Nel 2025 il Tar delle Marche ha confermato la posizione del Comune di Montalto delle Marche, respingendo il ricorso presentato da Gasdotti Italia Spa. La vicenda riguarda i lavori per il metanodotto denominato “Anello della Valdaso“, un progetto contestato con decisione dall’amministrazione comunale. Il rigetto del ricorso sottolinea il rispetto delle procedure amministrative e la tutela del territorio locale, segnando un capitolo importante nella gestione delle opere infrastrutturali nella provincia di Ascoli Piceno.
Il rifiuto del comune di montalto delle marche sugli espropri e la delega per il metanodotto
Nel corso dell’iter previsto per la realizzazione del metanodotto, il Comune di Montalto delle Marche non ha proceduto agli espropri necessari per una parte del tracciato, operazione che avrebbe coinvolto vari cittadini del territorio comunale. La mancata autorizzazione agli espropri ha bloccato di fatto il rilascio della delega alla società Gasdotti Italia Spa, richiesta dalla stessa Regione Marche. L’amministrazione locale ha mantenuto fermo il proprio rifiuto, motivandolo esclusivamente con la mancanza di competenze comunali su tale materia. Questa posizione ha costituito il cuore della disputa legale e ha portato alla sospensione definitiva dei lavori nella zona interessata.
La posizione del comune e la tutela della comunità
Il Comune ha sostenuto che la responsabilità per gli espropri e le autorizzazioni spettasse ad altri livelli istituzionali o ad enti competenti, escludendo quindi la propria partecipazione diretta nella fase espropriativa. Questa linea ha approfondito la tutela della comunità locale, che temeva ripercussioni irreversibili sull’ambiente e sulle attività agricole della zona. La Regione Marche, pur chiedendo la collaborazione, ha dovuto fare i conti con un’amministrazione ferma nel negare qualsiasi collaborazione operativa legata al progetto.
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Legame tra il metanodotto e il biodigestore: le ragioni del rifiuto comunale
Il sindaco di Montalto delle Marche, daniel matricardi, ha più volte motivato il no all’opera sottolineando il legame diretto tra il metanodotto dell’anello della Valdaso e il progetto del biodigestore previsto nella stessa area. La 4R, impresa impegnata nella realizzazione dell’impianto per il trattamento dei rifiuti organici, ha riconosciuto pubblicamente questa connessione, che ha aggravato le preoccupazioni della comunità locale.
Le preoccupazioni del sindaco matricardi
Matricardi ha spiegato come il biodigestore rappresenterebbe un carico eccessivo per l’area, accentuando i rischi ambientali e sociali. Secondo lui, i danni sull’agricoltura locale potrebbero superare i limiti di accettabilità e le compensazioni economiche previste non riuscirebbero a equilibrare le perdite. La vicinanza tra il metanodotto e l’impianto potrebbe aumentare l’impatto complessivo, alterando equilibri ambientali già precari in questa zona della Valdaso. Il sindaco ha mantenuto una posizione netta, proponendo un’opposizione costante alle due opere, per salvaguardare la qualità della vita e le attività produttive dei suoi cittadini.
Implicazioni per il territorio e prospettive future
Il pronunciamento del Tar porta chiarezza su un tema molto sentito nella provincia di Ascoli Piceno. La decisione evidenzia l’importanza delle competenze amministrative e la necessità di tutelare i territori dal cambiamento imposto senza consultare le comunità interessate. Il caso di Montalto delle Marche potrebbe diventare un riferimento per altri comuni che si trovano a fronteggiare infrastrutture invasive o impianti industriali dalla forte impronta territoriale.
Il futuro del progetto
La sospensione delle procedure per il metanodotto lascia aperti molti interrogativi sul futuro del progetto. Le autorità dovranno valutare se modificare il tracciato o trovare soluzioni alternative che rispettino le istanze provenienti dal territorio. Nel frattempo, la posizione ferma del Comune incoraggia una riflessione più ampia su come conciliare sviluppo infrastrutturale e tutela ambientale locale. La mobilitazione cittadina e l’attenzione istituzionale rimangono elevate, in attesa di ulteriori decisioni o ricorsi da parte dei soggetti coinvolti.