Negli ultimi diciassette anni il potere d’acquisto delle famiglie italiane non è cresciuto. Nonostante questo, molte istituzioni continuano a puntare sul turismo come punto di forza del paese, con obiettivi ambiziosi di presenze estere. Il paradosso è che sempre meno famiglie italiane riescono a permettersi di viaggiare, soffocate da costi crescenti e redditi stagnanti. La questione apre uno scenario complesso: come può l’Italia valorizzare il turismo interno, crucialmente legato alle famiglie, quando il reddito disponibile non tiene il passo con l’aumento dei prezzi?
Il potere d’acquisto fermo e la difficoltà delle famiglie a viaggiare
Il reddito disponibile delle famiglie italiane è sostanzialmente bloccato da quasi due decenni. Mentre i costi di beni essenziali come alimentari, abitazioni e abbigliamento sono aumentati in modo significativo, il salario medio non è riuscito a seguire questa crescita. Questo squilibrio ha un impatto diretto sulla capacità delle famiglie, in particolare quella media o media-bassa, di pianificare e sostenere vacanze o viaggi turistici. I costi sempre più elevati delle spese quotidiane obbligano molte famiglie a ridurre le uscite non essenziali, tra cui quelle per il turismo.
Nel contesto attuale, le famiglie italiane si trovano spesso a dover fare i conti con una gestione molto rigida del bilancio familiare, contando ogni spicciolo per arrivare a fine mese. Questo scenario limita fortemente la possibilità di viaggiare, soprattutto se si tratta di vacanze familiari o soggiorni di più giorni, che richiedono budget più consistenti. A peggiorare la situazione, l’assenza di politiche mirate a sostenere concretamente le famiglie nel turismo interno.
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Le dichiarazioni del governo e le priorità assenti sulle famiglie
Il ministro del Turismo ha più volte ribadito l’obiettivo di superare la Spagna come primo paese europeo per presenze turistiche, dopo aver sorpassato la Francia. Tuttavia questo traguardo riguarda prevalentemente le presenze complessive, una categoria che comprende soprattutto visitatori stranieri. I media e le istituzioni focalizzano l’attenzione su queste cifre per vantarsi di risultati internazionali, senza considerare che, nel calcolo delle presenze, le famiglie italiane pesano progressivamente sempre meno.
Non esistono interventi concreti pensati per rimettere le famiglie italiane nelle condizioni di viaggiare. Nemmeno il dibattito pubblico sembra considerare quanto la crisi del potere d’acquisto limiti la loro capacità di spesa nel settore turistico. Il racconto ufficiale continua a dipingere un’epoca d’oro, con più lavoro e reddito, ma questa narrazione non corrisponde alle difficoltà di chi effettivamente deve fare i conti con le uscite di ogni giorno.
Le famiglie che costituiscono la fascia più numerosa e tradizionale dei viaggiatori italiani si trovano di fatto escluse dal settore turistico in espansione, riducendo così anche il mercato interno e penalizzando le destinazioni che tradizionalmente vivono di turismo nazionale.
Tra costi in aumento e mancanza di politiche efficaci, vacanze un lusso sempre più raro
Nel frattempo, tutto ciò che riguarda le spese di base è aumentato: dai prezzi dell’abitazione, spesso componente maggiore delle spese familiari, al costo degli alimentari come pane e pasta, fino alla spesa per l’abbigliamento. Anche i servizi collegati ai viaggi, come trasporti e alloggi, si sono fatti più cari. Questo ha un effetto a catena: meno famiglie possono permettersi turismo, le mete tipiche per le vacanze italiane rischiano di perdere capacità attrattiva per la domanda interna.
Il problema si acuisce nelle fasce medie del paese, dove il turismo rappresenta una parte rilevante dell’economia familiare e sociale. Non basta parlare di turismo sostenibile o di grandi numeri di presenze, se chi dovrebbe essere la base solida di questo mercato non riesce più a partecipare.
Un invito a cambiare prospettiva e priorità nel turismo italiano
Si rende dunque necessaria una vera attenzione politica sulle condizioni economiche del ceto medio e popolare, che dovrebbe tornare a frequentare le località turistiche, per rilanciare un settore che si regge sia sul turismo nazionale che internazionale. Senza misure concrete a sostegno del reddito delle famiglie e delle spese legate al viaggio, sarà difficile riallineare le ambizioni del paese con la realtà concreta delle risorse a disposizione degli italiani.
Il turismo rimane un settore strategico per l’Italia, ma il modo in cui viene gestito e raccontato non sempre riflette le esigenze reali della popolazione. Le presenze totali, spesso celebrate dagli addetti ai lavori, non danno un quadro completo se non si tiene conto del ruolo delle famiglie italiane e delle loro difficoltà economiche.
Da anni il sistema non riesce a creare le condizioni per permettere alle famiglie di viaggiare in modo regolare e accessibile. Serve dunque un cambio di prospettiva, con un impegno ad affrontare la questione economica e sociale che sta dietro ai numeri ufficiali, spostando l’attenzione verso politiche di welfare che sostengano concretamente il turismo familiare.
Il turismo italiano rischia altrimenti di diventare un fenomeno sempre più segnato dalla massificazione di visitatori esteri, lasciando sullo sfondo le esigenze di chi vive il paese. Affrontare la difficoltà delle famiglie italiane nel viaggiare diventa quindi una questione urgente, non solo sociale ma anche economica, per rilanciare un comparto che rappresenta una risorsa fondamentale per l’economia nazionale.