il processo a simone monteverdi per l’omicidio della nonna a chiavari inizierà il 7 ottobre in corte d’assise

il processo a simone monteverdi per l’omicidio della nonna a chiavari inizierà il 7 ottobre in corte d’assise

Il processo a carico di Simone Monteverdi per l’omicidio della nonna Andreina Canepa a Chiavari si concentra sulle sue condizioni psichiatriche, con perizie che potrebbero influenzare la sentenza e le misure di sicurezza.
Il Processo A Simone Monteverd Il Processo A Simone Monteverd
Simone Monteverdi, 22 anni, è imputato per l’omicidio della nonna a Chiavari. Le sue condizioni psichiatriche, che ne avrebbero annullato la capacità di intendere e volere, sono al centro del processo previsto per ottobre 2025. - Gaeta.it

Il caso di Simone Monteverdi, il giovane di 22 anni accusato dell’omicidio della nonna a Chiavari lo scorso settembre, approda ora alle fasi preliminari del processo. La vicenda, seguita da vicino a Genova e nell’entroterra ligure, si complica per le condizioni psichiatriche dell’imputato che risultano centrali nel dibattimento. I fatti risalgono a pochi mesi fa ma le implicazioni giudiziarie coinvolgono aspetti delicati fra diritto penale e perizie psichiatriche.

Le circostanze del delitto e il coinvolgimento di simone monteverdi

Simone Monteverdi abitava con la nonna Andreina Canepa a Chiavari, in provincia di Genova. La mattina dell’omicidio, avvenuto a settembre 2024, il giovane ha utilizzato un coltello da cucina per aggredire l’anziana donna, infierendo con diversi colpi. Successivamente ha impugnato un paio di forbici, con cui ha colpito la nonna ben 29 volte al collo e al volto, provocandone la morte sul colpo o poco dopo. Dopo l’aggressione ha avvisato i carabinieri confessando quanto accaduto. Prima dell’arrivo delle forze dell’ordine, Monteverdi ha gettato l’arma da uno dei serramenti dell’appartamento.

L’episodio ha destato particolare scalpore a Chiavari, data la natura familiare del rapporto fra vittima e aggressore. Le indagini della procura hanno seguito questo aspetto per valutare aggravanti e la posizione del giovane. L’aggressione si è consumata in un contesto domestico, e la relazione stretta fra vittima e autore è un elemento che pesa sulle future decisioni del tribunale.

Le condizioni psichiatriche di monteverdi e le valutazioni del perito

Un punto centrale del procedimento riguarda l’accertamento delle condizioni psichiche di Simone Monteverdi al momento dell’omicidio. Lo psichiatra incaricato dal giudice per le indagini preliminari ha formulato una diagnosi chiara: il ragazzo era totalmente incapace di intendere e volere. Questa malattia mentale, secondo il perito, avrebbe annullato ogni consapevolezza e controllo sulle azioni compiute quella mattina.

Questa valutazione porta a conseguenze importanti sul piano giudiziario. Ad esempio, la sua incapacità mentale giustifica l’applicazione di misure di sicurezza, invece che pene detentive ordinarie. Monteverdi è stato quindi trasferito in una Residenza per l’esecuzione della misura di sicurezza a Genova Pra’, dove si trova in attesa del processo. Qui riceverà trattamenti sanitari per la sua condizione.

La procura ha richiesto al giudice l’adozione di questa misura di sicurezza in forma cautelare, vista la gravità del reato e le condizioni psichiche dell’imputato. Nonostante la possibilità di proscioglimento per incapacità, il trasferimento in struttura sarà obbligatorio fino a quando non si riterrà cessata la pericolosità sociale del giovane.

Il processo a corte d’assise: tempi e possibili scenari

Il rinvio a giudizio è stato stabilito e fissato per il 7 ottobre 2025, quando si aprirà il procedimento in corte d’assise. Il processo dovrà svolgersi senza riti alternativi, come previsto dalle norme in caso di omicidio con aggravante del legame familiare. I giudici dovranno valutare tutte le prove raccolte, incluse le perizie psichiatriche.

Interventi della difesa e dell’accusa

È previsto che la corte possa, se necessario, ordinare una nuova consulenza sulla capacità di intendere e volere di Monteverdi. In caso di conferma dell’incapacità, ci sarebbe il proscioglimento ma con l’obbligo di misura di sicurezza per la sua tutela e per la protezione collettiva. Nel caso contrario, potrebbe affrontare il processo e la pena per omicidio volontario aggravato.

L’avvocata difensore, Ilaria Tulino, seguirà l’imputato durante le udienze, puntando a far valere le condizioni mentali emerse nelle perizie. La pm Francesca Rombolà ha finora evidenziato la necessità della misura di sicurezza terapeutica, coerente con le conclusioni mediche.

Le prossime fasi del processo saranno fondamentali per definire se Monteverdi verrà giudicato capace di intendere o se proseguirà il trattamento nella struttura sanitaria. La vicenda resta sotto osservazione per il suo profilo complesso, che intreccia diritto penale, psichiatria e delitti in ambito famigliare.

Change privacy settings
×