La salute pubblica va ben oltre la somministrazione di farmaci o la presenza di strutture sanitarie efficienti. Un recente intervento di Barbara Rosina, presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali, durante la Giornata Nazionale del Personale Sanitario e Sociosanitario a Roma, ha messo in evidenza l’importanza di un approccio integrato nella cura e nel supporto delle persone. In un contesto segnato dalla pandemia di Covid-19, che ha amplificato il problema delle solitudini, delle violenze domestiche e delle disuguaglianze economiche, la figura dell’assistente sociale assume un ruolo centrale e non può essere trascurata.
La salute non è solo farmaci e ospedali
Barbara Rosina ha sottolineato che la salute deve essere vista in un’ottica più ampia: non si tratta solo di cure mediche, ma di un insieme di fattori sociali ed economici che influiscono sulla qualità della vita. Durante il lockdown, molti hanno sperimentato l’isolamento e le conseguenze di situazioni di disagio, come la violenza domestica. È in queste circostanze che gli assistenti sociali hanno mostrato la loro presenza e operosità, evidenziando come la loro figura non sia relegata a risolvere situazioni di emergenza, ma sia fondamentale nella quotidianità di ogni persona.
Rosina ha richiamato l’attenzione sulla necessità di un approccio olistico, che integri le competenze di diverse figure professionali per affrontare le sfide attuali, non solo nel contesto della salute fisica, ma anche per il sostegno psicologico e sociale. Le istituzioni devono riconoscere l’importanza di questo operato, soprattutto in un periodo post-pandemia, dove le fragilità sociali sono amplificate.
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Le preoccupazioni rispetto al futuro della professione
Un altro punto enfatizzato da Rosina è l’allerta riguardo alla carenza di assistenti sociali nel sistema sanitario italiano. Con soli 6486 professionisti attivi e quasi la metà pronta ad andare in pensione nei prossimi dieci anni, la situazione è allarmante. Questo non solo metterebbe a rischio la continuità dei servizi, ma potrebbe anche ostacolare l’implementazione delle riforme necessarie ad affrontare i nuovi bisogni sociali emersi con la pandemia.
La presidente ha esortato le istituzioni a considerare queste statistiche in modo serio, sottolineando che la preparazione e il supporto per i professionisti sono cruciali affinché possano operare efficacemente. Senza un adeguato numero di assistenti sociali, il rischio è che le persone con fragilità non ricevano l’assistenza e il supporto di cui hanno diritto, compromettendo così il loro benessere.
Lavoro di squadra tra professionisti
Rosina ha reso noto il ruolo fondamentale di tutti gli operatori del settore sanitario e sociosanitario, inclusi medici, infermieri e riabilitatori, nel creare un tessuto di supporto per le persone in difficoltà. La sinergia tra diverse figure professionali è essenziale per costruire programmi di assistenza completi e personalizzati, in grado di rispondere ai diversi bisogni dei pazienti.
Il messaggio è chiaro: quando una figura professionale manca, si perde un tassello essenziale per l’intero quadro assistenziale. I decisori politici devono comprendere che, affinché le celebrazioni della Giornata Nazionale non restino solo una formalità, è fondamentale supportare il lavoro di chi opera nei vari ambiti della salute, promuovendo iniziative che garantiscano formazione e risorse adeguate.
La Giornata Nazionale del Personale Sanitario e Sociosanitario, quindi, non si limita a celebrare gli operatori, ma deve rappresentare un’opportunità per riflettere sulle sfide future e su come affrontarle con un impegno concreto e strategico.