Imprese italiane bevande analcoliche contro la sugar tax: criticità economiche e sanitarie al centro del dibattito a tuttofood 2025

Imprese italiane bevande analcoliche contro la sugar tax: criticità economiche e sanitarie al centro del dibattito a tuttofood 2025

Le aziende italiane del settore bevande analcoliche, rappresentate da Assobibe e Tomarchio Bibite, criticano la sugar tax per i suoi effetti negativi su occupazione, filiera agroalimentare e competitività nel mercato nazionale.
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Le aziende italiane di bevande analcoliche si oppongono alla sugar tax, ritenendola inefficace per la salute pubblica e dannosa per l’economia e l’occupazione del settore, chiedendo una revisione o il rinvio dell’imposta. - Gaeta.it

Le aziende che producono e commercializzano bevande analcoliche in italia hanno espresso in modo chiaro la loro opposizione alla sugar tax, imposta che giudicano inefficace per la salute pubblica e dannosa per la filiera industriale nazionale. Il confronto si è svolto il 7 maggio 2025 a milano, nell’ambito di tuttofood, manifestazione dedicata all’alimentare. Tra i presenti autorità istituzionali, esponenti sindacali, accademici e rappresentanti delle imprese, che hanno evidenziato le conseguenze economiche e sociali dell’introduzione dell’imposta. Questo testo ricostruisce i contenuti principali emersi durante l’incontro.

La preoccupazione delle imprese italiane e il clima di incertezza sul futuro della sugar tax

A milano, giangiacomo pierini, presidente di assobibe, ha espresso la forte apprensione delle aziende produttrici di bevande analcoliche rispetto alla prossima attuazione della sugar tax. Il provvedimento, previsto tra poche settimane, crea grande tensione tra le imprese, messe di fronte a oneri economici e burocratici nuovi. Pierini ha sottolineato come la situazione di stallo renda difficile alle aziende pianificare correttamente le attività, soprattutto in vista dei mesi estivi, periodo cruciale per il settore. È emersa la richiesta di chiarezza da parte delle istituzioni e di un intervento concreto che consenta di superare questo momento. La mancanza di certezze si riflette sulla gestione delle risorse e sulla capacità di mantenere i livelli occupazionali, tanto più in un mercato già segnato da altri problemi economici.

Nel dibattito il rischio principale non riguarda solo il peso fiscale, ma la complessità delle procedure amministrative e l’incertezza sulle prospettive di mercato. L’impegno del settore si concentra quindi anche sul confronto con le istituzioni per evitare ripercussioni negative che potrebbero compromettere la stabilità di molte realtà aziendali che, in termini di numeri, rappresentano una parte significativa del made in italy nel comparto del beverage analcolico.

Le difficoltà di piccole e medie imprese e l’impatto sulla filiera agroalimentare italiana

Savio boarini, amministratore unico di tomarchio bibite, ha messo l’accento sulle difficoltà che le piccole e medie imprese affrontano quotidianamente, aggravate dall’introduzione della sugar tax. L’aumento dei costi, unito all’inflazione e alla diminuzione dei consumi, crea problemi di sostenibilità per aziende che lavorano con materie prime italiane di qualità, come gli agrumi siciliani. La tassa rischia di compromettere investimenti, prezzi e soprattutto la sopravvivenza stessa di queste imprese, che rappresentano un valore economico e sociale per i territori in cui operano.

Boarini ha ricordato l’importanza della collaborazione con il distretto produttivo agrumi e consorzi di tutela, elementi che danno un’identità distintiva alle bibite prodotte, anche biologiche, con ingredienti locali. Si tratta di un modello che genera lavoro e sviluppo anche nelle zone meno urbanizzate. L’imposta, invece, colpisce senza distinzione tutta la filiera, rendendo più complesso mantenere e rafforzare queste attività. In un contesto già segnato da pressioni internazionali e variazioni normative estere, il settore rischia un peggioramento delle condizioni di competitività sul mercato interno ed estero.

Le conseguenze occupazionali e sociali: le previsioni di perdita di posti di lavoro

Il segretario nazionale della uila, michele tartaglione, ha evidenziato il collegamento diretto tra la sugar tax e la possibile perdita di oltre 5.000 posti di lavoro nel settore delle bevande analcoliche. Questo dato mostra una contraddizione evidente con l’obiettivo ufficiale del governo, che prevede di aumentare l’occupazione in italia. Tartaglione ha chiesto la cancellazione dell’imposta, definendola “sbagliata e ideologica, poiché rischia di aggravare una situazione già complessa per i lavoratori.”

Le dinamiche occupazionali sono strettamente collegate alla riduzione prevista del fatturato delle aziende e ai minori investimenti generati dall’incremento fiscale. Questi elementi causano una contrazione dell’attività industriale e commerciale, incidendo anche sulle condizioni di lavoro. Secondo studi recenti, l’aumento della fiscalità sul litro delle bevande si accompagna a una caduta significativa delle vendite, con un effetto a cascata sulle risorse destinate al personale e sulla stabilità dei posti di lavoro.

Aspetti sociali e territorio

Quest’aspetto sociale ha assunto un rilievo particolare nel dibattito, proprio perché coinvolge non solo le imprese ma anche le famiglie e i territori dove si concentrano le produzioni. L’allarme lanciato dalla uila mira a far riflettere sui costi collaterali della tassa che sembrano superare di gran lunga i benefici dichiarati.

Le previsioni economiche negative sulla produzione, i consumi e gli investimenti secondo nomisma

Gli effetti della sugar tax sono stati analizzati anche dall’istituto nomisma, che ha stimato impatti economici preoccupanti per il comparto delle bevande analcoliche. Il gettito fiscale aggiuntivo atteso, pari ad un aumento del 28% sulla tassa per litro, viene compensato da una forte riduzione delle vendite. Nel biennio successivo all’introduzione della tassa si prevede una flessione del 16% nelle vendite, con conseguente mancato incasso di circa 275 milioni di euro in termini di iva.

Secondo nomisma, la riduzione del fatturato prevista raggiungerà il 10%, con una contrazione degli acquisti di materie prime superiore ai 400 milioni di euro. Questi dati si traducono in una riduzione degli investimenti superiori ai 46 milioni di euro e un calo dell’attività produttiva del 12%. L’impatto interessa quindi non solo la singola impresa ma l’intera filiera italiana, mettendo in crisi la capacità di mantenere livelli adeguati di produzione e innovazione.

Le stime illustrano un quadro complesso e preoccupante per l’equilibrio economico delle imprese legate al settore delle bevande analcoliche in italia. Le aziende affrontano quindi una nuova pressione fiscale che, nell’attuale scenario congiunturale, potrebbe tradursi in una perdita di competitività sia sul mercato nazionale che internazionale.

Mancanza di evidenze scientifiche sull’efficacia della sugar tax per la salute pubblica

Silvia ambrogio, biologa nutrizionista, ha sottolineato la discutibile efficacia della sugar tax sul fronte della salute pubblica. L’imposta, secondo la sua analisi, non produce una riduzione significativa di obesità e sovrappeso. “L’obesità è una condizione complessa, legata a molteplici fattori come inattività fisica, predisposizione genetica e variabili socioculturali. Non può essere corretta intervenendo esclusivamente sul prezzo delle bevande zuccherate, soprattutto se la tassa colpisce anche prodotti senza zucchero.”

La specialista ha ricordato che è la dieta equilibrata e l’educazione alimentare ad incidere realmente sui comportamenti salutistici. La logica di tassare una categoria alimentare senza differenziazioni non sembra dunque giustificata da dati concreti. Ambrogio ha ribadito che l’attenzione dovrebbe concentrarsi su interventi più completi e mirati, capaci di affrontare la questione del sovrappeso in modo più realistico e articolato.

Non a caso anche organizzazioni internazionali come l’oms e la commissione europea hanno mostrato scetticismo rispetto all’efficacia della sugar tax, osservando che nei paesi dove è stata adottata i livelli di obesità non sono diminuiti, anzi in alcune situazioni sono aumentati. Alcuni Stati hanno addirittura iniziato a eliminare questa imposta dopo aver riscontrato questi risultati.

Dati sul consumo e iniziative italiane per ridurre lo zucchero nelle bevande analcoliche

I consumi pro capite di bevande analcoliche in italia, pari a 54 litri all’anno per persona, risultano tra i più bassi in europa. L’andamento del mercato mostra una diminuzione costante delle vendite di bibite zuccherate con un calo significativo dell’impatto nutrizionale: queste bevande rappresentano meno dell’1% delle calorie giornaliere assunte dagli adulti. Questi risultati si devono anche all’impegno delle aziende associate ad assobibe, che hanno ridotto del 41% lo zucchero immesso al consumo nell’ultimo decennio.

Tra le misure adottate vi è l’astensione da azioni pubblicitarie rivolte ai bambini sotto i 13 anni, sia nei canali online che offline. È stata evitata la vendita diretta di soft drink nelle scuole elementari, compresa la rimozione dei distributori automatici all’interno degli istituti. Questi interventi si inseriscono in protocolli condivisi con il ministero della salute, volti a promuovere un consumo più consapevole e una migliore qualità nutrizionale dei prodotti.

Il percorso seguito dimostra un’attenzione concreta verso la salute dei consumatori, senza far ricadere oneri aggiuntivi sulle imprese con misure fiscali restrittive ma piuttosto con azioni di responsabilità sociale e coinvolgimento attivo del settore produttivo.

Posizioni istituzionali e richieste di modifica della sugar tax da parte del parlamento

Un messaggio video dell’onorevole marco osnato, presidente della sesta commissione finanze della camera dei deputati, ha espresso la posizione politica riguardo alla sugar tax. Osnato ha definito l’imposta “una scelta sbagliata dei governi precedenti, che ora pesa sulle imprese italiane senza portare benefici economici o sanitari.” La linea attuale del governo, secondo il deputato, punta a sostenere cittadini e aziende senza imposizioni fiscali onerose che non migliorano la salute pubblica.

L’onorevole ha sottolineato che il governo sostiene l’offerta di prodotti adatti a una dieta equilibrata, ma senza imporre regole rigide, procedure burocratiche ulteriori o nuove tasse che penalizzano il mercato. Osnato ha auspicato un dialogo prolungato per uscire dall’incertezza normativa e trovare una soluzione definitiva che tuteli il settore beverage italiano.

Il dibattito si conclude con un appello condiviso che arriva da vari soggetti coinvolti, tra cui rappresentanti delle imprese, sindacati e mondo accademico. Il coro unanime chiede di cancellare o almeno rinviare di almeno un anno la sugar tax, vista come un peso insopportabile che mette a rischio il made in italy legato alle bevande analcoliche. L’invito diretto è rivolto ai decisori pubblici per una revisione urgente delle scelte normative.

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