Il ruolo degli agricoltori chiave per la tutela ambientale secondo il sottosegretario Luigi D’Eramo

Il ruolo degli agricoltori chiave per la tutela ambientale secondo il sottosegretario Luigi D’Eramo

Il 22 aprile, Giornata mondiale della Terra 2025 evidenzia il ruolo cruciale degli agricoltori nella tutela del suolo, la lotta alla desertificazione, l’innovazione sostenibile e la protezione della biodiversità, inclusa l’apicoltura.
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L'articolo celebra la Giornata mondiale della Terra 2025, evidenziando il ruolo cruciale degli agricoltori nella tutela del suolo, la lotta alla desertificazione e la protezione della biodiversità, sostenuti da innovazioni tecnologiche e politiche di governo, con particolare attenzione anche all'importanza dell'apicoltura. - Gaeta.it

Il 22 aprile si celebra la Giornata mondiale della Terra, evento che mette al centro sfide ambientali globali e la necessità di una gestione responsabile del pianeta. Nel 2025 il tema scelto, “Il nostro potere, il nostro pianeta”, invita a riflettere su quanto le azioni umane possano influire sull’equilibrio naturale. A L’Aquila, Luigi D’Eramo, sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, ha sottolineato l’importanza concreta degli agricoltori nella salvaguardia del territorio e della biodiversità.

agricoltura e tutela del suolo: un connubio imprescindibile

Gli agricoltori rappresentano da sempre la prima linea nella cura del territorio. Attraverso pratiche quotidiane mantengono la fertilità del suolo, un patrimonio fragile che consente alle coltivazioni di prosperare. D’Eramo ha richiamato l’attenzione sul ruolo cruciale che questi lavoratori svolgono per impedire il degrado del terreno. Senza un’attenta gestione agricola, infatti, si accentua il rischio di desertificazione, soprattutto nelle aree interne del Paese che già soffrono un progressivo spopolamento.

La protezione del suolo passa per interventi diretti come la rotazione delle colture, l’applicazione di tecniche biologiche e biodinamiche, e un uso più consapevole delle risorse idriche. Proprio qui, in Italia, si osserva una consolidata leadership nel biologico, che amplia l’effetto benefico oltre la sola resa agricola fino a influire positivamente sulle condizioni ambientali generali. Questo non si traduce solo in risultati economici ma costituisce una base solida per il contrasto ai fenomeni climatici più estremi.

i rischi della desertificazione e il ruolo degli agricoltori

Il fenomeno della desertificazione rappresenta una minaccia concreta soprattutto nelle zone più interne e meno abitate. La gestione sostenibile del suolo da parte degli agricoltori risulta quindi indispensabile per monitorare e mitigare queste dinamiche, proteggendo così il patrimonio naturale del Paese.

rischi ambientali: dove manca l’agricoltura il territorio soffre di più

Aree rurali abbandonate o senza adeguata presenza agricola tendono a diventare più vulnerabili agli eventi naturali. L’assenza di colture e di cura del suolo favorisce l’erosione, la perdita di biodiversità e, in alcune zone, l’aumento del rischio idrogeologico. Il verde sparisce e insieme ad esso la capacità del terreno di assorbire l’acqua piovana o frenare frane. A questo si aggiungono le conseguenze del cambiamento climatico che acutizzano fenomeni come siccità e allagamenti.

D’Eramo ha ribadito che la fragilità dei territori va arrestata, mantenendo popolazioni agricole attive. Oltre a svolgere una funzione produttiva, gli agricoltori sono, in realtà, custodi del paesaggio e della sicurezza ambientale. Perciò il governo sta elaborando una strategia nazionale dedicata alle aree interne, con l’obiettivo di favorire la permanenza degli agricoltori e sostenerne il lavoro. L’idea è fermare l’abbandono dei campi e assicurare un presidio stabile su territori che, altrimenti, rischierebbero di perdere ogni forma di vitalità.

tutela delle aree interne e politiche di sostegno

La strategia nazionale in via di sviluppo mira a contrastare lo spopolamento nelle aree rurali interne, offrendo sostegno concreto agli agricoltori come principale difesa contro il degrado ambientale e la perdita di biodiversità.

innovazione e sostenibilità: la sfida tecnologica nel campo agricolo

La tecnologia oggi offre strumenti utili per migliorare la gestione delle risorse naturali in agricoltura. Sensori per monitorare l’umidità del terreno, droni per controllare lo stato delle colture e sistemi informatici per ottimizzare l’uso di fertilizzanti e acqua permettono interventi più precisi e mirati. L’innovazione favorisce non solo la produttività ma anche la riduzione dello spreco, in linea con pratiche che rispettano gli equilibri ambientali.

Il sottosegretario ha ricordato come l’Italia stia supportando queste trasformazioni con incentivi mirati. Il passaggio a metodi biologici e biodinamici trova così un alleato nelle tecnologie che consentono di coniugare produttività e salvaguardia dell’ambiente. Questo approccio sostiene la biodiversità, elemento fondamentale per mantenere sani gli ecosistemi agricoli e resistere meglio agli shock climatici.

tecnologie verdi e agricoltura di precisione

L’utilizzo di tecnologie verdi e di agricoltura di precisione rappresenta una opportunità fondamentale per coniugare sviluppo economico e rispetto ecosistemico, riducendo l’impatto delle attività agricole sull’ambiente.

il valore della filiera apistica per la biodiversità e l’ambiente

Oltre al lavoro diretto nei campi, la protezione della biodiversità passa attraverso settori specifici come l’apicoltura. Le api svolgono un ruolo determinante nell’impollinazione, processo essenziale per molte colture e per il mantenimento di habitat naturali. La filiera apistica tutela così non solo la produzione di miele, ma, più in generale, la salute degli ecosistemi che dipendono da questi insetti.

Nell’agenda di governo la tutela delle api è stata inserita con finanziamenti dedicati e misure di sostegno concrete. Questo mira a contrastare i fenomeni di declino delle colonie, aggravati dall’uso di pesticidi, malattie e perdita di habitat. Salvaguardare le api equivale a conservare un elemento chiave della catena alimentare e di conseguenza a supportare le stesse attività agricole su cui poggia tutta la filiera alimentare italiana.

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