Le prime settimane di papa leone XIV sono state segnate da attese e speranze all’interno della comunità cattolica. Monsignor felix genn, vescovo emerito di münster, collega di lunga data del cardinale prevost al dicastero per i vescovi, offre uno sguardo ravvicinato sulla figura del pontefice e sul cammino che lo attende. Le sue parole mettono in luce la necessità di sostegno, attenzione e tempo per assestarsi in un ruolo tanto complesso quanto delicato.
Un rapporto di fiducia costruito nel servizio al dicastero per i vescovi
Felix genn ha condiviso cinque anni al fianco di prevost nel dicastero per i vescovi, un periodo in cui ha potuto conoscere da vicino le sue doti e il suo modo di operare. «La sua lucidità di giudizio era evidente fin da subito», racconta il vescovo emerito. Prevost si distingueva per una competenza che non si limitava allo studio, ma si traduceva in decisioni ponderate e un approccio umile. La sua modestia insieme a un «atteggiamento profondamente amorevole» nei confronti delle persone con cui collaborava ha consolidato un clima di collaborazione serena e produttiva.
Questi elementi, sottolinea genn, sono stati fondamentali per creare un’intesa positiva tra loro. Il presule non ignora quanto il ruolo di prefetto, e oggi di papa, richieda capacità di ascolto e di apertura verso chi ha davanti. Genn ribadisce l’importanza di lasciare a prevost, ora papa leone XIV, un margine di tempo per familiarizzare con le nuove responsabilità che si accompagnano a questo incarico, capace di cambiare radicalmente il quotidiano e il modo di porsi davanti alla Chiesa universale.
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Immagini che raccontano un legame umano e pastorale
Tra i ricordi più vivi che mons. genn porta con sé, spiccano due fotografie che hanno lasciato il segno nel suo giudizio su papa leone XIV. La prima risale a un’occasione precedente all’episcopato di prevost. In quell’immagine, prevost era ancora generale degli agostiniani, seduto accanto a papa francesco durante un incontro ufficiale. Quel volto, osservato da vicino, rivelava una serenità e una presenza distinte, non comuni a chi si trova in posizione di responsabilità ecclesiastica così elevata.
La seconda immagine arriva dal Perù, dove prevost ha impartito il sacramento della cresima. Qui, spiegano i testimoni, emergeva in modo evidente una vicinanza autentica alla gente, un rapporto diretto radicato nell’umiltà. «Il suo volto raccontava un amore profondo per chi aveva davanti» ricorda genn. Questo spaccato offre un ritratto diverso dal classico protocollo e mostra come papa leone XIV abbia sempre cercato di mantenere un legame stretto con le comunità, lontano da distanze formali.
Papa leone XIV si avvia senza essere lasciato solo nella sua responsabilità
Monsignor genn riflette sul modo in cui il nuovo pontefice potrebbe affrontare la sua missione. Lui non ha certezze, ma osserva i gesti e le scelte che fino ad ora lo hanno accompagnato. La visita alla madonna del buon consiglio emerge come un segno chiaro di un uomo che si affida alla preghiera e alle radici spirituali per attingere forza. Il contatto con la sua comunità agostiniana aggiunge un elemento di continuità e di conforto in un momento di grande cambiamento.
In più, papa leone XIV sa di poter contare su un gruppo di cardinali e su un vasto numero di fedeli in preghiera, un sostegno che fomenta una fiducia interiore solida. Genn ricorda come questa consapevolezza di non essere solo nelle difficoltà rafforzi la determinazione del pontefice. «Questi fattori», conclude, «danno a lui la sicurezza di procedere nel suo compito». Il percorso resta impegnativo, ma è accompagnato da gesti tangibili di vicinanza e da una comunità pronta a sostenerlo.