Inchiesta aperta sulla morte di un paziente all’ospedale moscati di avellino dopo interventi chirurgici

Inchiesta aperta sulla morte di un paziente all’ospedale moscati di avellino dopo interventi chirurgici

Indagine della procura di Avellino su 17 indagati per omicidio colposo dopo la morte di un paziente all’ospedale Moscati, con autopsia e verifiche sulle procedure mediche adottate durante tre interventi chirurgici.
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Un paziente è deceduto dopo tre interventi per occlusione intestinale all'ospedale "Moscati" di Avellino; la procura ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo coinvolgendo 17 operatori sanitari, in attesa dei risultati dell'autopsia. - Gaeta.it

Negli ospedali italiani accadono casi delicati che coinvolgono la salute e la vita dei pazienti. Nel maggio 2025, all’ospedale “Moscati” di Avellino, un paziente è stato ricoverato per un’occlusione intestinale e, dopo tre operazioni chirurgiche, è deceduto l’11 giugno. La vicenda ha scatenato un’indagine giudiziaria affidata ai carabinieri e coordinata dalla procura di Avellino, che ha iscritto 17 persone tra il personale medico e paramedico nel registro degli indagati per omicidio colposo e lesioni personali in ambito sanitario. Il procedimento punta a chiarire le cause della morte attraverso un’autopsia e accertamenti tecnici.

Fatti legati al ricovero e ai tre interventi chirurgici

Il paziente, la cui identità è mantenuta riservata, è entrato all’ospedale “Moscati” di Avellino lo scorso 20 maggio a causa di un’occlusione intestinale. Questa condizione richiede attenzione medica rapida e, generalmente, può essere affrontata con successo tramite interventi chirurgici. Qui, il paziente è stato sottoposto a tre diverse operazioni nel tentativo di risolvere la problematica. Dopo oltre venti giorni dal primo ricovero, il paziente è morto l’11 giugno, suscitando il sospetto di familiari e operatori. La sua morte ha fatto scattare una serie di verifiche da parte della magistratura. Le tempistiche strette e la complessità degli interventi potrebbero essere elementi chiave per stabilire cosa sia accaduto durante la degenza.

Attenzione alle procedure mediche

Ogni passo clinico e decisionale della struttura ospedaliera è sotto osservazione. In particolare si valuta la correttezza delle procedure adottate prima, durante e dopo le operazioni. La documentazione sanitaria, le cartelle cliniche e le testimonianze del personale coinvolto saranno fondamentali per individuare possibili errori o omissioni. Dati e informazioni raccolte dovranno chiarire se le scelte mediche rispecchiassero le linee guida e gli standard sanitari previsti.

L’indagine della procura e il coinvolgimento degli indagati

La procura di Avellino ha incaricato il pm Cecilia De Angelis di seguire il caso. La titolare dell’indagine ha subito provveduto a iscrivere 17 persone tra medici, infermieri e altri operatori dell’azienda ospedaliera nel registro degli indagati. L’ipotesi contestata è quella di omicidio colposo e responsabilità per lesioni o morte causati in ambito sanitario. Si tratta di un atto dovuto per procedere con accertamenti tecnici e giuridici, senza presunzione di colpa.

L’inchiesta punta a individuare le possibili negligenze, imperizie o mancanze nella gestione del caso. Indagare su un gruppo così ampio suggerisce che si vogliano ricostruire con precisione tutti i passaggi e le responsabilità. Da indiscrezioni, l’attenzione potrebbe riguardare anche aspetti organizzativi o di comunicazione interna alla struttura ospedaliera, oltre alle decisioni mediche direttamente legate agli interventi.

Diritti degli indagati

Gli indagati potranno fornire la loro versione, verranno ascoltati e si avvarranno di difensori. Il lavoro del pm e degli investigatori mira a produrre un quadro chiaro, partendo dalle testimonianze fino alle evidenze tecniche, per appurare chi avrebbe eventualmente contribuito a errori decisivi nella catena di cura.

L’autopsia e gli accertamenti tecnici per chiarire le cause del decesso

Il passaggio centrale dell’indagine resta l’autopsia disposta dalla procura, un esame che servirà a chiarire le cause precise del decesso del paziente. La perizia è affidata a un collegio di consulenti esperti nominati dal magistrato. Questo gruppo ha il compito di analizzare il corpo, valutare le condizioni cliniche e chirurgiche e individuare eventuali fattori che abbiano portato alla morte.

L’autopsia permetterà anche di determinare se ci siano state complicazioni possibili da evitare o se il decesso sia riconducibile a conseguenze inevitabili della patologia trattata. Il termine per la consegna delle conclusioni è fissato entro 60 giorni dall’incarico.

Analisi medico-legale

I risultati tecnico-scientifici dell’autopsia saranno fondamentali per le successive decisioni giudiziarie. Dovranno essere confrontati con le cartelle cliniche e le informazioni raccolte durante l’indagine. Sono previste analisi dettagliate, incluso l’esame dei tessuti, possibili infezioni o errori durante le operazioni chirurgiche.

Solo dopo aver valutato l’esito medico si potranno effettuare ulteriori sviluppi nel procedimento, tra cui eventuali richieste di archiviazione o provvedimenti cautelari verso gli indagati. L’attesa per questo documento scientifico è alta, poiché rappresenta il punto di partenza per ogni azione seguente in ambito penale.

Impatto del caso sulla comunità locale e il sistema sanitario della provincia avellino

La vicenda ha destato grande attenzione nella città di Avellino e nei comuni circostanti. I cittadini seguono da vicino gli sviluppi del caso, preoccupati per la sicurezza degli ospedali pubblici e la qualità dell’assistenza sanitaria. L’ospedale “Moscati” è un punto di riferimento per l’intera provincia, e un fatto simile mette sotto pressione i professionisti e la direzione sanitaria.

Diversi gruppi e associazioni di pazienti hanno chiesto chiarezza e trasparenza sull’accaduto. Il timore riguarda casi simili che possano verificarsi in futuro, soprattutto riguardo a interventi delicati come quelli per occlusione intestinale. La fiducia nella medicina pubblica dipende anche da come le autorità sapranno gestire la situazione e garantire un corretto svolgimento dell’inchiesta.

Le autorità sanitarie locali hanno avviato controlli interni per verificare i protocolli applicati nell’emergenza. Rivedere procedure e formazione del personale potrebbe servire a prevenire altri episodi tragici. La vicenda sarà osservata come un banco di prova del sistema ospedaliero provinciale, chiamato a dimostrare correttezza e professionalità anche sotto pressione.

L’interesse mediatico manterrà alta l’attenzione nei prossimi mesi, mentre la procura continuerà a indagare con rigore per portare alla luce tutti i fatti.

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