Il sindaco di montesilvano boccia il progetto nuova pescara: allargamento dei confini rischia di impoverire la città

Il sindaco di montesilvano boccia il progetto nuova pescara: allargamento dei confini rischia di impoverire la città

Il sindaco di Montesilvano, Ottavio De Martinis, critica il progetto di fusione tra Pescara, Montesilvano e Spoltore per Nuova Pescara entro il 2027, proponendo una città metropolitana gestita dal governo centrale.
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Il sindaco di Montesilvano, Ottavio De Martinis, critica il progetto di fusione tra Pescara, Montesilvano e Spoltore per creare "Nuova Pescara", proponendo invece una città metropolitana regolata dal governo centrale e chiedendo un rinvio per un confronto più approfondito. - Gaeta.it

Il progetto di fusione tra Pescara, Montesilvano e Spoltore, che dovrebbe dare vita a Nuova Pescara entro il 2027, si scontra con forti critiche da parte del sindaco di Montesilvano, Ottavio De Martinis. Nel corso di una recente intervista, il primo cittadino ha espresso le sue riserve sulla visione attuale del progetto, mettendo in guardia sulle conseguenze negative che un allargamento dei confini comporterebbe per le tre città coinvolte. De Martinis rilancia l’idea di una città metropolitana, suggerendo un cambio di passo nelle modalità di gestione e nelle tempistiche.

Dissenso radicato tra i cittadini e sindaco di montesilvano contro nuova pescara

Le opinioni raccolte tra i residenti confermano un clima di forte opposizione verso il progetto Nuova Pescara. De Martinis racconta di incontrare ogni giorno cittadini che manifestano la loro contrarietà all’idea di un allargamento territoriale che, a loro avviso, ridurrebbe la qualità della vita e la funzione stessa della città. Questa presa di posizione appare diversa rispetto al referendum del 2014, quando la questione era stata trattata con dinamiche elettorali poco chiare e in un contesto diverso. Oggi, la percezione è che l’espansione proposta riporterebbe Pescara a quella condizione di periferia dormitorio che la città ha vissuto per lungo tempo. Per il sindaco, l’attuale configurazione rischierebbe di cancellare le identità dei singoli centri urbani, senza generare alcun beneficio concreto per i cittadini.

Montesilvano e la comunità compatta

Montesilvano si presenta quindi come una comunità compatta nel rifiutare un progetto che è visto come un passo indietro. Non si tratta solo di un’opposizione politica, ma di una preoccupazione legata alla vita quotidiana, ai servizi, alla gestione del territorio. Il riferimento a una “periferia dormitorio” richiama un passato problematico, con aree urbane che erano state marginalizzate e prive di sviluppo significativo. Questa memoria pesa nell’opinione pubblica e continua a influenzare le discussioni sul futuro dell’area metropolitana in Abruzzo.

Proposta alternativa: una città metropolitana sotto la tutela del governo centrale

Piuttosto che insistere sull’unione delle tre città come immaginata oggi, De Martinis suggerisce di orientare gli sforzi verso un modello di città metropolitana che coinvolga tutto il territorio in modo più sostenibile. La differenza principale sta nel fatto che questa struttura dovrebbe essere stabilita e regolata dal governo italiano, non dalla regione Abruzzo. Solo così si potrebbero introdurre modelli di governance più adeguati alla complessità territoriale e sociale dei comuni coinvolti. Il sistema di città metropolitana, secondo il sindaco, offrirebbe un orizzonte più credibile per Pescara, Montesilvano e Spoltore, evitando le difficoltà legate a una fusione affrettata e mal calibrata.

Nel contesto attuale, invece, si avverte una decisione impostata da logiche regionali senza una visione chiara e condivisa dagli attori principali e dai cittadini. Il sindaco puntualizza che servirebbe un progetto politico-amministrativo che parta dal livello centrale dello stato, capace di assicurare risorse e competenze specifiche per gestire più efficacemente i servizi e lo sviluppo. Questa proposta si lega anche alle esigenze di rappresentanza e di identità delle singole città, che rischiano di scomparire dentro un’unica entità amministrativa troppo ampia.

Un modello che rispetti le identità locali

“Solo con un intervento centrale potremo creare una struttura funzionale e rispettosa delle singole identità,” sottolinea De Martinis, richiamando la necessità di una nuova visione amministrativa che vada oltre le logiche regionali.

Dubbi sulle tempistiche e invito a un rinvio per evitare danni alle comunità

Il sindaco di Montesilvano non si limita a criticare la modalità del progetto, ma mette in discussione anche la fretta con cui si procede. L’orizzonte previsto per il completamento della fusione è il 2027, data che De Martinis considera troppo ravvicinata per affrontare una trasformazione di questa portata. La sua idea è di rinviare il processo almeno fino al 2029, allineandolo con le scadenze naturali dei mandati elettivi di Pescara e Montesilvano. Fissa dunque una pietra miliare più lontana, per permettere un dibattito più approfondito e una valutazione realistica delle conseguenze.

Aggiunge anche che non desidera imporre date rigide, ma vuole stimolare la riflessione della regione e dell’opinione pubblica sui rischi che si corrono, in particolare quello di peggiorare la situazione invece che migliorarla. La metafora delle lancette dell’orologio serve a sottolineare come la pressione del tempo possa risultare controproducente in questo caso. Gli sforzi amministrativi alle prese con problemi quotidiani appaiono incompatibili con un cambiamento strutturale così impegnativo da realizzare in pochi anni.

Condivisione con spoltore e invito alla calma

De Martinis sa che il tema coinvolge anche Spoltore e che, anche lì, la percezione delle difficoltà è condivisa. Conclude ricordando che, sebbene la responsabilità istituzionale resti un impegno importante, serve uno spazio più ampio dove ragionare con calma sul destino delle città abruzzesi, evitando scelte affrettate capaci di danneggiare il territorio e i suoi abitanti. Lo scenario di Nuova Pescara resta così sospeso tra pressioni politiche e dubbi concreti.

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