Un’inchiesta della procura di Genova ha portato alla luce una banda di truffatori napoletani che da tempo colpiva anziani con una serie di inganni studiati nei dettagli. La rete criminale, pensata come una vera struttura organizzata, ha messo a segno numerose truffe, sfruttando la vulnerabilità delle vittime. Sono 13 le persone arrestate e rinchiuse in carcere, mentre gli investigatori indagano per capire se ci siano altri episodi non ancora attribuiti al gruppo.
L’organizzazione della banda e il ruolo dei suoi vertici
Al centro dell’organizzazione, secondo gli atti giudiziari, ci sono Alessandro D’Errico, noto come “lo zio”, di 36 anni, residente ad Atri ai Decumani, insieme alla compagna Antonietta Mascitelli, 40 anni, domiciliata all’Arenaccia. Questi due soggetti coordinavano tutta la serie di truffe, decidendo le strategie, i ruoli dei vari membri e la suddivisione del denaro raccolto.
Ruoli principali nella banda
D’Errico non si limitava a gestire da dietro le quinte: partecipava attivamente alle truffe, spesso occupandosi del ruolo di “telefonista”, cioè colui che convinceva le vittime al telefono. Mascitelli invece teneva i contatti tra i vari gruppi operativi e manteneva i rapporti diretti con le persone raggirate. Questo assetto rendeva la banda un meccanismo ben oliato, con compiti precisi e comunicazioni costanti fra i componenti.
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La struttura e i diversi ruoli all’interno del gruppo
La banda era divisa in sezioni con compiti specifici. C’erano i telefonisti, che chiamavano le vittime, gli organizzatori logistici, incaricati di spostare la banda e procurare i mezzi, i corrieri che consegnavano soldi o preziosi, e infine gli esecutori che operavano sul campo.
Tra i telefonisti spiccano nomi come Antonio Frezzetti, Antonio Di Balsamo, Gaetano Taglialatela e Giovanni D’Errico, padre di Alessandro. Vincenzo Di Balsamo gestiva la base operativa situata a Pomigliano d’Arco, punto di riferimento per spostamenti e coordinamento. Anna Cafiero era la responsabile della logistica per il noleggio delle auto utilizzate nelle trasferte verso il Nord Italia.
Le cosiddette “batterie operative” includevano Giovanni Maccarone, Davide Rea, Raffaele Calienno e Pasquale Pecoraro. Questi erano incaricati di muoversi in varie regioni per portare a termine i colpi, spesso trasportando i preziosi o i soldi sottratti alle vittime.
Le telefonate intercettate rivelano la durezza del raggiro
Le intercettazioni telefoniche raccolte nel corso delle indagini rivelano un quadro sorprendente e spietato. Le vittime, spesso anziani, si sentono minacciate e sopraffatte da richieste immediate di denaro, che vengono giustificate con storie di arresti imminenti o guai giudiziari per i parenti.
Non mancano i momenti in cui gli aggressori psicologici persuadono le persone a consegnare oggetti preziosi, come anelli e catenine d’oro, invitandole a toglierseli dal collo e a preparare tutto per la consegna. In molte telefonate stupisce la mancanza di pietà con cui i truffatori impongono soluzioni drastiche, calpestando qualsiasi possibilità di riflessione da parte delle vittime.
In un caso, una vittima disperata prega di poter avere qualche minuto per sentire un altro figlio, ma il gruppo risponde con durezza, con la presenza pronta di una collaboratrice al telefono per mantenere il controllo della situazione. Frasi come “mo che arrivi ci devi cambiare pure il pannolino, sta pieno di soldi” mostrano la spietatezza del gruppo, che vede le vittime solo come mezzi per incassare e basta.
Elenco degli arrestati e loro provenienza
Le ordinanze di custodia cautelare hanno colpito 13 persone, tutte legate a Napoli e zone limitrofe. Tra loro ci sono:
- Anna Cafiero, 41 anni, di via Ferraris
- Raffaele Calienno, 24 anni, di via Vincenzo De Monte
- Antonio Di Balsamo, 38 anni, di Pomigliano d’Arco
- Vincenzo Di Balsamo, 35 anni, di Pomigliano d’Arco
- Alessandro D’Errico, 36 anni, detto “lo zio”, di Atri ai Decumani
- Giovanni D’Errico, 58 anni, padre di Alessandro, residente ad Atri
- Antonio Frezzetti, 28 anni, di vico Santi Filippo e Giacomo
- Giovanni Maccarone, 29 anni, originario di Palermo ma residente a Pomigliano
- Antonietta Mascitelli, 40 anni, di via Andrea Cantelmo
- Pasquale Pecoraro, 46 anni, di via Fico al Mercato
- Davide Rea, 36 anni, di Ravenna
- Gaetano Taglialatela, 24 anni, detto “Tano”, di vico Giganti
Questi arresti rappresentano un duro colpo per la banda che aveva esteso la propria attività con continuità per diverso tempo. Le indagini continuano per trovare ulteriori legami e verificare se altri episodi di truffa vengano riconducibili a questa stessa organizzazione.