Il presidente sudcoreano Lee Jae-myung si trova a Washington nel momento più delicato della sua prima missione diplomatica all’estero. Dopo una prima tappa a Tokyo, ora il confronto con gli Stati Uniti si concentra su alcuni nodi fondamentali nei rapporti bilaterali. Tra questioni militari, accordi commerciali e una strategia multilaterale che coinvolge anche la Cina, Seul cerca di riaffermare i propri interessi nazionali in una regione segnata da tensioni geopolitiche. Le trattative a Washington, fissate nel pomeriggio del 25 settembre 2025, presentano però numerose complessità e punti di disaccordo sul futuro dell’alleanza con l’amministrazione americana.
Le trattative a Washington e la domanda di flessibilità per le forze americane in Corea
Al centro dell’attenzione c’è il ruolo dei 28.500 soldati statunitensi presenti in Corea del Sud. Gli Stati Uniti hanno avanzato la richiesta di maggiore flessibilità strategica per queste truppe, in linea con la loro politica di contenimento della Cina nella regione indo-pacifica. Lee Jae-myung ha riconosciuto pubblicamente questa domanda, considerando però molto difficili possibili accordi immediati su questo punto. In un’intervista durante il volo verso Washington, il presidente ha definito le trattative “un passaggio delicato” e ha sottolineato come si aspetti una trasformazione “orientata al futuro” dell’alleanza militare, auspicando un dialogo aperto ma senza concedere facili compromessi.
Accanto alla questione della flessibilità per le forze Usa, nel confronto entreranno anche temi come la condivisione dei costi della difesa e la revisione degli accordi commerciali. Seul appare determinata a non stravolgere i termini dell’intesa esistente, puntando a mantenere un equilibrio tra sicurezza e sovranità nazionale. Washington, dal canto suo, preme per una ricalibrazione più netta del rapporto, in modo da distribuire meglio oneri e compiti tra alleati. L’attenzione resta alta anche sulla sicurezza regionale, soprattutto alla luce delle pressioni cinesi e delle tensioni nel Mar Cinese Meridionale.
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Parallelamente alla questione militare, le relazioni economiche tra Corea del Sud e Stati Uniti attraversano una fase altrettanto cruciale. Il 31 luglio è stato siglato un accordo tariffario che vede Washington imporre un dazio generale del 15% su prodotti coreani, mentre Seul si impegnerebbe a investire 350 miliardi di dollari negli Stati Uniti e a importare 100 miliardi di dollari di energia americana. Questo scambio rappresenta una delle misure più significative per riequilibrare gli scambi commerciali bilaterali.
Tuttavia, i dettagli sull’effettivo impegno di Seul in termini di investimenti restano ancora poco definiti. Diversi funzionari sudcoreani e statunitensi continuano a discutere sui numeri e sulle modalità di attuazione, soprattutto perché l’accordo si inserisce in un contesto globale di crescente protezionismo e competizione tra grandi potenze. Lee Jae-myung ha ammesso che, “in un mondo dove le nazioni perseguono i loro interessi con maggiore aggressività,” la Corea del Sud deve intensificare l’impegno per tutelare le proprie priorità economiche.
La diplomazia multilaterale di Lee Jae-Myung tra Washington e Pechino
Mentre Lee Jae-myung affronta le delicate trattative a Washington, la Corea del Sud porta avanti parallelamente un dialogo con la Cina, altro attore fondamentale nella politica asiatica. L’invio in Cina di una delegazione speciale guidata dall’ex presidente del Parlamento Park Byeong-seug sottolinea la volontà di Seul di normalizzare e rafforzare le relazioni con Pechino. Park ha consegnato al ministro degli Esteri Wang Yi una lettera di Lee destinata al presidente Xi Jinping, invitandolo al prossimo vertice Asia-Pacific Economic Cooperation previsto per ottobre.
Questo passaggio disegna un cambio di rotta rispetto alla precedente amministrazione Yoon Suk-yeol, più indebolita negli equilibri tra Stati Uniti e Cina, almeno sul piano degli orientamenti politici. Lee punta a un approccio più bilanciato, dove la cooperazione strategica con la Cina conviverebbe con la prosecuzione dell’alleanza militare e politica con gli Stati Uniti. Il governo sudcoreano intende valorizzare questo doppio binario, promuovendo un partenariato con Pechino che tenga conto dei reali interessi nazionali e protegga la stabilità regionale, senza però rinunciare ai legami consolidati con Washington.
Seul ribadisce di voler rispettare il principio della “Unica Cina” e di favorire il dialogo come leva per evitare tensioni crescenti nel Pacifico. La presenza della delegazione a Pechino coincide con il momento in cui il focus globale sul conflitto commerciale e militare si fa più intenso, segnando un bilancio provvisorio su quanto ciascun attore politico sia disposto a cedere o difendere. L’intenzione dichiarata resta quella di perseguire un ruolo diplomatico che sappia navigare tra pressioni apparentemente contraddittorie, “senza chiudere porte né provocare accessi contrasti.”
Washington, 25 settembre 2025 – Il confronto tra il presidente Lee Jae-myung e l’amministrazione statunitense durerà molte ore, scandito da colloqui e tavoli tecnici. Le questioni sul tappeto riguardano fondamentalmente il riassetto strategico in Asia orientale e il futuro della partnership economica, due ambiti che condizioneranno i prossimi passi della Corea del Sud nel quadro della competizione tra grandi potenze.