Il mercato del lavoro in Friuli Venezia Giulia mostra segnali contrastanti nel 2025. L’occupazione cresce ma con un aumento significativo di contratti temporanei e part time. Salari quasi fermi, perdita del potere d’acquisto e un calo consistente della forza lavoro potenziale delineano uno scenario che preoccupa sindacati e istituti di ricerca. I dati emergono dal recente report dell’Ires Fvg, presentato dal ricercatore Alessandro Russo, e commentati dal segretario generale della Cgil Fvg, Michele Piga.
Salari fermi e potere d’acquisto in diminuzione
Un punto centrale del quadro emerso dal report riguarda l’andamento dei salari e del potere d’acquisto in regione. Dal 2019 al 2023, in Friuli Venezia Giulia, i lavoratori hanno subito una perdita media dell’8,5% del loro potere di spesa. Nonostante un aumento dell’occupazione, i salari non sono cresciuti allo stesso ritmo. Le retribuzioni restano in media basse rispetto ad altre aree del paese. La ridotta capacità di spesa si riflette direttamente sulle famiglie, limitando consumi e possibilità di investimento.
Il segretario della Cgil, Michele Piga, ha evidenziato che “questa situazione richiede interventi immediati.” La legge di bilancio recente ha accolto un emendamento che dà premi alle imprese che sottoscrivono accordi sindacali di secondo livello, cioè contratti aziendali o territoriali firmati con sindacati rappresentativi. Queste forme di accordo sono viste come un mezzo per migliorare i salari, specie nelle piccole realtà produttive dove la contrattazione è meno diffusa. Per Piga si tratta di una misura fondamentale per fermare la stagnazione salariale e iniziare a invertire i trend negativi.
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Aumento dell’occupazione ma con precarietà diffusa
Negli ultimi anni, la Friuli Venezia Giulia ha registrato un incremento nei livelli di occupazione. Questa crescita, tuttavia, non si traduce in un miglioramento stabile del lavoro. Molti nuovi contratti sono di tipo part time, a termine o discontinui. Ciò riduce la sicurezza economica dei lavoratori. Il salario lordo annuale medio si attesta attorno ai 24mila euro, ma questa cifra è influenzata proprio dalla tipologia dei contratti. Le aziende, specie quelle di piccole dimensioni, preferiscono accordi flessibili piuttosto che contratti a tempo indeterminato. L’effetto è che i lavoratori si trovano spesso senza continuità occupazionale e con una capacità di spesa ridotta.
La situazione può essere osservata anche alla luce degli strumenti legislativi attuali. La Cgil Fvg sostiene che i referendum sul lavoro, previsti per l’8 e 9 giugno 2025, svolgano un ruolo cruciale. In particolare, gli appuntamenti referendari mirano a limitare l’uso eccessivo dei contratti a termine. Altri quesiti puntano a rafforzare le tutele contro i licenziamenti illegittimi, aumentando le garanzie economiche e giuridiche per i dipendenti. L’obiettivo è contrastare la precarietà dilagante e creare condizioni più favorevoli allo sviluppo di contratti stabili.
Calo della forza lavoro e ripresa dell’emigrazione giovanile
Il report dell’Ires Fvg analizza anche i dati demografici che influenzano il mercato del lavoro regionale. Si prevede una diminuzione significativa della forza lavoro potenziale nei prossimi 15 anni, che potrebbe ridursi di circa 84mila unità. Questo calo è conseguenza diretta dalla diminuzione della popolazione tra i 15 e 64 anni, che dal 2021 a oggi ha perso 37mila residenti in regione.
Un’altra nota importante riguarda la ripresa dell’emigrazione tra i giovani italiani. Dal 2024 si registra un saldo negativo di 15mila persone tra entrate e uscite di lavoratori attivi. La tendenza migratoria, che era in fase di rallentamento negli ultimi anni, torna a intensificarsi. Questo fenomeno incide sulla capacità di crescita economica e sulla disponibilità di risorse umane qualificate per il tessuto produttivo locale.
Questi dati demografici evidenziano la necessità di politiche mirate per limitare le partenze e trattenere i giovani nella regione. Solo così si potrà preservare un rinnovamento della forza lavoro ed evitare che si aggravi la carenza di lavoratori in vari settori.
Proposte per migliorare le condizioni di lavoro in friuli venezia giulia
La situazione analizzata ha spinto la Cgil Fvg a chiedere interventi concreti. Piga ha sottolineato la necessità di attivare in modo rapido le misure previste dall’emendamento alla legge di bilancio. Il provvedimento mira a favorire accordi tra imprese e sindacati, con l’obiettivo di far crescere i salari in modo più diffuso, anche nelle piccole aziende. Questi accordi dovrebbero permettere una distribuzione più equa delle risorse, migliorando il reddito disponibile per molte famiglie.
Un altro tema centrale è la lotta contro l’eccesso di contratti a termine, ritenuti fonte di instabilità. I referendum sul lavoro dovrebbero contribuire a recuperare tutele significative per i lavoratori, riducendo abusi e precarietà. Anche la protezione contro i licenziamenti illegittimi è al centro delle richieste sindacali, per garantire una maggiore sicurezza sul posto di lavoro.
Questa combinazione di strumenti legislativi e contrattuali è vista come una strada per affrontare la difficoltà economica e demografica in Friuli Venezia Giulia. Il contesto regionale mostra infatti problemi che riguardano salario, impieghi stabili e declino numerico della forza lavoro. Senza azioni decise, la situazione rischia di peggiorare, mettendo in crisi la tenuta sociale e produttiva della regione.