Il libro “All’ombra della storia” di Stefania craxi offre uno sguardo intenso sulla figura di Bettino craxi, ex presidente del consiglio e leader storico del partito socialista italiano. La presentazione al festival Passaggi di Fano ha aperto nuovi spunti di riflessione su un protagonista difficile della politica italiana degli ultimi decenni. La narrazione unisce la memoria privata della figlia, testimonianze politiche dirette e una lettura storica dell’epoca turbolenta che ha attraversato l’Italia.
Stefania craxi e il racconto di un’infanzia immersa nella politica
Stefania craxi, oggi senatrice di Forza Italia, ha ripercorso l’infanzia trascorsa in una famiglia strettamente legata agli scenari politici nazionali. Nei primi anni di vita aveva già toccato con mano la realtà della militanza politica, distribuendo volantini elettorali per il padre quando lui fece il suo ingresso in parlamento. Quelle erano giornate di fervore politico ma anche di rischio crescente.
Il contesto degli anni Settanta, infatti, segna uno spartiacque per l’Italia. Era un decennio caratterizzato da tensioni sociali e da episodi di terrorismo, in cui la stabilità politica veniva messa continuamente alla prova. Stefania parla dell’epoca ricordando le tensioni intorno al caso Moro, momento cruciale per il paese. Sottolinea come Bettino craxi avesse un atteggiamento fermo e umano, impegnato a salvare l’uomo prima che il politico, escludendo calcoli opportunistici o vantaggi elettorali.
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Un quadro umano e politico
Questo racconto personale regala un quadro umano vivido di un uomo immerso in un periodo complesso, e mostra come la politica si intrecciasse strettamente con la vita familiare.
Il 30 aprile 1993, il lancio delle monetine e la durezza della politica
Tra i ricordi più intensi condivisi da Stefania craxi c’è quel 30 aprile 1993, giornata che segnò un momento drammatico. Fu allora, all’uscita dell’hotel Raphael, che Bettino craxi fu oggetto di una protesta violenta sfociata nel lancio di monetine. Quel gesto pubblico divenne simbolo di un clima di esasperazione che si respirava all’epoca.
Stefania ricorda quella scena come un momento doloroso, in cui si percepiva chiaramente la brutalità degli attacchi rivolti al padre. Racconta della telefonata che ricevette da lui dopo un’intervista a Ferrera: sentì la sua voce calma ma ferma mentre le diceva “una craxi non piange”. Quella frase indicava la durezza richiesta dalla politica nei momenti di crisi. Un invito a non cedere, a sostenere una forza d’animo spesso dura da mantenere.
Il lato privato di un leader pubblico
L’aneddoto illumina il lato privato di un leader pubblico travolto dalla tempesta mediatica e politica, e fa emergere l’impatto umano di quelle vicende per chi stava accanto a lui.
Bettino craxi nel contesto della storia politica italiana
Il libro di Stefania craxi si configura inoltre come un tentativo di lettura storica che supera le narrazioni ufficiali consolidate. L’autrice intreccia il proprio vissuto con una riflessione sugli eventi che hanno segnato la seconda metà del XX secolo in Italia.
Bettino craxi emerge come una figura controversa e complessa, vissuta tra successi politici e scandali giudiziari. La testimonianza familiare restituisce una prospettiva meno conosciuta, fatta di momenti privati e scelte difficili. Si parla del suo ruolo durante gli anni di piombo, della lotta al terrorismo e delle tensioni sociali crescenti.
Anche il rapporto con la giustizia e le vicende giudiziarie degli anni Novanta rimangono parte centrale della narrazione. Stefania pesa parole e ricordi con attenzione per tracciare un ritratto più completo, senza eludere i passaggi delicati. Il libro racconta soprattutto un uomo che ha implicato tutta la sua famiglia in un percorso segnato da luci e ombre difficili da dimenticare.
L’opera si inserisce nel dibattito culturale sul periodo Craxi e sulla trasformazione della politica italiana, portando testimonianze dirette e materiali di prima mano.
La presentazione avvenuta a Fano ha acceso l’attenzione su questo testo, dimostrando che il confronto con il passato resta vivo e necessario. Tra memoria personale e ricostruzione storica si delinea un quadro che coinvolge non solo la famiglia Craxi, ma chi ha vissuto quegli anni come protagonisti o testimoni.