Una nuova opera d’arte pubblica attraversa l’Europa e l’Africa per raccontare la crisi climatica, usando animali-pupazzi a grandezza naturale. The Herds, ideata dal regista Amir Nizar Zuabi, arriva a Venezia il 17 giugno 2025, con partenza dal Teatro Piccolo Arsenale. Questa installazione itinerante collega città e culture diverse con un messaggio ambientalista forte e visibile.
The herds: un progetto artistico e sociale di portata internazionale
The Herds nasce come una risposta artistica alla crisi climatica che sta distruggendo habitat animali in tutto il pianeta. Il lavoro prende la forma di una marcia simbolica, popolata da grandi pupazzi di animali africani come elefanti, giraffe, antilopi, leoni, gorilla, kudu e zebre. Realizzati con cartone di recupero e strutture in legno mobili, questi pupazzi percorrono un viaggio che si estende dal bacino del Congo fino al Circolo Polare Artico, toccando numerose città europee e africane.
Un lavoro collettivo e sostenibile
L’opera coinvolge un team di 35 persone, tra progettisti, tecnici e trainer, inclusi membri dell’Ukwanda Puppetry and Designs Art Collective proveniente dal Sud Africa. La scelta di materiali come il cartone riciclato sottolinea il messaggio di sostenibilità, mentre la mobilità delle strutture consente loro di animare spazi pubblici urbani, attirando l’attenzione dei passanti e promuovendo una riflessione collettiva sul danno ambientale.
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Questo viaggio simbolico rappresenta la fuga forzata degli animali dalle loro terre minacciate. Lo spostamento da un continente all’altro assume così valore metaforico e concreto, inserendosi in un dibattito globale sui cambiamenti climatici e sui rischi legati all’estinzione di specie e all’alterazione degli ecosistemi naturali.
Venezia ospita the herds tra arte, danza e impegno ambientale
Il 17 giugno 2025, The Herds raggiunge Venezia con una performance che inizia al Teatro Piccolo Arsenale e si estende fino ai varchi della Biennale Architettura. Questa tappa assume un valore particolare, perché il progetto si integra con Biennale College Danza, realtà che coinvolge 16 danzatori e due coreografi selezionati per collaborare direttamente con l’opera.
L’incontro tra il gruppo di danza e i pupazzi animati genera una performance unica, arricchita anche dalla partecipazione di Anthony Matsena, noto per la sua esperienza nell’hip-hop. La sua coreografia inedita si intreccia con la presenza degli animali-pupazzi, dando vita a un intervento che unisce le arti visive, la danza contemporanea e la riflessione ecologica.
Lo scenario veneziano fa da sfondo a questa celebrazione artistica, offrendo un contesto urbano e storico ricco di significati. La città diventata patrimonio dell’umanità si trasforma in palcoscenico per un messaggio che guarda avanti, ricordando come ambienti e culture debbano trovare un equilibrio per affrontare insieme le sfide del cambiamento climatico.
L’impatto e le tappe successive nell’itinerario europeo di the herds
Dopo Venezia, The Herds prosegue la sua marcia verso Parigi, Londra, Manchester, Aarhus, Copenhagen, Stoccolma e Trondheim, con l’obiettivo di concludere il percorso al Circolo Polare Artico. Ogni tappa aggiunge nuovi elementi alla narrazione e prevede momenti di performance e coinvolgimento locale.
Il passaggio lungo queste città crea una rete di attenzione diversa sulle problematiche ambientali, ponendo in primo piano la fragilità degli habitat naturali e la necessità di attenzione collettiva. Lo spostamento da sud a nord accompagna un racconto visivo forte, dove animali simbolo di territori africani appaiono a centinaia o migliaia di chilometri dalle loro terre originarie.
Questa esperienza non si limita a essere un evento artistico, ma diventa occasione per dibattiti, laboratori o incontri pubblici con esperti e realtà locali. La contaminazione tra arte, territorio e impegno sociale definisce The Herds come un progetto che esce dai confini tradizionali dello spettacolo e si inserisce nel dialogo globale tra cultura e salvaguardia ambientale.
La funzione simbolica degli animali pupazzi contro il cambiamento climatico
L’utilizzo di animali a grandezza naturale costruiti con materiali riciclati ha una funzione precisa: rappresentare la portata del problema climatico attraverso figure riconoscibili e vicine al pubblico. Elefanti, giraffe, antilopi e leoni non sono solo simboli di biodiversità, ma richiamano la perdita di territori causata dall’uomo, tra deforestazione, inquinamento e cambiamenti climatici.
I pupazzi si muovono come veri e propri “branchi”, ricordando la migrazione forzata che molte specie devono affrontare. Il percorso di 20.000 chilometri evidenzia l’urgenza di intervenire, mettendo in scena una minaccia che si manifesta in modo concreto, sulla pelle degli animali e degli ecosistemi.
Il lavoro dell’Ukwanda Puppetry and Designs Art Collective è fondamentale in questo senso, poiché unisce abilità artigianale e sensibilità artistica per raccontare storie attraverso la manipolazione di figure colossal come queste. L’aspetto visivo e performativo contribuisce a rendere il messaggio immediato ed emotivamente coinvolgente.
Con questa strategia, The Herds riesce a catturare l’attenzione di pubblici diversi e a informare con un linguaggio comprensibile, senza la necessità di parole ma solo attraverso la forza simbolica delle immagini. Diventa così un progetto che si muove tra arte e attivismo, tenendo viva la discussione sulla crisi ambientale.