La Liguria, regione dal paesaggio mozzafiato, si trova a fronteggiare un’emergenza ambientale di notevoli proporzioni. Secondo il 30/mo Rapporto Ecomafia, redatto da Legambiente, dal 1997 al 2023 sono stati registrati oltre 36.443 reati ambientali, con una media di 1.350 all’anno. Questi dati non solo evidenziano la gravità del fenomeno, ma pongono anche interrogativi sul rispetto delle normative in materia di tutela ambientale da parte dei cittadini e delle istituzioni.
Un’analisi dei dati sui reati ambientali
Stando ai dati raccolti, la Liguria presenta una media di 3,7 reati al giorno, con un tasso di denunce che equivale a una persona su 51 abitanti. Sorprendentemente, il numero di reati ambientali in Liguria è paragonabile a quello della Lombardia, pur avendo quasi sette volte meno abitanti. Anche nei confronti di altre regioni con caratteristiche analoghe, la Liguria mostra una situazione preoccupante: il numero di reati è infatti doppio rispetto a Marche e Abruzzo e triplo rispetto al Friuli Venezia Giulia e al Trentino Alto Adige.
“Se vai a un matrimonio con 100 invitati in Liguria, è probabile che 2 di loro siano stati denunciati per reati ambientali,” commenta il presidente di Legambiente Liguria, Stefano Bigliazzi. Queste parole mettono in luce l’ampiezza del problema, dove la regione si distingue negativamente rispetto a territori con una tradizionale presenza mafiosa.
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Tipologia di reati e problematiche emergenti
L’analisi dei reati ambientali nella regione ha messo in evidenza in particolare i crimini legati al ciclo del cemento e alla gestione dei rifiuti. In totale sono stati registrati 8.409 reati collegati al ciclo del cemento e 4.818 riguardanti il ciclo dei rifiuti. I restanti 23.216 crimini ambientali, considerando tutte le categorie, mostrano un trend allarmante che si allinea alle percentuali delle regioni afflitte da problematiche associate alla mafia.
Un aspetto critico evidenziato da Bigliazzi riguarda i reati contro gli animali: nel 2023, Genova ha occupato il primo posto su scala nazionale per denunce. Un dato che stimola la riflessione su come vengano tutelate le risorse naturali della regione, specialmente in un contesto dove l’illegalità nella pesca sembra evidenziare una mancanza di rispetto per l’ambiente marino, considerato una risorsa fondamentale per il territorio.
Trend delle denunce: un incremento preoccupante
Nel solo 2023, la Liguria ha registrato 1.504 denunce per reati ambientali, superando la media degli anni precedenti. Le denunce legate al ciclo del cemento sono state 380, al di sopra della media annua di 311. Nonostante il calo delle nuove costruzioni dovuto alla scarsità di spazi disponibili sulla costa, le costruzioni abusive continuano a essere una realtà , dimostrando che l’illegalità non è stata sradicata.
“Le costruzioni abusive e illecite sono ancora di moda,” afferma Bigliazzi, sottolineando che l’assenza di interventi risolutivi contribuisce alla perpetuazione di una cultura di impunità . L’intervento delle forze dell’ordine rappresenta l’unico elemento positivo in questo contesto critico, mettendo in evidenza l’urgenza di un impegno politico forte e concreto per affrontare l’illegalità ambientalista in Liguria.
Le autorità locali, a questo punto, sono chiamate a riflettere su queste informazioni e a mettere in atto azioni decisive per garantire un futuro sostenibile alla regione, proteggendo così il patrimonio naturale e la salute della popolazione.