Le parole di papa leone xiv rivolte alla plenaria della riunione delle opere per l’aiuto delle chiese orientali hanno acceso nuovamente l’attenzione sul destino del cristianesimo in oriente. Il cardinale claudio gugerotti, prefetto del dicastero per le chiese orientali e presidente della roaco, ha ribadito la gravità della situazione in un’intervista con i media vaticani. Le terre cristiane orientali, martoriate da conflitti e persecuzioni, rischiano di perdere una presenza storica che ha radici profonde nel tempo. Lo scenario che emerge racconta non solo la sofferenza delle comunità locali ma anche una crisi civile e culturale che coinvolge tutta l’umanità.
Le parole di papa leone xiv e l’allarme della roaco
Il 26 giugno 2025 papa leone xiv è intervenuto alla plenaria della roaco, riunione che riunisce gli enti assistenziali dedicati all’aiuto delle chiese orientali. Nel suo discorso, il pontefice ha espresso un forte senso di indignazione e preoccupazione verso la situazione crescente nell’oriente cristiano. Le sue parole hanno sottolineato una perdita gravissima: quella della libertà e dei diritti umani, calpestati a causa di violenze e guerre che non danno tregua. Il riferimento al quadro di francisco goya “il sonno della ragione genera mostri” ha fatto da immagine simbolica per descrivere un mondo che sembra aver smarrito senso e misura. gugerotti ha richiamato l’urgenza di ascoltare questo monito, che non è solo religioso ma riguarda la condizione umana globale.
Il discorso ha messo in luce come moltissime persone assistano impotenti al diffondersi della distruzione, aggravata da una politica lontana dai bisogni della gente comune e sostituita da una gestione elitaria e autoreferenziale. Nessun vero dialogo è possibile quando le stesse norme internazionali vengono ignorate dai potenti senza responsabilità. L’opera della roaco, guidata da gugerotti, si muove proprio in questo contesto, cercando di non perdere di vista le esigenze dei cristiani rimasti, e di restare vigile sul piano etico e umanitario.
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La politica di élite e l’impotenza delle comunità cristiane in medio oriente
Secondo il prefetto del dicastero, la crisi non è solo militare o religiosa, ma anche politica. La gran parte dei governi e dei leader precostruisce decisioni senza consultare realmente i popoli coinvolti. Lo spazio pubblico e il diritto internazionale vengono messi da parte, mentre i conflitti si sviluppano senza alcun rispetto delle regole. La conseguenza è una sensazione diffusa di abbandono nelle popolazioni, e in particolare nelle comunità cristiane, rilanciate al ruolo di vittime silenziose.
La politica attuale appare incapace di garantire sicurezza o giustizia. Le denunce contro le violazioni non trovano risposta, mentre la distruzione si allarga come un incendio. La guerra sembrerebbe essere accettata come normalità, e così anche la negazione di luoghi sacri, scuole, e spazi di aggregazione sociale. gugerotti nota che questa situazione lascia i cristiani in balia di una violenza implacabile, portandoli a fuggire o a scomparire lentamente. L’assenza di dialogo e di volontà politica rende ancora più difficile una soluzione, alimentando un circolo vizioso di disperazione e fuga.
L’orient cristiano come terra di martiri da sempre
Il cardinale ricorda che l’oriente cristiano è stato storicamente il luogo di numerosi martiri. Questa realtà si ripropone oggi con violenze che non concedono tregua. Le comunità sono soggette a persecuzioni continue, che eliminano progressivamente la loro presenza storica. Le radici di queste popolazioni vanno oltre la dimensione religiosa, coinvolgono aspetti culturali, sociali e politici delle regioni interessate.
Il prefetto si chiede quanto a lungo ci si dovrà rassegnare a questa situazione, osservando il silenzio che accompagna l’uccisione di persone in preghiera e la distruzione delle loro case. Le cause dietro questa violenza sfuggono a una spiegazione semplice: non è solo fondamentalismo religioso, ma anche lotte di potere e interessi politici. L’illusione che la fine dell’era sovietica avrebbe portato una pace duratura è stata spazzata via dai fatti. Oggi molte comunità cristiane si sentono escluse o tollerate con difficoltà persino nella loro terra natia.
Il rischio concreto di scomparsa delle chiese orientali
In mezzo a questo quadro, gugerotti lancia un allarme netto: la possibilità che le comunità cristiane orientali scompaiano del tutto. Queste chiese custodiscono tradizioni millenarie, inni, preghiere e insegnamenti dei padri della chiesa, un patrimonio irrinunciabile per il cristianesimo e la cultura mondiale. Se questo patrimonio si disperdesse, lascerebbe un vuoto nella storia religiosa ma anche nell’identità culturale dell’umanità.
Il rischio di estinzione non è astratto, ma imminente. Le distruzioni in corso non solo cancellano presenze fisiche ma rendono fragile la trasmissione di una eredità che ha alle spalle quasi duemila anni. gugerotti concorda con le parole di papa leone xiv nel richiamare l’attenzione globale, esortando a una presa di coscienza che superi divisioni e piccoli interessi. La comunità cristiana orienale è tra le più dimenticate e minacciate, nonostante conservi una speranza tenace che spesso sfugge a chi osserva solo da lontano.
Il ruolo della roaco nell’ecumenismo e nell’aiuto concreto
Nonostante la difficile situazione, la roaco continua a operare a fianco delle chiese orientali coinvolte nelle crisi. L’organizzazione lavora per ricostruire strutture scolastiche, religiose e sociali distrutte, creando segnali di speranza in contesti segnati dalla guerra. Il cardinale definisce questa attività un ecumenismo della carità, un’unione pratica tra chiese diverse che supera le divisioni teologiche tradizionali.
Questa solidarietà si traduce in azioni concrete di sostegno e assistenza, con un obiettivo chiaro: mantenere viva la presenza cristiana in terre difficili e sostenere le comunità nella vita quotidiana. Il dialogo ecumenico trova così una dimensione affinata, basata sul bisogno concreto di aiutarsi reciprocamente. Questo impegno mostra come, anche in tempi di conflitti e dolore, la collaborazione e l’aiuto possano costruire ponti oltre le ferite.
Le parole di gugerotti e la presenza della roaco testimoniano che esiste un fronte di lavoro attivo a favore dei cristiani orientali, un lavoro che richiede attenzione e sostegno in un contesto segnato da grandi sfide. La difesa di queste comunità passa anche attraverso la ricostruzione di legami e la tutela di un patrimonio religioso e culturale dai contorni antichi e delicati.