Il turismo della neve nella provincia di cuneo traina un impatto economico di oltre 110 milioni di euro

Il turismo della neve nella provincia di cuneo traina un impatto economico di oltre 110 milioni di euro

Il turismo sciistico nella provincia di Cuneo genera oltre 111 milioni di euro, con crescita degli arrivi e sfide legate a sostenibilità, offerta ricettiva e cambiamenti climatici nelle località Prato Nevoso, Limone Piemonte e Pian Munè.
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Il turismo sciistico in provincia di Cuneo genera oltre 111 milioni di euro nella stagione 2024-2025, con un aumento dei visitatori e una forte incidenza economica locale, ma deve affrontare sfide legate a sostenibilità, infrastrutture e cambiamenti climatici. - Gaeta.it

Il turismo legato alle stazioni sciistiche della provincia di Cuneo conferma il suo ruolo cruciale per l’economia locale, con un valore economico complessivo che supera i 111 milioni di euro nella stagione invernale 2024-2025. La spesa dei visitatori spinge le economie dei comuni montani, mettendo in evidenza dinamiche di flusso turistico, provenienze geografiche e sfide legate alla sostenibilità e alla gestione delle risorse. Lo studio recente, focalizzato sulle stazioni di Prato Nevoso, Limone Piemonte e Pian Munè, aggiorna dati e prospettive per governare al meglio il futuro del turismo neve in provincia.

L’evoluzione dei flussi turistici e le provenienze dei visitatori

Tra il 2013 e il 2023, i comuni cuneesi con impianti sciistici hanno registrato un aumento complessivo degli arrivi del 25,7%, passando da circa 76mila a oltre 95mila persone in inverno. Le presenze, invece, hanno avuto un andamento più altalenante con una crescita fino al 2018 seguita da un calo del 5% nei cinque anni successivi. Le località sciistiche rappresentano una quota tra l’11% e il 15% degli arrivi totali in provincia e arrivano a coprire fino al 22% delle presenze annue.

L’Atl registra che nei mesi invernali di dicembre, gennaio, febbraio e marzo la quota dei movimenti turistici legati allo sci arriva a circa un quarto del totale annuo sul territorio provinciale. Nella zona montana, la stagione sciistica incide più intensamente, con una quota vicina al 40% in quei comuni dotati di impianti specifici. In alcune località, come nei comuni sciistici cuneesi, i pernottamenti invernali rappresentano oltre il 73% del totale annuale in montagna.

Per la stagione 2024-2025, Limone Piemonte ha visto un aumento del 35% degli arrivi dall’estero, mentre Frabosa Sottana ha segnato una crescita del 30% nella presenza di visitatori nazionali. Questi numeri confermano un interesse crescente e diversificato nelle destinazioni del Cuneese, con una riscoperta di flussi turistici che coinvolgono anche mercati internazionali.

Le provenienze italiane si concentrano soprattutto in Liguria, che rappresenta oltre il 60% dei turisti italiani per Prato Nevoso e Limone Piemonte. Tra i visitatori stranieri dominano invece gli inglesi a Prato Nevoso e i francesi a Limone Piemonte . Questa differenziazione geografica pesa anche sulle dinamiche di consumo e sui servizi richiesti.

La dimensione economica e la composizione della spesa turistica

Negli ultimi mesi invernali, il turismo sciistico su queste tre località ha generato una spesa diretta di quasi 46 milioni di euro, che moltiplicata per l’indotto complessivo supera i 111 milioni di euro. I visitatori hanno concentrato le proprie spese soprattutto in pernottamenti e consumi in bar e ristoranti, con una quota significativa riservata all’acquisto di skipass. Questa distinzione riflette il ruolo centrale delle attività di ospitalità e servizi legati allo sport invernale.

Le stime, calibrate sulla base di quasi 1.500 interviste direttamente sul campo, questionari agli operatori e gruppi di lavoro con figure chiave delle tre stazioni, evidenziano che il turismo della neve attiva risorse economiche essenziali. Il rapporto tra euro speso e impatto sul territorio, pari a 1 a 2,38, indica che ogni euro investito da turisti e escursionisti si riversa quasi due volte e mezzo nell’economia locale. Questo dato sottolinea il peso di un modello economico basato su un turismo invernale dinamico, capace di coinvolgere anche altri settori economici del cuneese.

Questo studio è stato concepito nel contesto delle sfide poste dal cambiamento climatico, che impone una riflessione sulle strategie per rendere sostenibile e duraturo questo tipo di offerta. La necessità di una gestione più attenta e prolungata dell’attività turistica emerge dalle analisi, ma anche dalla volontà di mantenere attrattive le località sciistiche in un contesto di mutamenti ambientali e di mercato.

I profili dei visitatori e la diversificazione delle attività

Il turista tipo di Prato Nevoso si distingue per la forte motivazione allo sport invernale, con il 93% dei visitatori che dichiarano sci e snowboard come attività principali. A Limone Piemonte si registra invece una maggiore varietà: circa il 14% degli ospiti sceglie di dedicarsi ad altre discipline sportive o preferisce periodi di relax, senza attività specifiche sulla neve. Il dato indica una segmentazione dell’offerta e delle aspettative che può guidare future strategie di sviluppo.

La composizione familiare occupa un ruolo centrale in entrambe le località, con famiglie che preferiscono soggiornare nella vicina Frabosa Sottana per Prato Nevoso. A Limone Piemonte, invece, alcune famiglie scelgono località vicine come Vernante o Entracque, probabilmente in cerca di un’offerta turistica più articolata o costi differenti. La scelta di alloggio, pertanto, rispecchia la ricerca di servizi più ampi e la disponibilità di opzioni per famiglie.

La spesa media degli escursionisti italiani a Prato Nevoso arriva a 165 euro a persona, segnalando una capacità di spesa superiore alla media, mentre i turisti stranieri a Limone spendono in media oltre 400 euro, sottolineando una componente internazionale di mercato con una propensione molto alta al consumo. Questi dati aiutano a identificare segmenti di clientela e a calibrare l’offerta turistica.

Criticità e sfide per il turismo della neve nel cuneese

L’innevamento programmato resta un elemento chiave per garantire continuità al turismo invernale, ma i costi di installazione e mantenimento pesano sugli operatori. Nonostante questi oneri, l’innevamento artificiale offre la possibilità di mantenere una stagione più lunga e una spesa turistica superiore a quella estiva in media.

Gli operatori segnalano una carenza di strutture ricettive adeguate e difficoltà a reperire personale stagionale qualificato, particolari che limitano la qualità dell’offerta e la durata media dei soggiorni, soprattutto fuori dai picchi della stagione. Questi elementi possono frenare lo sviluppo turistico e influenzare negativamente l’esperienza del visitatore.

Sul tema della destagionalizzazione il quadro è variegato: Prato Nevoso investe su attività estive e infrastrutture per mantenere attiva la montagna anche in altre stagioni. Al contrario Pian Munè e Limone Piemonte mostrano limiti in termini di collegamenti e servizi per rilanciare il turismo estivo; questo impedisce a molte realtà di sfruttare appieno il potenziale delle località. Una parte degli operatori giudica inoltre i soggiorni sempre più ridotti e concentrati nella finestra natalizia. Il 24% degli interlocutori è favorevole a riconvertire gli impianti sciistici per un uso più polifunzionale tutto l’anno e il 18% sostiene una spinta più decisa verso il turismo estivo.

Andamento del mercato immobiliare e dell’occupazione locale

Il mercato immobiliare ha vissuto un calo dei prezzi medi delle locazioni tra il 2020 e il 2022, con una discesa generalizzata; negli ultimi due anni però si registra una ripresa più o meno marcata nelle tre località principali. Limone Piemonte ha mostrato un incremento del 4,9%, Pian Munè del 5,6% e Prato Nevoso del 6,8% nel prezzo al metro quadro mensile. Nel 2024 i valori medi si attestavano intorno a 4,7 euro al mq per Limone, 3,1 euro per Paesana e 2,8 euro per Frabosa Sottana. Questi numeri riflettono un mercato immobiliare che risponde a domanda e accessibilità diverse nelle zone sciistiche.

Per quanto riguarda l’occupazione, Limone Piemonte guida con 603 addetti nelle attività legate allo sci, seguita da Frabosa Sottana con 526 e Paesana con 354. Da inizio decennio, Limone ha perso quasi 130 posti di lavoro, mentre Frabosa ha registrato un aumento di 82 unità. Paesana mostra una leggera diminuzione. Questi dati si allineano con il trend demografico: la popolazione residente nei tre comuni è calata di circa l’8% a Limone e Paesana, mentre a Frabosa Sottana è aumentata, di poco oltre il 5%.

Questi fattori mettono in evidenza come la situazione occupazionale e demografica non sia omogenea, influenzando direttamente il potenziale turistico e la capacità di offrire servizi e ospitalità.

Punti di forza delle stazioni e opportunità per il futuro

Prato Nevoso vanta un sistema organizzato di innevamento e una collaborazione stretta tra operatori locali per garantire attenzione al visitatore; offre attività estive attive che permettono di mantenere una presenza professionale anche fuori stagione sciistica, ad esempio con impianti per il trasporto delle biciclette e maestri che insegnano sport diversi dallo sci. Serve però ampliarsi verso nuovi segmenti turistici, rafforzare il reclutamento del personale e potenziare l’offerta ricettiva.

Limone Piemonte ha investito sull’innevamento artificiale e costruito un nuovo bacino per l’acqua necessaria; la destinazione può contare su un turismo internazionale con una spesa giornaliera elevata e una base solida di ospiti abituali, molti dei quali possiedono seconde case. Tuttavia emergono ancora difficoltà nel coordinamento tra operatori e la necessità di migliorare l’offerta ricettiva, oltre a forti prezzi immobiliari che frenano l’ingresso di nuovi investitori e visitatori. L’attesa per la riapertura del Tunnel Tenda rappresenta un elemento chiave per rilanciare la zona.

Pian Munè è gestita in modo efficiente e opera come parco didattico tutto l’anno; offre uno skipass a prezzi bassi e ha segnato una crescita del mercato immobiliare, anche con compratori stranieri. Manca però un sistema di innevamento artificiale e le priorità progettuali devono ancora consolidarsi, così come serve potenziare la presenza di strutture alberghiere.

I dati raccolti evidenziano chiaramente che il futuro del turismo della neve nel cuneese passa da una gestione consapevole delle risorse, un ampliamento dell’offerta e una capacità di affrontare le nuove sfide climatiche e di mercato per assicurare a questi territori un ruolo di rilievo anche nel prossimo decennio.

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