Il turismo rappresenta da tempo un tema centrale nel dibattito economico italiano, spesso indicato come la possibile risorsa principale del paese. Nonostante le bellezze naturali e culturali che attirano visitatori da tutto il mondo, la trasformazione di questo potenziale in un vero volano economico incontra ancora ostacoli concreti. Alla base di questo problema, dalle più recenti analisi emerge una questione cruciale: la carenza di un’adeguata formazione scolastica geografica e turistica. Questo aspetto influenza pesantemente la capacità del settore di crescere in modo strutturato e competitivo, segnando un divario tra dichiarazioni e realtà.
La geografia turistica come base per lo sviluppo del settore in italia
La crescita concreta del turismo in Italia passa inevitabilmente da una solida conoscenza territoriale, che dovrebbe essere trasmessa fin dalle scuole. Un famoso umorista del passato, George Mikes, osservava che in Svizzera si è costruito un paese attorno agli alberghi. Nel nostro paese invece, da generazioni si parla del “bel paese” con orgoglio, ma non si è ancora realizzato un sistema formativo che sostenga la professionalità nel turismo. Nel 2025, infatti, risulta evidente come molte zone italiane manchino di istituti turistici capaci di preparare giovani in modo coerente al lavoro del settore.
Formazione e riconoscimento nel settore turistico
Molti istituti presenti non ottengono il giusto riconoscimento. La formazione turistica non è vista come prioritaria, nonostante la ricchezza del patrimonio culturale e paesaggistico italiano. La geografia turistica, intesa come materia che studia il territorio, l’ambiente e le dinamiche culturali, dovrebbe essere la base della preparazione degli operatori. La mancanza di insegnanti qualificati per questa disciplina, ad esempio nella classe di concorso A021, aggrava la situazione. Per valorizzare davvero il turismo, servirebbe aumentare le scuole dedicate al settore e ripristinare l’importanza delle geografie in tutti gli indirizzi scolastici, includendo formazione specifica e rigorosa.
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Il declino dell’insegnamento della geografia nelle scuole italiane
In Italia, la scuola affronta un problema serio quando si parla di geografia. Spesso questa materia è stata marginalizzata o quasi abolita nei programmi. Secondo osservatori e commentatori, l’unica priorità sembrano essere le cosiddette “tre I”: inglese, informatica e impresa. Per anni questa visione ha dominato il discorso pubblico, ignorando come la conoscenza del territorio e della sua complessità sia invece centrale, soprattutto per un paese con caratteristiche geografiche e culturali variegate come l’Italia.
La priorità data all’inglese e le sue conseguenze
Molti adulti mostrano un attaccamento quasi ossessivo all’idea che più inglese significhi successo certo nel lavoro e negli affari. In realtà, l’inglese è solo uno strumento tra altri. Studenti crescono immersi in un contesto ricco di contenuti anglofoni, ma senza fondamentali competenze geografiche è difficile dare senso a questa conoscenza linguistica. La geografia permette di comprendere dove e come si possono utilizzare queste competenze linguistiche in un contesto turistico o imprenditoriale concreto.
L’analfabetismo geografico si traduce in un limite evidente per il settore turistico. Non si tratta solo di sapere dove si trovano paesi o città, ma di capire le caratteristiche ambientali, culturali e sociali del territorio. Questa conoscenza è indispensabile per professionisti del turismo che devono orientarsi in un settore complesso. L’assenza di una proposta didattica adeguata, affidata a insegnanti con competenze specifiche , impedisce la formazione di personale preparato, pronto a responsabilità e sfide reali.
Il rapporto complicato tra scuola e imprenditoria nel settore turistico
Da tempo si osserva un aumento del coinvolgimento delle imprese all’interno delle scuole turistiche italiane. Se da un lato è utile mantenere un dialogo tra mondo del lavoro e formazione scolastica, dall’altro questo rapporto si sta facendo rischioso. La scuola rischia di perdere autonomia culturale e didattica, trasformandosi in una palestra per esigenze immediate degli imprenditori. Questo approccio non prepara a un lavoro consapevole e di lungo termine.
Molti problemi che oggi limitano il turismo in Italia derivano da investimenti errati, scarsa tutela dei territori e mancanza di una visione complessiva. Affidare alle aziende il controllo dei programmi scolastici significa consegnare la formazione a interessi economici di breve periodo. La scuola dovrebbe mantenere un ruolo di indipendenza per garantire ai giovani una preparazione completa, sia teorica che pratica, che formi cittadini consapevoli e addetti pronti a gestire situazioni complesse.
Il ruolo delle istituzioni nella difesa della scuola
Le istituzioni hanno il compito di difendere le scuole pubbliche da pressioni esterne e di valorizzare l’insegnamento tradizionale, affidato a docenti preparati e verificati. Questo passaggio è indispensabile per costruire un turismo che conosca il territorio, lo rispetti e lo rappresenti senza improvvisazioni. Solo così la formazione potrà rispondere alle esigenze di un mercato sempre più globale e competitivo.
Un percorso di crescita possibile solo con la formazione geografica e turistica
Rimettere al centro delle scuole italiane la geografia e il turismo significa cambiare prospettiva sul futuro economico e culturale del paese. Restituire dignità ai licei e agli istituti tecnici turistici, con insegnamenti affidati a insegnanti specializzati, è una strada obbligata per rendere reale il sogno di un turismo trainante.
L’assenza di una progettazione didattica sistematica ha finora frenato troppo questo settore. Le competenze sul territorio, sulle tradizioni e sulle risorse naturali rappresentano un patrimonio che si trasmette solo con un insegnamento serio. In questo modo, non si prepara solo un lavoratore, ma un professionista consapevole delle sfide ambientali, sociali ed economiche che incontrerà.
Nel 2025, il turismo italiano davanti a sé ha ancora molto lavoro da fare per allinearsi alle sue potenzialità reali. Gli errori degli ultimi decenni indicano la strada da evitare: improvvisazione, pressioni da parte di imprenditori, riduzione delle materie fondamentali. Il rilancio passa attraverso una formazione geografica e turistica solida, diffusa, e con insegnanti preparati – un cambiamento imprescindibile se si vuole trasformare le parole in fatti concreti.