La recente sentenza del Tar, con il numero 832/2024, ha avuto un impatto significativo sul progetto per il depuratore comprensoriale che avrebbe dovuto servire undici comuni dell’area di Chiavari. La decisione ha sollevato preoccupazioni e provocato reazioni da parte delle autorità locali, che ora sono chiamate a rivedere le proprie strategie per la gestione delle acque reflue. Il Comune di Chiavari, in particolare, sta valutando di tornare al progetto originale del 2012, che prevedeva la modernizzazione dell’impianto di Preli, un’opzione che potrebbe portare a risultati più rapidi e mirati.
La sentenza del Tar e le sue implicazioni
Il Tar ha stravolto le aspettative con la sua recente decisione, respingendo il piano del depuratore comprensoriale ideato per servire un vasto territorio. Il provvedimento ha colto di sorpresa le amministrazioni coinvolte, che ora si trovano a dover rivedere un progetto considerato cruciale per la salubrità dell’area. La sentenza ha messo in evidenza le fragilità di un sistema di depurazione che non ha saputo rispondere adeguatamente alle esigenze di tutti i comuni interessati.
La reazione del sindaco di Chiavari, Federico Messuti, è stata immediata. L’amministrazione comunale non intende impugnare la sentenza e propone di tornare a un piano già abbandonato, quello della modernizzazione dell’impianto di Preli, in grado di servire i comuni di Chiavari, Zoagli e Leivi. Con alcuni di questi comuni già collegati, si apre una nuova fase per un progetto più circoscritto ma immediatamente realizzabile.
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Nuove prospettive per il depuratore di Preli
L’idea di riprendere il progetto del depuratore di Preli rappresenta un passo strategico per fornire una soluzione rapida alle problematiche di depurazione delle acque in un’area dove la normativa è diventata sempre più stringente. Modernizzare l’impianto di Preli non solo faciliterebbe la gestione delle acque reflue per i comuni già coinvolti, ma potrebbe anche fungere da modello per gli altri comuni che attualmente si trovano privi di strutture adeguate.
La necessità per gli altri otto comuni, che non hanno un depuratore a norma, di individuare un sito idoneo per la costruzione di un nuovo impianto rappresenta una sfida significativa. Saranno chiamati a valutare e selezionare aree che possano soddisfare i criteri tecnici e ambientali richiesti, evitando blocchi burocratici che potrebbero ritardare ulteriormente il processo di depurazione.
I prossimi passi: cooperazione tra comuni
In un contesto in cui la legge ambientale richiede sempre più attenzione e azioni concrete, il coinvolgimento diretto dei comuni è essenziale per garantire la realizzazione di impianti di depurazione efficienti. La cooperazione tra i comuni coinvolti nella questione della depurazione delle acque sarà cruciale per evitare ulteriori ritardi.
Le amministrazioni locali dovranno collaborare non solo per identificare le aree più appropriate per il nuovo depuratore, ma anche per pianificare una strategia comune che possa garantire la sostenibilità ambientale e il rispetto della normativa. Adottare un approccio consapevole e pianificato può risultare determinante per trovare soluzioni condivise e attuabili nel breve e lungo periodo, tenendo sempre a mente le esigenze della comunità e l’importanza della tutela ambientale.