Il settore delle utilities italiane ha registrato un aumento significativo del valore della produzione e un incremento degli occupati nell’ultimo decennio. Durante l’assemblea generale di Utilitalia, che si è tenuta a Roma in occasione del decennale della federazione, sono stati presentati i dati che raccontano la trasformazione di questo comparto strategico. Tra sfide ambientali, crisi energetiche e nuovi investimenti, le aziende di servizi pubblici affrontano ora obiettivi ambiziosi, puntando su innovazione, sicurezza e sostenibilità. Ecco un’analisi dettagliata dei dati e delle prospettive del settore fino al 2035.
Crescita del valore della produzione e occupazione nelle utilities dal 2015 al 2025
Il rapporto presentato a Roma mostra un’espansione del valore della produzione delle utilities, passato da 38 miliardi di euro nel 2015 a 68 miliardi nel 2025. Questo aumento del 79% testimonia il ruolo crescente delle aziende nel fornire servizi essenziali a livello nazionale. Nel frattempo, il numero di occupati nel comparto ha toccato quota 104mila, in crescita rispetto ai 90mila registrati dieci anni fa.
Questo incremento, nonostante le profonde trasformazioni industriali, come fusioni e aggregazioni, evidenzia un modello produttivo capace di assorbire nuova forza lavoro. Utilitalia sottolinea inoltre come, in media, ogni euro di fatturato nel settore alimenti ulteriori 2,6 euro di produzione nell’economia e occupi da 16 a 34 persone ogni milione di euro prodotto. Questo rapporto rimarca la rilevanza economica delle utilities nei territori in cui operano e la loro capacità di generare valore alle spalle di servizi pubblici fondamentali.
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Investimenti nel settore idrico: crescita e carenze da colmare
Il comparto idrico è tra quelli che ha visto crescere gli investimenti annui pro-capite, raddoppiati dai 38 euro del 2015 agli 80 euro stimati per il 2025. Questo investimento ha favorito un miglioramento dei servizi, ma restano criticità importanti. Nei servizi “in economia”, cioè gestiti direttamente dagli enti locali, gli investimenti scendono a 29 euro per abitante, una soglia che solleva dubbi sulla sostenibilità e qualità futura del servizio.
Secondo Utilitalia, il valore totale degli investimenti coperti dalla tariffa è arrivato a circa 4 miliardi all’anno, ma il fabbisogno del settore supera questo importo, raggiungendo almeno 6 miliardi ogni anno. Negli ultimi anni, il Pnrr ha destinato circa 1,1 miliardi all’anno, ma rimane un gap consistente che richiederà risorse aggiuntive: quasi un miliardo ogni anno fino al 2026 e almeno 2 miliardi nel periodo successivo. La federazione suggerisce quindi di affiancare ai finanziamenti tariffari una quota pubblica di almeno 1 miliardo annuo per sostenere gli investimenti nei prossimi dieci anni e garantire la qualità dell’acqua e dell’infrastruttura.
Progresso e investimenti nel ciclo dei rifiuti urbani tra raccolta differenziata e riciclo
Anche il settore dei rifiuti ha mostrato passi avanti significativi. La raccolta differenziata è passata dal 47,5% nel 2015 al 67% oggi, mentre la quota di riciclo è salita dal 41,1% al 50,8% nel medesimo arco temporale. Questo miglioramento riflette il lavoro di aziende e amministrazioni locali ma anche i vincoli europei, che indicano al 2035 l’obiettivo di riciclare il 65% dei rifiuti urbani.
L’attuale livello di smaltimento in discarica è del 16%, ancora distante dal limite comunitario massimo del 10%. Per adeguarsi completamente ai target europei, Utilitalia indica la necessità di ulteriori investimenti per 4,5 miliardi. Una parte consistente, circa 3 miliardi, dovrà essere destinata alla costruzione e aggiornamento di impianti d’incenerimento e digestione anaerobica, mentre 1,5 miliardi andranno a migliorare i sistemi di raccolta differenziata. Solo così l’Italia potrà avvicinarsi agli standard comunitari e ridurre l’impatto ambientale delle discariche.
La spinta alla decarbonizzazione nel settore energia e i programmi di investimento
Il comparto energetico è al centro di una trasformazione radicale spinta dai piani europei per fronteggiare il cambiamento climatico. Il Green Deal e la Legge Europea per il Clima fissano come traguardo la neutralità climatica entro il 2050. Le maggiori utilities italiane si sono impegnate con investimenti previsti per circa 19 miliardi nei prossimi cinque anni.
Questi investimenti coprono più aree: 7,6 miliardi vanno alle reti di elettricità, gas e teleriscaldamento, 7,7 miliardi sono destinati alla produzione energetica, sia da fonti rinnovabili sia tradizionali. Circa 1,5 miliardi saranno spesi per miglioramenti nell’efficienza energetica e per la mobilità sostenibile. La strategia del comparto punta a modernizzare le infrastrutture e spingere sull’uso di energie alternative, riducendo progressivamente le emissioni e aumentando l’affidabilità del sistema energetico nazionale.
Sfide e strategie per le utilities italiane tra regole, investimenti e forza lavoro
Le utilities si trovano davanti a sfide complesse per garantire servizi essenziali in un contesto di cambiamenti ambientali e tecnologici. Il vicepresidente vicario di Utilitalia, Luca Dal Fabbro, ha messo in luce come il settore debba essere protagonista nel bilanciamento tra sicurezza energetica, tutela ambientale e sviluppo economico.
Tra gli ostacoli da superare ci sono le gestioni ‘in economia’, ancora presenti in alcune realtà, che limitano gli investimenti e la capacità di migliorare i servizi. Per questo, integrare l’industrializzazione del comparto è considerato cruciale. Le priorità indicate comprendono un rafforzamento della regolazione indipendente, investimenti per la sicurezza delle infrastrutture e il potenziamento degli approvvigionamenti.
Saranno decisive anche le aggregazioni aziendali per una governance più efficiente e il superamento delle restrizioni normative del Testo Unico sulle Partecipate. Non meno rilevante risulta il supporto a una forza lavoro formata e pronta a gestire le sfide future, con attenzione a innovazione organizzativa e stabilità. L’introduzione di intelligenza artificiale nei processi operativi rappresenta un ulteriore elemento di trasformazione verso un sistema di servizi pubblici più affidabile e moderno.