Il sindaco di molfetta tommaso minervini esce dagli arresti domiciliari ma resta sospeso per un anno

Il sindaco di molfetta tommaso minervini esce dagli arresti domiciliari ma resta sospeso per un anno

Il tribunale di Trani revoca gli arresti domiciliari per il sindaco di Molfetta Tommaso Minervini, sospeso per un anno dall’incarico, mentre proseguono le indagini su presunte irregolarità negli appalti comunali.
Il Sindaco Di Molfetta Tommaso Il Sindaco Di Molfetta Tommaso
Il tribunale di Trani ha revocato gli arresti domiciliari al sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, ma ne ha disposto la sospensione dall’incarico per 12 mesi in un’inchiesta su presunte irregolarità negli appalti comunali. - Gaeta.it

Il tribunale del riesame di Trani ha disposto la revoca degli arresti domiciliari per il sindaco di molfetta, Tommaso Minervini, coinvolto in un’indagine giudiziaria su presunte irregolarità negli appalti comunali. Restano invece in piedi diverse misure cautelari, tra cui la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per dodici mesi che gli impedisce di tornare a guidare il comune pugliese. La decisione del tribunale segna un passaggio importante in una vicenda che ha sviluppato diversi capi d’accusa contro il primo cittadino e altre figure dell’amministrazione locale.

La vicenda giudiziaria che ha portato agli arresti domiciliari

Tommaso Minervini era stato arrestato il 4 giugno 2025, seguito dalla misura cautelare nei confronti della dirigente comunale Lidia De Leonardis, originaria di bari. L’indagine coordinata dalla procura di Trani riguarda l’affidamento di appalti pubblici in cambio di presunti favori elettorali. Fra le accuse contestate agli indagati ci sono corruzione, rivelazione di segreti d’ufficio, turbativa d’asta, frode, truffa e falso. Queste accuse hanno determinato l’applicazione di misure restrittive per limitare le interferenze sulle fasi investigative e amministrative.

La gip Marina Chiddo aveva infatti disposto la custodia cautelare agli arresti domiciliari per entrambi, con l’obiettivo di impedire che le attività del comune potessero subire alterazioni in presenza di procedimenti così delicati. Il coinvolgimento della dirigente De Leonardis riguarda presunte irregolarità nella gestione delle gare pubbliche, accuse che sollevano dubbi sulle procedure adottate dall’ente locale, da tempo al centro di inchieste giudiziarie.

La decisione del tribunale del riesame e le nuove misure cautelari

Il tribunale del riesame ha accolto il ricorso dei legali di Minervini e De Leonardis, annullando la detenzione domiciliare per entrambi. Il sindaco è però stato sospeso per un anno dall’attività pubblica. In questo modo, seppur libero, Minervini non potrà esercitare funzioni sindacali, un vincolo che limiterà il suo ritorno diretto alle responsabilità di governo comunale. La misura verso Lidia De Leonardis prevede invece sei mesi di interdizione dai pubblici uffici.

Gli avvocati della dirigente, Michele Laforgia e Alessandro Dello Russo, hanno dichiarato che la loro assistita non ha pilotato le gare né ostacolato le indagini. “Sottolineano che per ora la gravità indiziaria riguarderebbe solo peculato e falso, presunti a seguito delle microspie installate nell’ufficio di De Leonardis.” Le registrazioni audio non avrebbero confermato i sospetti di corruzione o turbativa, un dettaglio che sarà valutato nelle prossime fasi del processo.

Il clima politico e il significato del ricorso accolto

Minervini guida una lista civica locale che unisce forze di centrodestra e centrosinistra. La sospensione lo costringe a lasciare temporaneamente la carica di sindaco in un momento delicato per amministrare una città come molfetta, nota per una vasta partecipazione politica e sociale. Il ritorno libero ma sospeso comporta una situazione di stallo per l’amministrazione pubblica locale, che dovrà fare i conti con la gestione in assenza del primo cittadino.

Le indagini mosse dalla procura di Trani portano avanti una battaglia contro fenomeni di corruzione che rischiano di compromettere la fiducia nella pubblica amministrazione. La vicenda di Minervini e della dirigente De Leonardis si inserisce in un contesto più ampio che riguarda trasparenza e controllo degli appalti nelle realtà locali del sud italia.

Iniziative e presenze pubbliche durante la vicenda giudiziaria

Nonostante le difficoltà giudiziarie, Tommaso Minervini ha recentemente annunciato la donazione al Papa del libro “La bisaccia del cercatore”, scritto da don Tonino Bello, vescovo pugliese morto 25 anni fa. Insieme al libro, il sindaco ha consegnato anche una bisaccia e una sciarpa realizzate da artigiani locali di molfetta. Questo gesto ha valore simbolico e testimonia un legame con la comunità e la tradizione locale che continua a mantenere anche nel corso della vicenda giudiziaria in corso.

Questa attività pubblica mette in luce l’impegno del sindaco nel promuovere la cultura e le radici territoriali, elementi riconosciuti come importanti dalle diverse componenti sociali di molfetta. Il gesto ha avuto risalto mediatico e rappresenta un aspetto che va oltre il contesto giudiziario, offrendo un’immagine di continuità nella vita politica e sociale della città.

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