Il sup, o stand up paddle, si è trasformato in un’esperienza educativa e fisica per gli studenti dell’istituto alberghiero di ladispoli. Il progetto “vivere il mare” nasce dalla collaborazione con roberta mariani, campionessa europea e psicologa, e ha coinvolto i ragazzi in un percorso che unisce sport, conoscenza dell’ambiente e crescita personale. L’attività, svolta tra lezioni in aula e uscite in acqua, ha permesso agli studenti di confrontarsi con nuovi stimoli e imparare a conoscere se stessi attraverso la pratica del sup.
La genesi del progetto e la collaborazione con roberta mariani
Il progetto “vivere il mare” è partito a gennaio, promosso dall’associazione asd marina di cerveteri – supfit, presente sul litorale da oltre dieci anni. Roberta mariani, istruttrice e psicologa, ha guidato l’iniziativa, supportata dalla prof.ssa angela di sabatino, che ha coordinato le attività all’interno dell’istituto alberghiero di ladispoli. La programmazione si è concentrata su un percorso formativo strutturato, che ha previsto momenti teorici in aula seguiti da uscite pratiche in acqua con la tavola da sup.
Apprendimento e preparazione al mare
La fase iniziale ha visto gli studenti impegnati nell’apprendimento delle nozioni base, non solo tecniche ma anche legate alle caratteristiche del mare, come le correnti, il vento e i rischi connessi alle condizioni climatiche. La scelta del sup è stata motivata dal suo valore educativo: uno sport che unisce attività fisica e consapevolezza emotiva, ma anche rispetto per l’ambiente naturale. La prof.ssa di sabatino ha sottolineato il coraggio e l’entusiasmo dei ragazzi durante le prime uscite, nonostante il periodo invernale in cui si è svolta la parte teorica.
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La presenza di roberta mariani ha aggiunto un valore specifico grazie alla sua doppia competenza: come atleta di livello europeo e come psicologa ha potuto intercettare le esigenze degli studenti, andando oltre l’insegnamento tradizionale. Nei mesi si è creato un ambiente favorevole al confronto, dove l’apprendimento si è trasformato in esperienza diretta e coinvolgente.
Il sup come strumento per conoscere se stessi e il mare
Il percorso ha affrontato aspetti diversi del sup, partendo dalla gestione delle emozioni fino ad arrivare all’equilibrio corporeo. Per molti studenti, abituati a una quotidianità dominata da dispositivi digitali e ritmi serrati, il contatto con il mare ha rappresentato un’opportunità per fermarsi e riflettere. Pagaiare sull’acqua ha aiutato a sviluppare coordinazione e forza, ma anche a instaurare una relazione diretta con l’ambiente.
Consapevolezza e sicurezza in acqua
Il progetto ha incluso momenti dedicati a comprendere i rischi associati all’ambiente marino, come l’influenza del vento e delle correnti, per far acquisire ai ragazzi consapevolezza e sicurezza. Questa preparazione ha facilitato le uscite in acqua, che si sono svolte in condizioni varie, mettendo alla prova le competenze acquisite.
Roberta mariani ha spiegato che il sup non è solo sport ma anche percorso di crescita personale: “il bisogno dei ragazzi di trovare calma e equilibrio è emerso in modo chiaro dall’inizio dell’attività.” Avere uno spazio dove esercitarsi, sbagliare e migliorare ha stimolato la partecipazione e creato un clima di fiducia. Il sup, grazie alla sua accessibilità anche per chi non ha esperienza atletica, ha promosso inclusione e collaborazione tra gli studenti.
Il legame con la natura è uno degli elementi chiave del progetto: vivere il mare in modo diretto ha incoraggiato rispetto e attenzione per gli ecosistemi, con una ricaduta educativa che va oltre la pratica sportiva. L’esperienza ha spinto i ragazzi a osservare e apprezzare il paesaggio, creando una sorta di connessione emotiva con l’ambiente circostante.
Testimonianze dagli studenti e dalla squadra educativa
Le parole di roberta mariani all’inizio del percorso hanno evidenziato l’importanza di ascoltare i bisogni autentici degli studenti. Al di là della tecnica, i ragazzi cercavano momenti di tranquillità, serenità e divertimento. Questo approccio ha contribuito a creare un clima positivo, facendo sentire ciascun partecipante accolto e compreso.
Aneddoti e rapporti umani
Gli aneddoti raccolti durante le lezioni, come la richiesta di una studentessa di incontrare fuori dalle lezioni l’istruttrice, mostrano quanto si sia creato un rapporto umano forte e sincero. Il progetto ha costruito uno spazio sicuro dove l’apprendimento ha superato il semplice gesto sportivo per andare alla scoperta di sé e delle proprie emozioni.
La prof.ssa di sabatino ha messo in rilievo come il sup rappresenti da anni una disciplina molto amata dai giovani, e che l’istituto ha deciso di introdurlo proprio per la sua capacità di unire attività fisica e dimensione emotiva. Il progetto si è rivolto agli studenti del quinto anno turistico, i quali hanno partecipato con interesse e impegno, dimostrando alla fine di aver acquisito più di una semplice abilità sportiva.
I ringraziamenti finali hanno riguardato anche la dirigente scolastica prof.ssa loredana saetta, a testimoniare il sostegno istituzionale che ha permesso la realizzazione di questa iniziativa. L’obiettivo è di riproporre il percorso negli anni successivi, con la certezza che l’esperienza contribuisca a formare ragazzi più consapevoli e in grado di affrontare i cambiamenti della vita.
La chiusura del progetto lascia dunque aperta la strada a futuri incontri e a un ulteriore approfondimento delle potenzialità del sup come strumento educativo e sportivo.