La crescita della popolazione anziana in italia aggrava la domanda di assistenza nelle famiglie. Assindatcolf, durante la giornata internazionale sul lavoro domestico, ha diffuso uno studio realizzato insieme al centro Idos. Secondo questo rapporto, entro il 2028 le famiglie italiane avranno bisogno di un numero crescente di collaboratori domestici, soprattutto stranieri, per far fronte alle attività di cura. Il documento sottolinea come sia indispensabile pianificare politiche migratorie che favoriscano sull’ingresso regolare di lavoratori extracomunitari per sostenere il lavoro domestico.
Lo scenario della domanda di lavoro domestico in italia fino al 2028
La ricerca presentata stima che nel 2028 il totale dei lavoratori domestici necessari supererà i 2 milioni e 74 mila. Questo numero include sia figure impiegate nella cura della casa, sia badanti che prestano assistenza agli anziani o persone con necessità particolari. Il conteggio comprende sia lavoratori regolari che irregolari. Il documento spiega che tra questi, circa 660 mila saranno cittadini italiani, mentre oltre 1 milione 414 mila saranno stranieri, ovvero il 68% del totale. Questo dato testimonia come la parte maggioritaria del lavoro domestico sarà affidata a collaboratori nati fuori dall’italia.
Incremento previsto e caratteristiche dei lavoratori
Rispetto al 2025 l’aumento previsto dei lavoratori domestici sarà di circa 86 mila unità, un incremento significativo considerando il contesto sociale ed economico attuale. Nel triennio 2026-2028 questa crescita si traduce in una media annuale di circa 28.574 nuovi addetti al settore. Numeri che riflettono un cambiamento progressivo e strutturale nelle famiglie italiane, che sempre di più si rivolgeranno al lavoro straniero per far fronte ai propri bisogni di assistenza quotidiana.
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Il ruolo degli stranieri nel lavoro domestico e l’impatto sulle politiche migratorie
Assindatcolf precisa che ogni anno, nel periodo considerato, le famiglie italiane cercheranno circa 8.729 lavoratori italiani e 19.845 lavoratori stranieri nel settore domestico. Tra questi ultimi, ben 14.471 saranno extracomunitari. Questo gruppo rappresenta oltre il 73% degli stranieri impiegati e più del 50% del totale dei lavoratori domestici richiesti. I dati mostrano come il contributo degli immigrati non comunitari sia destinato a diventare centrale per soddisfare la domanda di assistenza nelle case italiane.
Politiche migratorie e decreto flussi
Questa domanda crescente obbliga le istituzioni a ripensare e adeguare le politiche per i flussi migratori, in modo da poter convocare un numero sufficiente di permessi di soggiorno per lavoro domestico. I Decreti Flussi appaiono attualmente l’unico strumento legislativo in grado di regolare l’ingresso regolare di lavoratori extracomunitari in italia per motivi di lavoro. La pianificazione di questo strumento sarà cruciale per evitare carenze nel settore, che rischierebbero di colpire molte famiglie alle prese con l’assistenza agli anziani.
Le esigenze di assistenza familiare in crescita con l’invecchiamento demografico
Il progressivo invecchiamento della popolazione italiana influenza profondamente il fabbisogno di supporto casa per anziani o persone con disabilità. La struttura demografica vede aumentare notevolmente la quota di over 65, fenomeno che si riflette in una crescente richiesta di colf e badanti. Questi lavoratori non solo svolgono mansioni domestiche, ma rappresentano un punto di sostegno quotidiano per le famiglie, spesso necessarie per far fronte alle limitate capacità degli anziani autonomi.
Importanza del lavoro straniero
Nel contesto attuale, molte famiglie affidano la cura a lavoratori stranieri anche per motivi economici legati alla disponibilità e al costo del lavoro. Il report di Assindatcolf, insieme ai dati di Idos, evidenzia che la domanda di assistenza non si limiterà a un aumento temporaneo, ma sarà una componente stabile nel prossimo futuro. Ciò porterà inoltre a sfide per regolamentare rapporti di lavoro, garantire diritti e contrastare situazioni irregolari, sempre presenti in questo settore.
Il rafforzamento di percorsi di ingresso regolari attraverso politiche mirate potrebbe anche migliorare la qualità dell’assistenza ricevuta. Il lavoro domestico, infatti, richiede competenze specifiche e un livello di continuità che si ottiene più facilmente con accordi trasparenti e stabilità contrattuale.
Le famiglie italiane continueranno quindi a dipendere fortemente dalla presenza di collaboratori stranieri per rispondere a bisogni di cura. La sfida per il 2028 sarà riuscire a coniugare questo bisogno con soluzioni che siano sostenibili e rispettose della legislazione, così da garantire un servizio efficace e condizioni dignitose a tutti gli attori coinvolti.