Il turismo è stato a lungo presentato come una leva importante per lo sviluppo economico e culturale delle città italiane. Negli ultimi anni però sono cresciuti i dubbi sulla reale utilità di questo modello. Sarah Gainsforth, ricercatrice e giornalista che si occupa di abitare, turismo e trasformazioni urbane, propone una lettura critica del fenomeno. Al festival di antropologia culturale Dialoghi di Pistoia, la studiosa traccerà i limiti del turismo odierno e illustrerà un approccio più attento agli impatti sociali e ambientali.
Il turismo come strumento di estrazione economica e il cambiamento del paesaggio urbano
Sarah Gainsforth racconta come il turismo, dagli anni ’90 in poi, si sia trasformato da attività produttiva a mezzo di sfruttamento di risorse esistenti. Le città, un tempo vivi centri culturali e abitativi, sono diventate “merci” da vendere a fini economici. In questo contesto il turismo genera ricchezza per pochi, aggrava le disuguaglianze sociali e modifica profondamente il territorio. La crescita di affitti brevi e strutture ricettive ha reso molti spazi casa inestabili o inaccessibili per residenti.
Il turismo si configura non solo come consumo di luoghi ma anche come prodotto di un desiderio collettivo di fuga da una quotidianità percepita come oppressiva. Spesso si pensa che partire equivale a staccare la spina dai problemi, ma il sistema su cui si fonda il turismo riproduce le stesse tensioni sociali e ambientali. Gainsforth sottolinea che il turismo nasconde i costi reali dietro la vendita di esperienze, sostituendo i legami territoriali con consumi temporanei ed effimeri.
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Verso un’ecologia del turismo: intrecciare diritti abitativi e sostenibilità ambientale
Il concetto di ecologia del turismo, spiegato da Gainsforth, indica un approccio che considera tutte le connessioni nascoste dietro il turismo. Mette in relazione i diritti delle persone che abitano i territori con la tutela ambientale. La diffusione del turismo sostenibile ha un senso solo se si affrontano e rispettano le esigenze di chi vive quotidianamente in quei luoghi. Ad esempio, impedire la trasformazione aggressiva degli spazi abitativi in strutture turistiche aiuta a mantenere il diritto alla casa, riducendo gli effetti di gentrificazione e dislocazione forzata.
Per raggiungere questo equilibrio non basta richiamare a comportamenti individuali consapevoli. Servono politiche condivise e regole precise, anche se impopolari. Limitare la capacità ricettiva, regolamentare gli accessi o vietare alcune attività sono misure necessarie per mettere al centro le comunità locali e l’ambiente. Solo così si può trasformare il turismo da causa di disuguaglianze a momento di scambio reale e non solo economico.
La gestione dei beni pubblici tra fruizione turistica e accessibilità sociale
La gestione dei beni pubblici come monumenti, piazze, paesaggi è al centro dell’analisi di Gainsforth. Nel modello turistico dominante queste risorse vengono ridotte a merci da consumare, spesso a prezzo elevato e con restrizioni che limitano l’accesso libero ai residenti. Per godere di uno spazio pubblico oggi si impone il consumo di prodotti o servizi privati. Addirittura, anche esperienze tradizionalmente gratuite, come ammirare un tramonto, possono diventare attività controllate da flussi turistici e code.
Questa mercificazione crea un paradosso: i luoghi simbolo della comunità vengono affidati a dinamiche di mercato che allontanano chi vive il quotidiano. In città come Venezia o Firenze, il turismo di massa ha causato lockdown degli spazi pubblici a favore di attività commerciali e strutture turistiche. Secondo Gainsforth, si deve tornare a considerare i beni pubblici come patrimonio condiviso da proteggere e gestire con criteri diversi dalle logiche esclusivamente economiche. Ciò implica interventi concreti, leggi e controlli più stringenti.
dialoghi di pistoia 2025: l’appuntamento con Sarah Gainsforth e il dibattito sul turismo
Il 25 maggio 2025 al festival Dialoghi di Pistoia, Sarah Gainsforth presenterà la sua visione critica sul turismo in un contesto culturale e antropologico. L’intervento dal titolo “Consumare i luoghi: overtourism ed ecologia” si svolgerà alle ore 10 al Teatro Bolognini. Sarà una occasione per riflettere sulle relazioni tra turismo, abitare e ambiente alla luce delle trasformazioni urbane recenti.
Il lavoro di Gainsforth invita a reimpostare le discussioni sul turismo, spostando il focus dalle esperienze di consumo alla tutela dei soggetti coinvolti: abitanti, lavoratori, paesaggi. Le sue idee mostrano che controllare e limitare il turismo non è una rinuncia, ma una strada obbligata per prevenire ulteriori danni a territori segnati da anni di pressione turistica indiscriminata.
Il confronto pubblico previsto durante il festival italiana testimonia la crescente attenzione verso modelli alternativi di gestione turistica. Il tema di come riportare il turismo a servizio delle comunità locali resta al centro del dibattito culturale e politico del 2025.