analisi specifiche. I consulenti della procura, Carlo Previderè e Pierangela Grignani, sono al lavoro per assicurare che le indagini tecniche siano precise e dettagliate.
Per la difesa si sono schierati professionisti con esperienza diretta nel campo. Luciano Garofano, ex comandante dei Ris di Parma, ha partecipato ai primi accertamenti del caso, mentre Luigi Bisogno, un ex ispettore superiore di polizia ormai in pensione dal 2010, porta con sé una lunga esperienza nella dattiloscopia. Il loro compito è analizzare in modo approfondito i materiali per fornire pareri tecnici alla difesa, in un confronto diretto con le parti dell’accusa.
La rappresentanza legale delle famiglie coinvolte e le loro team di consulenti
Le famiglie coinvolte nel procedimento hanno scelto di affidarsi a consulenti e legali esperti per tutelare i loro interessi durante l’incidente probatorio. Per chi rappresenta i genitori e il fratello di Chiara sono presenti Marzio Capra, Dario Redaelli e Calogero Biondi. Dall’altra parte, per la famiglia di Alberto Stasi, i nomi in campo sono Ugo Ricci e Oscar Ghizzoni.
Accanto a loro agiscono i rispettivi avvocati, ognuno con ruoli chiari. La difesa e la parte civile si assicurano che ogni passaggio tecnico sia accompagnato da una valutazione legale accurata. Questa struttura di team misti garantisce che, durante le analisi e gli accertamenti che proseguiranno per mesi, tutte le questioni siano trattate in modo dettagliato, dal punto di vista processuale e scientifico.
Le operazioni preliminari sulle prove: la verifica dei verbali di custodia
Prima di procedere con l’analisi tecnica vera e propria, il primo atto formale previsto dall’incidente probatorio riguarda la verifica dei verbali di custodia dei reperti. Si tratta di documenti fondamentali che attestano chi ha preso in carico i materiali, con quali modalità e in che condizioni sono stati conservati.
Questi passaggi hanno un ruolo decisivo per stabilire la catena di custodia e la correttezza delle procedure. La verifica interessa soprattutto i reperti ritirati giovedì scorso, che potrebbero contenere indizi importanti per il caso in esame. Assicurarsi che non ci siano state manomissioni o errori nella gestione dei materiali è indispensabile per non compromettere la validità delle prove durante il processo che seguirà.
Un controllo attento in questa fase iniziale serve a garantire che ogni elemento raccolto possa essere utilizzato con solidità. Per questo le attività di oggi rappresentano una tappa di accertamento cruciale, da cui dipenderà gran parte dell’andamento successivo dell’inchiesta.