Il restauro delle sculture barocche della pilotta di parma: un recupero tra guerra e memoria

Il restauro delle sculture barocche della pilotta di parma: un recupero tra guerra e memoria

Nel complesso della Pilotta a Parma, il restauro delle sculture in stucco del teatro Farnese di Luca Retti danneggiate nel 1944 mira a preservare memoria storica e valore artistico con il sostegno della Fondazione Baechi.
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A Parma, nel complesso della Pilotta, è iniziato il restauro di sei sculture in stucco del teatro Farnese, danneggiate nel 1944, per recuperare e valorizzare questo simbolo barocco che rappresenta il contrasto tra guerra e pace, grazie al finanziamento della Fondazione Baechi. - Gaeta.it

Nel complesso monumentale della Pilotta a Parma, un intervento di restauro ha preso il via per riportare alla luce sei sculture in stucco che fanno parte del teatro Farnese, capolavoro del barocco europeo. Le opere, realizzate nel 1617 dal plasticatore ticinese Luca Retti, erano gravemente danneggiate da un bombardamento risalente al 1944 e conservate in condizioni frammentarie. L’intervento mira a restituire all pubblico queste statue che raccontano un contrasto simbolico tra guerra e pace.

Le origini delle sculture e la loro funzione nel teatro Farnese

Le sei opere in stucco raccontano una storia antica e complessa. Furono create dalla bottega di Luca Retti nel 1617 e infatti rappresentano tre alfieri, due angeli e una figura femminile con una decorazione a fiori sul petto. Questi elementi simbolici erano inseriti in un insieme più ampio volto a rappresentare allegoricamente la tensione tra guerra e pace. Il teatro Farnese, all’interno del quale erano esposte, è noto per la sua imponente architettura e le decorazioni barocche ricche di effetti scenografici. Le sculture si inserivano in questa narrazione visiva creando un contatto diretto tra decorazione e funzione teatrale.

Materiali e tecniche costruttive

I materiali con cui le statue sono costruite mostrano una tecnica fragile e poco convenzionale: paglia, corde, panni assieme a parti metalliche costituiscono la trama interna delle statue. Questo rende la loro conservazione particolarmente complessa, perché la loro “ossatura” non è solida come il marmo o la pietra, ma molto delicata e soggetta a usura e rotture nel tempo. Non a caso, il loro stato di conservazione dopo il bombardamento del 1944 ha lasciato molte parti parzialmente distrutte o mancanti, dando vita a un quadro frammentario che ora si cerca di ricomporre.

Il danno causato dal bombardamento e la conservazione frammentaria

Durante la seconda guerra mondiale, nel 1944, un bombardamento colpì Parma e in particolare il complesso della Pilotta. Le sculture in stucco del teatro Farnese furono pesantemente danneggiate, privando la città di un prezioso elemento della sua eredità artistica. Da allora, le statue sono state conservate in modo conservativo ma frammentario, con interventi limitati e non completi. Due tra queste, un alfiere e la figura femminile, non sono mai stati restaurati e mostrano marcati segni di degrado.

Quattro statue invece sono state oggetto di interventi conservativi nel 1978, ma con il passare degli anni si è reso necessario un nuovo controllo e un’aggiornata revisione dei supporti e degli elementi integrati. La fragile natura di queste opere reticolari richiede cure specifiche per evitare ulteriori deterioramenti e per mantenere intatta la loro funzione decorativa e storica. Si tratta di lavori lunghi e metodici che seguono protocolli di messa in sicurezza, pulitura e consolidamento delle superfici, spesso mediante tecniche poco invasive.

Il restauro attuale e il sostegno della fondazione baechi

A partire da maggio 2024 è stato avviato un cantiere di restauro condotto da Elena Zichichi ed Elena Russo, sotto la direzione dei lavori di Gisella Pollastro, destinato a garantire preservazione e valorizzazione delle statue. Il progetto include la rimozione delle impurità, il consolidamento delle parti più deboli e la reintegrazione selettiva delle lacune. Oltre alla cura fisica del materiale, il restauro coinvolge anche una parte digitale. Sarà infatti realizzata una ricostruzione 3D del teatro Farnese nella quale le sculture verranno riposizionate virtualmente, restituendo l’aspetto originario di questa decorazione barocca.

Finanziamenti e impegno internazionale

Il progetto è interamente finanziato dalla Fondazione Isabel e Balz Baechi, nata in Svizzera e impegnata nella tutela del patrimonio culturale a livello internazionale. Paola Potenza, responsabile dei progetti di restauro della fondazione, ha spiegato che il sostegno va al di là del valore artistico e storico delle statue. “Si tratta di un impegno a mantenere viva la memoria delle distruzioni della guerra e a responsabilizzare la comunità sul mantenimento della cultura, specie in un periodo storico segnato da nuovi conflitti.”

Il ruolo delle sculture nella conservazione della memoria storica e culturale

Dietro ogni statua restaurata c’è una storia che va oltre l’aspetto artistico: queste opere raccontano la violenza della guerra e la fragilità della pace. Rappresentano un patrimonio che non si limita a decorare uno spazio, ma testimonia le trasformazioni e le perdite di un territorio. Da una parte sono immagini di guerra, con gli alfieri e le armature, dall’altro figure angeliche e femminili che evocano concetti di pace e rinascita.

La loro tecnica composita rende evidente il rischio che l’arte possa scomparire se non curata. Il restauro delle sculture del teatro Farnese diventa così un gesto che coinvolge tutta la comunità culturale e la cittadinanza di Parma. “È un richiamo a riconoscere la storia anche nei suoi momenti più dolorosi, conservando l’eredità senza cancellarla.” La presenza di uno sponsor internazionale, una fondazione svizzera che ha scelto questo progetto per la sua attenzione al valore culturale delle opere, sottolinea l’importanza della collaborazione tra enti pubblici e privati per tutelare il patrimonio italiano.

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