Una recente sentenza del tribunale amministrativo regionale della Lombardia ha dichiarato illegittime alcune delibere dell’Arera. Le norme in questione erano state varate per permettere agli utenti vulnerabili del mercato libero e del servizio tutelato di rientrare nel sistema delle tutele graduali. Questa decisione ha impatti significativi su chi beneficia delle tariffe agevolate per l’energia elettrica e mette in discussione alcuni meccanismi introdotti in questi anni per la protezione dei consumatori più fragili.
Dettaglio della sentenza del tar lombardia
Il tribunale amministrativo della Lombardia, a seguito di un ricorso, ha invalidato le delibere adottate dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente . Queste disposizioni erano state modificate in base a una norma proposta dal presidente della commissione attività produttive della camera, Alberto Gusmeroli. Lo scopo era di consentire agli utenti in condizione di vulnerabilità di uscire dal mercato libero dell’elettricità e rientrare nell’ambito delle tutele graduali.
La sentenza mette in evidenza diverse criticità formali e sostanziali in questi provvedimenti, arrivando a bocciarli. Uno degli effetti più evidenti riguarda l’impossibilità, per certi operatori del servizio a tutele graduali, di accettare nuovamente i clienti vulnerabili provenienti dagli altri settori energetici. Questo vincola in modo rilevante gli utenti che avevano optato per il mercato libero, impedendo loro di tornare a condizioni tariffarie più vantaggiose.
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Conseguenze per gli utenti vulnerabili nel mercato energetico
Per gli utenti in condizioni di fragilità, la sentenza rappresenta un deterioramento delle tutele finora garantite. Prima dell’introduzione della norma annullata, chi non era più in grado di sostenere i costi del mercato libero poteva rientrare nel sistema graduale, caratterizzato da tariffe più basse e meccanismi di protezione. Ora l’impossibilità di fare questo passaggio significa permanenza in condizioni meno favorevoli, con conseguente aumento della spesa.
Secondo le stime riportate dal Codacons, ogni utente vulnerabile rinunciando al rientro nel circuito delle tutele graduali rischia un aggravio medio sulla bolletta elettrica di circa 113 euro all’anno. Questa cifra si traduce in un peso economico concreto, soprattutto per famiglie con redditi limitati o con situazioni di emergenza sociale. Lo stop al rientro nelle tutele graduali può innescare cause di esclusione energetica e problemi di morosità crescente in questi nuclei familiari.
Ruolo e reazioni degli enti coinvolti
Il Codacons ha diffuso la notizia della sentenza sottolineandone la gravità per i consumatori più deboli. Il coordinamento tra gli operatori del mercato dell’energia e le autorità di controllo, fino a oggi, aveva previsto misure specifiche per assicurare la continuità e la convenienza dell’approvvigionamento. La decisione del Tar interrompe questo percorso e lascia in sospeso alcune questioni delicate, come l’adeguatezza delle tutele e la tutela effettiva delle fasce più vulnerabili.
L’Arera dovrà adeguarsi alla sentenza e rivedere le impostazioni normative e regolamentari. Parallelamente, l’intervento parlamentare rimane un’opzione necessaria per normare il tema in maniera definitiva. La sentenza apre un dibattito sul bilanciamento tra libertà del mercato libero e necessità di protezione per gli utenti in difficoltà economiche, un nodo centrale che resta da sciogliere nei prossimi mesi.