Imprese italiane pronte ad assumere fino a 93mila lavoratori extra-ue l’anno con il decreto flussi

Imprese italiane pronte ad assumere fino a 93mila lavoratori extra-ue l’anno con il decreto flussi

Il sistema delle imprese italiane prevede di reclutare fino a 93mila lavoratori extra-ue all’anno tramite il decreto flussi, con priorità in agricoltura, costruzioni e turismo, mentre il lavoro stagionale cala nel 2025.
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Le imprese italiane prevedono di assumere tra 60mila e 93mila lavoratori extra-UE all'anno tramite il decreto flussi 2026-2028, con particolare domanda nei settori agricoltura, costruzioni e turismo, mentre si registra un calo nelle richieste per lavoro stagionale nel 2025 a causa di misure anti-abusi. - Gaeta.it

Il sistema delle imprese italiane punta a reclutare tra 60mila e 93mila lavoratori extra-ue ogni anno tramite il decreto flussi. Questa previsione deriva da dati raccolti con il sistema Excelsior, che ha analizzato il numero di contratti attivati nel paese durante il 2024. Le cifre emergono dalla relazione al nuovo Dpcm sugli ingressi fissato per il triennio 2026-2028, approvato dal Consiglio dei ministri lunedì scorso. Il tema si concentra quindi sulla risposta delle aziende italiane alla domanda di manodopera straniera nei prossimi anni.

Analisi delle previsioni di assunzione per lavoratori extra-ue in italia

Le indagini mensili sulle assunzioni in Italia si estendono a circa 14,6 milioni di occupati, includendo i settori industria, servizi e per la prima volta in maniera sperimentale anche il settore primario, cioè agricoltura e attività affini, a patto che le aziende abbiano almeno un dipendente. Tra questi lavoratori, 1,9 milioni sono stranieri, con 1,4 milioni assunti provenienti da paesi extra-ue. Di questi, circa 105mila sono nuovi ingressi sul territorio italiano, non ancora presenti nel paese.

Questi numeri offrono un quadro più dettagliato rispetto al passato e permettono di comprendere meglio la reale domanda di manodopera straniera. La distribuzione dei nuovi contratti rispecchia i bisogni diversi tra industrie e servizi. Il decreto flussi si configura così come uno strumento centrale per consentire alle imprese italiane di risolvere le lacune occupazionali, soprattutto in alcuni settori più critici.

Priorità settoriali nella richiesta di manodopera straniera: agricoltura, costruzioni e turismo

Le stime presenti nella relazione indicano un fabbisogno annuale per lavoratori extra-ue di almeno 59.260 unità, che può toccare le 93.160 in caso di difficoltà maggiori nel reperire personale. Questi numeri mettono in evidenza due settori principali: agricoltura, silvicoltura, caccia e pesca, da una parte, e costruzioni dall’altra. Solo questi due comparti assorbono più della metà delle richieste di lavoratori stranieri.

Se si includono poi il turismo e i servizi di supporto alle imprese e alle persone, si copre oltre l’80% della domanda totale di manodopera extra-comunitaria. Questi ambiti hanno una domanda particolarmente elevata di personale, spesso stagionale o a bassa specializzazione, che non viene soddisfatta dalla forza lavoro nazionale. Le imprese italiane dipendono quindi in modo significativo dal reclutamento di lavoratori dall’estero per mantenere le loro attività.

Andamento delle richieste per lavoro stagionale nel 2025: un calo evidente

Guardando alle statistiche più recenti legate al cosiddetto click day del 2025 per il lavoro stagionale, emerge un calo sostanziale nelle domande rispetto agli anni precedenti. Al 18 giugno 2025, le richieste per i permessi di lavoro stagionale sono state 72.238, mentre le quote a disposizione ammontavano a 110mila. Il numero si riduce nettamente rispetto ai 283mila richiesti nel 2023 e ai 337mila del 2024.

Questo forte calo riguarda soprattutto le misure anti-truffa e abusi introdotte con il decreto legge 145 del 2024. La premier Giorgia Meloni aveva segnalato tali problematiche con un esposto alla Procura nazionale antimafia, spingendo il governo a limitare fenomeni di sfruttamento e malgestione. Proprio per questo l’esecutivo ritiene che i dati di quest’anno risultino più realistici e meno gonfiati. Resta però la preoccupazione per l’uso parziale delle quote ancora disponibili, soprattutto nel settore turistico-alberghiero. Questo indica una certa riluttanza o difficoltà da parte delle organizzazioni datoriali nel impiegare pienamente la manodopera straniera autorizzata.

Domande per lavoro subordinato non stagionale e assistenza familiare

Le domande presentate per il lavoro subordinato non stagionale e per il lavoro autonomo tra gennaio e metà giugno 2025 superano le 113mila unità, in confronto ai 70.720 ingressi autorizzati. La domanda più alta riguarda i contratti per assistenza familiare e sociosanitaria, dove le istanze sono circa cinque volte superiori alle quote previste dal decreto flussi. Ciò segnala un forte bisogno di personale in questo ambito, legato all’invecchiamento della popolazione e alla difficoltà di trovare assistenza qualificata.

Parallelamente esiste una quota sperimentale di 10mila ingressi extra-quota destinati all’assistenza di disabili e anziani non autosufficienti. Tuttavia, a distanza di quasi sei mesi dall’apertura delle domande, solo il 13% delle autorizzazioni disponibili è stato richiesto. Il governo ha previsto di eliminare il tetto di 10mila ingressi in futuro ma mantiene rigidi controlli sui requisiti necessari. Questa scelta punta a garantire accessi controllati e mirati alle reali esigenze, evitando derive abusive.

Il quadro generale riflette un meccanismo che resta delicato, con numeri variabili tra domanda e offerta reale. Le imprese attendono di coprire i vuoti di personale e il governo cerca un equilibrio tra aperture controllate e prevenzione degli abusi. Il decreto flussi rimane centrale per definire gli ingressi regolati e rispondere ai diversi bisogni produttivi e sociali italiani.

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