Il caso che coinvolge la morte di Liliana Resinovich ha portato a nuovi sviluppi all’interno dell’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina . In seguito alla pubblicazione di contenuti sui social media relativi all’autopsia, un tecnico di sala autoptica è stato spostato in un altro reparto. La decisione arriva dopo la violazione delle norme aziendali sul comportamento del personale, in particolare riguardo la diffusione di informazioni legate al luogo di lavoro.
Il trasferimento del tecnico dopo la pubblicazione sui social
Giacomo Molinari, il tecnico di sala autoptica implicato nelle procedure post-mortem su Liliana Resinovich, è stato spostato dall’Asugi in un diverso reparto. La motivazione ufficiale indica il mancato rispetto del regolamento interno che proibisce la condivisione online di immagini o notizie attinenti all’ambiente di lavoro. Il Piccolo ha riportato la notizia, sottolineando come questa misura sia stata adottata subito dopo aver rilevato la violazione.
Il passaggio di reparto non è stato motivato da altri elementi legati alla perizia o all’autopsia stessa, ma strettamente dalla gestione della privacy e della riservatezza. L’azienda ha voluto così ribadire l’importanza di mantenere discrezione su procedimenti delicati e di garantire un contesto di rispetto nel settore sanitario.
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Le dinamiche dell’autopsia e la frattura della vertebra toracica
Durante l’autopsia su Liliana Resinovich, Giacomo Molinari aveva riferito di aver causato involontariamente una frattura alla vertebra toracica. Questo elemento era emerso come parte del quadro dei fatti, spiegando la natura accidentale di un danno riscontrato nel corso dell’esame post-mortem. Il riferimento specifico alla vertebra toracica chiarisce la zona interessata ma non altera le motivazioni della morte.
La difesa del tecnico si fonda sull’errore non voluto e sulla trasparenza nel riferire l’incidente. Tuttavia non si tratta di un fattore che modifica in modo sostanziale le conclusioni legali o mediche attorno al caso. L’autopsia resta quindi punto di riferimento per gli accertamenti, mentre il problema è sorto dalla diffusione pubblica di dati non autorizzati.
Asugi e la richiesta di rimozione dei contenuti pubblicati
L’azienda sanitaria ha invitato ufficialmente Molinari a eliminare i contenuti pubblicati sui social. Questi post, che includevano riferimenti all’autopsia e al posto di lavoro, sono stati rimossi in breve tempo. Asugi ha voluto sottolineare il rispetto della privacy di tutte le persone coinvolte e la necessità di evitare divulgazioni non autorizzate.
La gestione di materiale sensibile viene regolata da norme precise, soprattutto in contesti delicati come quello medico e legale. Il provvedimento di richiedere la rimozione serve a tutelare la professionalità degli operatori e la riservatezza delle procedure. La vicenda rappresenta un richiamo all’attenzione sul comportamento del personale medico e sui confini da rispettare nelle comunicazioni pubbliche.
Impatti dell’episodio sulla gestione interna e il clima aziendale
Questa situazione ha creato attenzione e qualche turbamento all’interno dell’Asugi. La diffusione di notizie non autorizzate rischia di compromettere la fiducia e la serietà percepita nel lavoro svolto quotidianamente. Il trasferimento e la censura impongono un richiamo alle regole interne sul trattamento delle informazioni.
Nei contesti sanitari è fondamentale preservare un equilibrio tra trasparenza e riservatezza, soprattutto quando si tratta di casi delicati come quello di Liliana Resinovich. Le misure prese dall’Asugi servono a riaffermare questo assetto. Il personale è chiamato a rispettare norme precise sulla comunicazione, per tutelare tutti gli attori coinvolti e l’immagine dell’istituzione.
Il caso rimane sotto osservazione sia dal punto di vista medico sia amministrativo, mentre l’attenzione resta alta sulle procedure che riguardano la privacy e i comportamenti autorizzati tra gli operatori.