il quotidiano Alto Adige compie 80 anni e celebra il suo ruolo nella storia e nella convivenza locale

il quotidiano Alto Adige compie 80 anni e celebra il suo ruolo nella storia e nella convivenza locale

L’Alto Adige, quotidiano di Bolzano fondato nel 1945 dal Comitato di Liberazione Nazionale, celebra 80 anni come ponte tra culture linguistiche diverse e testimone della storia e crescita del Trentino Alto Adige.
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Il quotidiano Alto Adige, fondato nel 1945 a Bolzano, ha svolto un ruolo fondamentale nel promuovere la convivenza tra le diverse comunità linguistiche dell'Alto Adige, accompagnando lo sviluppo sociale e culturale della regione per oltre ottant'anni. - Gaeta.it

Dal 1945 il quotidiano Alto Adige rappresenta un punto di riferimento per la vita culturale e sociale di Bolzano e dell’intera provincia. Nato subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, il giornale ha accompagnato le trasformazioni di un territorio segnato dalla guerra e da profonde tensioni etnolinguistiche. Nel 2025, la redazione ha festeggiato i suoi ottant’anni con un evento alla sede di Bolzano, che ha visto la partecipazione di figure di spicco come l’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato.

Le origini di un giornale nato dal dopoguerra e dalla resistenza

L’Alto Adige vide la luce il 24 maggio 1945 su iniziativa del Comitato di Liberazione Nazionale, proprio nel momento in cui l’Europa iniziava a rimettersi in piedi dopo il conflitto mondiale. Il giornale nasce come strumento per costruire un dialogo nuovo, in un territorio segnato da divisioni linguistiche e culturali profonde. Giuliano Amato, intervenuto alla cerimonia, ha ricordato come il quotidiano sia “figlio della resistenza e della fine di un regime”, rappresentando un impegno costante per fondare una convivenza civile lontana da conflitti.

Un ruolo centrale nella società altoatesina

Amato ha sottolineato che il giornale ha avuto un ruolo centrale nel consolidare una società capace di riconciliarsi con il proprio passato e guardare al futuro. Nel corso degli anni, il quotidiano ha contribuito a “costruire ponti” fra le diverse comunità linguistiche tipiche dell’Alto Adige, tracciando un percorso che ha portato ad una realtà sociale più serena rispetto ai decenni precedenti.

il ruolo dell’Alto Adige nella convivenza tra gruppi linguistici e nella crescita locale

Il presidente del gruppo editoriale Athesia, Michl Ebner, ha ricordato come la storia del quotidiano sia legata a momenti difficili. Subito dopo la guerra, la convivenza fra i gruppi di lingua italiana, tedesca e ladina non era affatto scontata. In questo contesto il giornale ha svolto la funzione di “ponte” fra culture diverse, contribuendo a superare incomprensioni e conflitti. Ebner ha apprezzato la fiducia dimostrata ogni giorno dai lettori, che permettono alla redazione e a chi si occupa della distribuzione di portare avanti un lavoro costante.

La presenza sul territorio e il legame con la comunità

La presenza del quotidiano nel territorio rappresenta, secondo l’editore, un legame saldo con la comunità. Attraverso le storie raccontate e le notizie raccolte, l’Alto Adige ha mantenuto un filo diretto con le persone, favorendo la partecipazione civica e lo scambio culturale. Questa funzione continua a essere essenziale, anche in un’epoca dove l’informazione digitale tende a frammentare il rapporto tra giornali e pubblico.

80 anni di racconti dal dopoguerra a oggi, tra eventi storici e volti della comunità

Il direttore Mirco Marchiodi ha ripercorso i temi affrontati dalla testata lungo i decenni. Il territorio altoatesino, da una delle aree più povere della penisola, ha conosciuto uno sviluppo economico e sociale rilevante, e il giornale ha seguito questo progresso con attenzione. La convivenza fra gruppi linguistici ha rappresentato un aspetto centrale della cronaca e delle riflessioni pubblicate.

Momenti simbolo del territorio documentati dal giornale

L’Alto Adige ha documentato momenti simbolo, come la scoperta di Ötzi, l’uomo venuto dal ghiaccio, che ha catturato l’interesse mondiale, ma anche altre notizie più locali come le imprese sportive di Jannik Sinner. Il quotidiano è stato un contenitore di storie di persone e comunità, mettendo in luce aspetti spesso poco conosciuti del territorio sudtirolese. Marchiodi ha evidenziato come il giornale abbia mantenuto un legame stretto con le realtà del luogo, raccontando volti, eventi e cambiamenti.

un omaggio a Orfeo Donatini e una sala dedicata alla sua memoria alla sede del giornale

Durante la celebrazione degli 80 anni è stata dedicata una sala interna alla memoria di Orfeo Donatini, figura nota nel mondo editoriale altoatesino. Donatini è stato presidente della società editrice Sie Spa, che pubblica anche L’Adige e altri giornali regionali. La sua scomparsa recente ha segnato la comunità del giornalismo locale, e questa intitolazione rappresenta un gesto di riconoscimento per il suo contributo al mondo dell’informazione in Trentino Alto Adige.

Un riconoscimento per il contributo editoriale

L’intitolazione serve anche a ricordare l’impegno di chi lavora dietro le quinte per garantire la continuità e la qualità delle pubblicazioni. Donatini ha lasciato un’eredità nella gestione editoriale e nelle scelte strategiche che hanno permesso ai giornali di mantenersi vicini alle esigenze dei lettori, pur in un momento di forte trasformazione per il settore dei media. Il ricordo di questa figura si inserisce nel racconto dell’Alto Adige come testimone e attore fedele della storia regionale.

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