Il successo della tv culturale contro la tv trash: i dati delle preferenze nel 2025

Il successo della tv culturale contro la tv trash: i dati delle preferenze nel 2025

La televisione italiana registra un cambiamento nei gusti del pubblico, con un aumento degli ascolti per programmi culturali e di divulgazione scientifica, mentre i reality e format leggeri perdono terreno.
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L’articolo evidenzia il cambiamento dei gusti del pubblico televisivo italiano, sempre più orientato verso programmi di qualità, culturali e divulgativi, a scapito dei reality e format sensazionalistici, con esempi di successo e analisi di esperti del settore. - Gaeta.it

La televisione italiana sta mostrando segnali chiari sul cambiamento dei gusti del pubblico negli ultimi anni. La fruizione di programmi televisivi si sposta sempre più verso contenuti di qualità, legati alla cultura, alla divulgazione scientifica e storica, segnando un netto calo per i format basati su reality, tv del dolore o programmi sensazionalistici. Questo fenomeno emerge con chiarezza dai recenti dati di ascolto e dall’esperienza di voci autorevoli del settore. Vediamo come si sta configurando questo nuovo equilibrio tra intrattenimento e contenuti approfonditi.

La lezione di piero angela e l’ascesa della divulgazione in tv

Piero Angela è stato tra i primi a dimostrare che un pubblico ampio può seguire con interesse programmi culturali, senza scendere a compromessi sulla qualità. Il suo storico “Superquark” su Rai1 ha dominato spesso la prima serata, segnando un punto di riferimento per la televisione divulgativa italiana.

Nel corso degli anni anche Alberto Angela, figlio di Piero, ha raccolto questa eredità, portando al successo programmi come “Ulisse“, “Noos“, “Passaggio a Nord Ovest” e “Meraviglie“. Questi format si distinguono per la cura nella narrazione storica e culturale, capaci di attirare un pubblico fedele e attento.

Non è una tendenza isolata: altri conduttori e canali stanno premiando la via della divulgazione, dimostrando che c’è spazio per la cultura anche nei palinsesti principali. La qualità del contenuto, unita alla capacità di raccontarlo in modo coinvolgente, continua a conquistare spettatori in cerca di qualcosa di diverso rispetto al mero intrattenimento leggero.

Esempi concreti: programmi di successo e ascolti in crescita

Alcuni show recenti mettono in luce questo cambiamento nelle preferenze della platea televisiva. Su La7, “Una giornata particolare” condotto da Aldo Cazzullo e “In viaggio con Barbero” hanno registrato una crescita costante negli ultimi tre anni, diventando appuntamenti attesi per chi cerca approfondimenti qualificati.

Un fenomeno simile riguarda Rai2 con “La fisica dell’amore” del professor Vincenzo Schettini, che ha raccolto numeri significativi, dimostrando il valore della divulgazione scientifica come chiave di gradimento. Questi esempi si confrontano con il calo di pubblico dei reality più noti o di format più leggeri.

Il confronto tra la prima e l’ultima edizione del “Grande Fratello” è emblematico. La finale del 2000, condotta da Daria Bignardi, coinvolse oltre sedici milioni di spettatori con quasi il 60% di share. L’ultima finale, trasmessa nel marzo 2025 e condotta da Alfonso Signorini, ha raccolto solo 2,6 milioni di telespettatori e il 22% di share. Un dato che mostra come i grandi format trash perdano progressivamente terreno rispetto alle proposte con contenuto più solido.

Il crollo dei reality e programmi leggeri: cosa sta cambiando nel pubblico

Al di là del Grande Fratello, altri programmi di intrattenimento leggero hanno subito bocciature nette nel 2025. “The Couple” su Canale 5, condotto da Ilary Blasi, è stato chiuso in anticipo, così come “Ne vedremo delle belle” di Carlo Conti sulla Rai. Entrambi i format non hanno convinto il pubblico e si sono dimostrati incapaci di mantenere una base solida di spettatori.

L’interpretazione di questo fenomeno varia. Una posizione diffusa riconosce che l’offerta massiccia di contenuti trash e scandalistici sulle piattaforme digitali e social network spinge una parte del pubblico verso programmi più culturali, meno rumorosi e con uno scopo educativo o riflessivo. Chi cerca qualità trova conforto in trasmissioni di approfondimento e divulgazione, sperimentando così nuovi modi di fruire la televisione generalista.

Il ruolo del divulgatore e la qualità nella produzione televisiva

Mario Tozzi, conduttore di “Sapiens” su Rai3, ha sottolineato come oggi il pubblico attribuisca grande valore alla figura del divulgatore. Riesce a riconoscere chi sa trasmettere conoscenza in modo efficace e autentico. Tozzi evidenzia come il pubblico si identifichi nel messaggero e apprezzi la coerenza tra contenuto e chi lo presenta.

L’esperienza conferma che non basta la quantità o un’idea accattivante: occorrono competenze reali e rispetto del tema trattato. La qualità non è un plus, ma una componente imprescindibile per conquistare ascolti duraturi.

Umberto Broccoli, archeologo e conduttore, spiega la differenza di approccio nei programmi: alcuni sono realizzati con la logica del “facile” cioè puntando sul minimo sforzo e il risultato immediato; altri invece adottano la via “semplice”, che richiede competenze approfondite per raccontare in modo chiaro e diretto.

Broccoli nota una inversione di tendenza, con il pubblico che predilige prodotti elaborati con cura soprattutto in ambito storico e culturale. I suoi nuovi programmi in prima serata per Rai storia confermano questo interesse crescente.

La coerenza del palinsesto come fattore di successo per i programmi culturali

Andrea Salerno, direttore di La7, attribuisce il successo alla capacità di costruire un’offerta televisiva coerente sul lungo periodo. Quando una rete mantiene un’identità chiara e offre una linea editoriale stabile, i telespettatori imparano a fidarsi e a seguire i programmi con continuità.

Salerno sottolinea che questa strategia ha permesso a La7 di raggiungere risultati in prime time che non aveva mai ottenuto prima, scalando la classifica delle reti più seguite. L’esempio di programmi come quelli di Augias o Aldo Cazzullo, quest’ultimo con una crescita costante, dimostra che la fiducia del pubblico si costruisce nel tempo e con contenuti inseriti in un contesto ben definito.

Questa sensibilità del pubblico verso una proposta chiara si rivela fondamentale in un momento in cui la frammentazione dell’offerta rischia di disorientare telespettatori. La continuità premia chi sa offrire cultura anche in prima serata senza rinunciare all’intrattenimento.

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