In calabria nel 2023 secondo tasso più alto di ricoveri per infarto e mobilità sanitaria record

In calabria nel 2023 secondo tasso più alto di ricoveri per infarto e mobilità sanitaria record

Nel 2023 la Calabria registra tra i più alti tassi di ricoveri per infarto acuto del miocardio e mobilità sanitaria per interventi cardiovascolari, evidenziando un divario persistente con il Nord Italia.
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Nel 2023 la Calabria registra tra le più alte percentuali di ricoveri per infarto acuto del miocardio e una forte mobilità sanitaria per interventi cardiovascolari, evidenziando un divario significativo nella salute cardiovascolare rispetto al Nord Italia. - Gaeta.it

Nel 2023 la Calabria si è confermata una delle regioni italiane con i numeri più alti di ricoveri per infarto acuto del miocardio, sia negli uomini che nelle donne. La regione registra anche la percentuale più alta di mobilità sanitaria per interventi cardiovascolari, con quasi un paziente su tre costretto a curarsi fuori regione. Dati che emergono dal rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità su equità e salute nelle diverse aree del Paese mostrano un quadro ancora critico nel Sud Italia.

Il divario tra nord e sud sulla salute cardiovascolare

Negli ultimi vent’anni l’Italia ha visto un netto calo dei decessi per malattie cardiovascolari. Lo testimoniano le statistiche riportate dall’Iss, ma quel miglioramento non è stato uniforme su tutto il territorio nazionale. Le regioni del Nord hanno registrato progressi robusti, mentre al Sud la situazione mostra segnali diversi, con un divario che si è allargato. In particolare la Calabria, insieme ad altre regioni meridionali, presenta un aumento dei ricoveri per condizioni come l’infarto del miocardio, così come una mortalità più elevata rispetto alla media nazionale.

Questa disparità riguarda anche il ricorso a cure territoriali: il Sud fa più spesso affidamento su strutture di altre regioni, un fenomeno definito mobilità sanitaria che mette in luce problemi di accesso e qualità delle cure locali. Questo dato si collega anche a comportamenti di prevenzione meno efficaci e a fattori socioeconomici che incidono sul benessere cardiovascolare. Gli esperti evidenziano che, a differenza del Nord, al Sud si registrano spesso stili di vita più a rischio e difficoltà nell’applicazione di percorsi di prevenzione omogenei sul territorio.

Numeri e differenze di genere nei ricoveri per infarto nelle regioni italiane

Il tasso di ricovero per infarto acuto del miocardio mostra andamenti diversi tra uomini e donne e tra regioni. A livello nazionale, i ricoveri maschili sono scesi da 270,3 casi ogni 100mila abitanti nel 2010 a 208,3 nel 2023, con un calo vicino al 20%. Tra le donne la riduzione è stata più marcata, passando da 109,2 a 71,5 nello stesso periodo, pari a un decremento superiore al 30%.

Nel Meridione, però, capita il contrario. Nel 2023 il tasso standardizzato per infarto ha raggiunto 223,46 fra gli uomini e 78,29 tra le donne, valori più elevati della media italiana. La Calabria si colloca subito dietro alla Valle d’Aosta, che guida la graduatoria, presentando tassi superiori sia negli uomini che nelle donne. Questi dati confermano una presenza importante di rischio cardiovascolare non risolta nella popolazione calabrese, che grava su molte categorie sociali e spinge verso un maggiore uso di strutture sanitarie esterne.

La mobilità sanitaria per interventi cardiovascolari in calabria

Tra le cause più significative di mobilità sanitaria in Calabria c’è l’intervento di bypass aortocoronarico. Il fenomeno della migrazione dei pazienti verso altre regioni è aumentato notevolmente negli ultimi anni. Fino al 2019 si era registrata una diminuzione progressiva delle fughe fuori regione: dal 31,9% del 2010 si era scesi al 14,6% nel 2019. Dal 2020, anno segnato dall’emergenza Covid, la mobilità è salita bruscamente toccando il 29,5% nel 2023.

Questi numeri indicano una difficoltà strutturale ancora presente nella rete ospedaliera calabrese per l’assistenza in cardiochirurgia. I posti letto disponibili, la tecnologia e le competenze potrebbero non soddisfare la domanda locale, spingendo molti pazienti a ricercare trattamento altrove. Ciò ha un impatto diretto sui pazienti e sulle loro famiglie, oltre a sollevare domande sulle scelte organizzative e sulle priorità di investimento nella sanità territoriale.

Mortalità per malattie circolatorie: dati storici e tendenze attuali nel sud

L’analisi dei dati storici sulla mortalità cardiovascolare mostra come la situazione nel Sud Italia sia peggiorata nel tempo. Nel 1980 gli uomini delle regioni meridionali avevano tassi di mortalità lievemente inferiori alla media nazionale. Nel 2021 invece il numero di decessi per cause circolatorie è aumentato ben oltre la media, raggiungendo 362,17 casi per 100mila abitanti.

Le donne del Mezzogiorno, a loro volta, mostrano una costante mortalità superiore rispetto agli altri territori sin dagli inizi delle rilevazioni. Questi andamenti sottolineano come il Sud non abbia beneficiato allo stesso modo del progresso medico e preventivo delle altre zone d’Italia. Diverse cause, tra cui condizioni sociali, ambientali e organizzative, pesano sul risultato finale, che si traduce in vite perdute e salute compromessa anche in epoca recente.

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