Il trasporto del primo autobus da merano ad avelengo tra sentieri e lavori di montagna nel 1930

Il trasporto del primo autobus da merano ad avelengo tra sentieri e lavori di montagna nel 1930

La storia del collegamento tra Merano e Avelengo racconta l’impresa unica di trasportare un autobus su sentieri impervi prima della strada carrabile del 1984, segnando una svolta nella mobilità locale.
Il Trasporto Del Primo Autobus Il Trasporto Del Primo Autobus
La storia del collegamento tra Merano e l’altopiano di Avelengo racconta l’impresa eccezionale di trasportare un autobus lungo un percorso impervio prima della costruzione della strada carrabile nel 1984, simbolo della fatica e della determinazione delle comunità alpine. - Gaeta.it

La storia del collegamento tra Merano e l’altopiano di Avelengo è segnata da un’impresa singolare che ha anticipato la costruzione delle strade moderne. Prima che nel 1984 venisse aperta la nuova via carrabile, un autobus di linea fu trasportato a forza lungo un percorso impervio, affrontando un dislivello vicino ai mille metri nel cuore dei boschi altoatesini. Questa vicenda, immortalata da fotografie d’epoca, racconta una fase di grande difficoltà nella mobilità locale, segnata da soluzioni fuori dal comune e da una sfida tecnica non da poco.

I collegamenti prima della strada: funivia e sentieri per raggiungere l’altopiano

Fino agli anni ’80, il modo principale per raggiungere Avelengo e le zone sopra Merano era tramite una funivia. Chi abitava o visitava l’altopiano sotto il Picco Ivigna si affidava a questo mezzo per superare il grande dislivello rispetto alla città termale. Luis Reiterer, sindaco di Avelengo tra il 1974 e il 1980, ricorda come i primi turisti e locali utilizzassero questo sistema per spostarsi da Maia Alta verso Santa Caterina.

Il collegamento “stradale” tra Merano e Avelengo era praticamente un sentiero ripido fatto di lastre di pietra. Contadini e abitanti del posto si muovevano su questo tratto con gli animali da soma, caricando soprattutto legna e bestiame destinati al mercato in città. Questi spostamenti avvenivano a fatica, senza mezzi motorizzati. Le cosiddette botinnen, donne spesso nubili o vedove, trasportavano merci con la gerla in spalla, fino a 30 chili di peso. Portavano giù ai mercati prodotti come uova e burro, mentre risalivano con beni non prodotti localmente, ad esempio caffè, zucchero o bottoni. Un lavoro faticoso e fondamentale, che segnava la vita quotidiana di queste comunità montane.

Il trasporto del bus iniziato nel 1933

Nel 1933 venne costruita una strada carrozzabile tra Avelengo e Falzeben, ma ancora mancava una vera via di collegamento con la valle dell’Adige e Merano. L’idea di istituire un autobus di linea tra le due località, sebbene utile, richiedeva che il veicolo venisse portato fino all’altopiano partendo da territori molto più bassi, senza strade adeguate.

L’arrivo e il trasporto dell’autobus di linea sulla montagna

Sepp Greiter, responsabile dell’azienda Klammsteiner, si fece carico del compito: utilizzando escavatrice e un argano, guidò il bus da 40 posti lungo il vecchio sentiero. Per far passare il mezzo, si rese necessario abbattere muri di cinta, aprire recinzioni e anche far saltare alcune rocce ostruenti il cammino. Il processo fu lento e preciso, metro per metro, giorno dopo giorno; nonostante terreni accidentati e pendenze impegnative, il bus arrivò integro ad Avelengo all’incirca dopo una settimana, mostrando giusto qualche ammaccatura e graffio.

Questa impresa, documentata da foto della famiglia Huber e raccontata dall’Associazione turistica Avelengo-Verano-Merano 2000, rappresenta un tassello importante nel passato del trasporto locale. All’epoca, questi metodi di lavoro non erano soggetti a norme di sicurezza contemporanee, ma rispecchiavano una realtà diversa, fatta di necessità e soluzioni immediate.

Lo sviluppo delle vie di collegamento e i primi mezzi motorizzati

Dopo l’arrivo dell’autobus e grazie alla costruzione della strada tra Merano e Avelengo nel 1984, un nuovo capitolo si aprì per la mobilità di questa zona. Le vie di comunicazione diventarono finalmente carrabili in modo continuativo, facilitando gli spostamenti e il trasporto di merci e persone. Prima di allora, perfino le prime Vespe usate sull’altopiano erano portate su tramite teleferica, vista l’assenza di strade adeguate.

Le difficili condizioni di collegamento rappresentano la testimonianza di un tempo in cui la montagna si affrontava ancora con mezzi rudimentali e molta fatica. Il passaggio dall’antica rete di sentieri e funicolari a strade aperte al traffico normale segna il cambiamento degli anni successivi.

Oggi, l’area gode di infrastrutture più solide e sicure grazie agli sforzi accumulati nel corso dei decenni, ma la storia di quel primo autobus trainato su per i boschi resta un episodio singolare, che ben racconta la fatica e la tenacia di chi voleva mettere in comunicazione questi territori alpini con la città di Merano.

Change privacy settings
×