Importanti scoperte archeologiche tra Fabriano e Muccia durante i lavori della strada pedemontana delle marche

Importanti scoperte archeologiche tra Fabriano e Muccia durante i lavori della strada pedemontana delle marche

Gli scavi lungo la strada regionale Pedemontana delle Marche tra Fabriano e Muccia hanno portato alla luce un insediamento dell’età del ferro a Camerino, con reperti dal Paleolitico superiore all’età romana.
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Gli scavi lungo la strada Pedemontana nelle Marche hanno portato alla scoperta di un insediamento dell’età del ferro e reperti dal Paleolitico superiore all’epoca romana nel comune di Camerino, rivelando una frequentazione continua e significativa del territorio. - Gaeta.it

Gli scavi in corso sul tracciato della strada regionale Pedemontana delle Marche, nel tratto tra Fabriano e Muccia, hanno rivelato una serie di siti archeologici finora sconosciuti. Questi ritrovamenti interessano soprattutto il comune di Camerino, dove un insediamento dell’età del ferro è emerso assieme a tracce di necropoli. I reperti coprono un arco temporale molto ampio, dal Paleolitico superiore all’età romana, indicando una frequentazione continua del territorio. Le indagini sono condotte sotto la supervisione della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per Ascoli Piceno, Fermo e Macerata e affidate alla ditta Kora srl.

Ritrovamenti dell’età del ferro a camerino e l’insediamento scoperto

Nel comune di Camerino, le attività archeologiche nel sito individuato nei pressi del fosso Palente hanno dato alla luce resti di un abitato risalente al VII-VI secolo a.C. Le emergenze riguardano soprattutto strutture abitative in legno e paglia, con le fondamenta di due grandi capanne affiancate e una terza di dimensioni più modeste . Queste costruzioni, orientate tutte secondo un asse nord-ovest/sud-est, mostrano un’organizzazione precisa dello spazio abitativo. Accanto all’area residenziale si segnalano tracce di una necropoli, evidenziata dalle sepolture ritrovate lungo il pendio che s’affaccia sul pianoro.

Un contesto unico nel territorio comunale

Il contesto risulta unico nel territorio comunale di Camerino. Non esistono testimonianze simili per dimensioni e caratteristiche costruttive nell’area, nemmeno se confrontate con l’insediamento coevo di Matelica, noto in località Cavalieri. Si tratta quindi di una scoperta rilevante, che offre nuovi elementi per comprendere meglio la vita e la cultura degli abitanti locali nell’età del ferro.

La portata degli scavi e i reperti dalle epoche precedenti fino al periodo romano

La campagna di scavi estesa ha permesso di indagare molto più a fondo l’area interessata dal tracciato stradale. Sono emersi reperti non soltanto dall’età del ferro, ma anche testimonianze risalenti al Paleolitico superiore e all’epoca romana. Ciò suggerisce che la zona sia stata abitata o frequentata per molti secoli, attraverso diverse fasi storiche. Le fasi di insediamento si sovrappongono e mostrano continuità nell’uso del territorio, con interventi di natura abitativa e funeraria che coprono un lungo arco temporale.

Tecniche di scavo e materiali recuperati

L’interesse scientifico degli scavi è sostenuto dalla regia della Soprintendenza, che ha curato attentamente le operazioni di scavo, documentazione e conservazione. La ditta Kora srl ha realizzato le attività sul campo, con tecniche aggiornate e un approccio sistematico. Lo scavo ha restituito materiali di differente natura, dalle strutture abitative stesse a oggetti associati alla vita quotidiana di chi ha abitato qui nei millenni.

Ruolo della soprintendenza e contributo degli archeologi coinvolti nel progetto

Le operazioni archeologiche, seguite dalla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, hanno visto il coinvolgimento diretto di diversi professionisti. Il soprintendente architetto Giovanni Issini ha sottolineato l’importanza del progetto senza precedenti in questa zona. In particolare, la dott.ssa Federica Erbacci e in precedenza il dott. Tommaso Casci Ceccacci hanno lavorato sul campo assicurando rigore metodologico e attenzione ai dettagli.

Una sfida tra tutela e sviluppo

Si è trattato di un lavoro lungo e meticoloso, necessario per potenziare la conoscenza del territorio in vista della realizzazione della strada Pedemontana. La squadra ha dovuto destreggiarsi tra l’urgente necessità di tutelare i reperti e le esigenze di avanzamento del cantiere. Le strutture e le tracce trovate richiedono ora studi approfonditi per capire meglio la loro funzione, datazione e collegamenti con altri insediamenti nell’area.

Queste attività garantiscono che non venga dispersa l’eredità archeologica nascosta nel sottosuolo marchigiano, offrendo dati preziosi per la ricerca storica e contribuendo a documentare l’evoluzione dell’uomo lungo questo percorso tra le province di Ancona, Macerata e oltre.

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