Il sarcofago degli sposi di cerveteri torna al restauro dopo 70 anni, visite aperte al pubblico

Il sarcofago degli sposi di cerveteri torna al restauro dopo 70 anni, visite aperte al pubblico

Il sarcofago degli sposi, simbolo etrusco di 2500 anni fa, torna a nuova vita grazie al restauro del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e dell’Istituto Centrale per il Restauro nel 2025.
Il Sarcofago Degli Sposi Di Ce Il Sarcofago Degli Sposi Di Ce
Nel 2025 il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia avvia un nuovo restauro del Sarcofago degli Sposi, con l’obiettivo di recuperare la sua originale colorazione e valorizzare l’opera, aprendo al pubblico il laboratorio per seguire i lavori. - Gaeta.it

Il sarcofago degli sposi, uno dei simboli più riconoscibili della cultura etrusca, torna sotto i riflettori grazie a un nuovo progetto di restauro lanciato nel 2025. Dopo decenni dall’ultimo intervento, l’opera torna a prendere vita con un lavoro che non punta solo alla conservazione, ma anche alla manutenzione e valorizzazione. Le visite al cantiere di restauro sono aperte due giorni a settimana, per permettere al pubblico di vedere da vicino il lavoro degli esperti.

Dal ritrovamento alla prima ricostruzione del sarcofago degli sposi a cerveteri

Nel 1881, a Cerveteri, all’interno della tenuta conosciuta come “della Banditaccia“, emerse un insieme di frammenti in terracotta che molti avrebbero potuto scambiare per semplici rottami. Quei pezzi, tuttavia, erano parti dell’arte etrusca più importante conservata oggi al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Il Sarcofago degli sposi risale a circa 2500 anni fa e fu acquistato da Felice Bernabei, fondatore del museo romano, per 4mila lire. La prima ricomposizione risale proprio a fine Ottocento, quando il lavoro di incastro dei frammenti permise di riportare alla luce l’opera funeraria che raffigura una coppia etrusca.

I restauratori di allora applicarono lastre metalliche per stabilizzare i pezzi e lasciarono visibili le parti mancanti del sarcofago. Quei piccoli vuoti rimasero una caratteristica nota, segnalando chiaramente le zone di ricostruzione. Fu la base per il successivo restauro degli anni Cinquanta, che intervenne per integrare i vuoti rimasti, colmando alcune lacune non coperte nel ’900. A quel punto, però, il lavoro di restauro si era fermato e per quasi 70 anni l’opera è rimasta sostanzialmente immutata.

Il nuovo progetto di restauro e la sfida del recupero cromatico

Il restauro appena avviato dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia ha come obiettivo non solo conservare il sarcofago ma anche restituirgli la sua originale colorazione. La direttrice Luana Toniolo ha spiegato che il lavoro pilota, concentrato sulle gambe dei due sposi – comprese le loro vesti e le scarpe, che lui porta e lei a punta – ha già dato risultati importanti. Dopo 150 anni dal ritrovamento, si nota una differenza cromatica rispetto agli interventi precedenti, con il colore originario della terracotta che emerge più nitido, meno spento.

Questa fase preliminare dovrebbe concludersi nel corso dell’estate, prima di affrontare il resto dell’opera. L’attenzione principale è assicurare omogeneità nella colorazione finale per preservare la resa visiva complessiva. Nel tempo, infatti, le parti restaurate si erano scolorite in modo diverso rispetto all’originale, con tonalità ormai molto più chiare e lontane dall’aspetto che doveva avere il sarcofago etrusco, che era piuttosto scuro, quasi nero. Il recupero di quella intensa cromia è fondamentale per rendere più autentica la percezione dell’opera.

L’apertura al pubblico, la collaborazione con l’istituto centrale per il restauro e le prospettive future

Il museo ha esteso un invito ai visitatori per seguire da vicino il procedimento di recupero, aprendo al pubblico il laboratorio due mattine alla settimana, il martedì e il giovedì dalle 10 alle 13. Questo consente a studiosi, appassionati e turisti di dialogare direttamente con i restauratori e capire meglio le delicate fasi di un restauro così complesso. Il progetto gode di una convenzione che mette insieme le competenze del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e dell’Istituto Centrale per il Restauro, per garantire un approccio scientifico e rigoroso.

L’intervento punta a creare un piano non solo per il restauro ma anche per la conservazione a lungo termine e la manutenzione regolare del sarcofago, evitando così future alterazioni o danni. Questo prepara il terreno per una valorizzazione costante e più accessibile del reperto, che oggi rappresenta uno dei tesori archeologici italiani più importanti. Il progetto 2025 segna un momento significativo per la tutela della storia etrusca, e insieme offre una nuova occasione per la città di Roma e la comunità archeologica di mantenere viva la memoria di questo capolavoro.

Change privacy settings
×