Il pomodoro buttiglieddru di Licata tra tradizione e rilancio sul mercato locale

Il pomodoro buttiglieddru di Licata tra tradizione e rilancio sul mercato locale

Il pomodoro buttiglieddru di Licata, presidio Slow Food, viene riscoperto e valorizzato grazie a metodi tradizionali e coltivazione sostenibile, con progetti per certificazioni DOP e IGP.
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Il pomodoro buttiglieddru è una varietà tradizionale di Licata (Agrigento), riscoperta e valorizzata per il suo sapore unico e il legame con il territorio, coltivata ancora con metodi antichi e destinata a riconoscimenti di qualità come DOP o IGP. - Gaeta.it

Il pomodoro buttiglieddru è una cultivar tipica di Licata e della provincia di Agrigento che sta vivendo una fase di riscoperta e rilancio. Questo pomodoro, già presidio Slow Food, è associato a tecniche di coltivazione antiche e un sapore particolare, raro da trovare nelle varietà moderne. Negli ultimi anni, gruppi di produttori e agricoltori locali hanno preso in mano la sua produzione per riportare in auge queste radici agricole, valorizzando un prodotto fortemente legato al territorio siciliano. Dietro questa iniziativa ci sono anche progetti per espandere la diffusione e pianificare riconoscimenti ufficiali di qualità.

Storia e significato del pomodoro buttiglieddru nella tradizione agricola di licata

Il nome buttiglieddru nasce dalla forma a goccia che ricorda una piccola bottiglia, una caratteristica che rende immediatamente riconoscibile questa varietà di pomodoro. Un tempo era tra le cultivar più diffuse nella zona di Licata, ma con il tempo e il cambio delle abitudini agricole è stata progressivamente abbandonata in favore di varietà più commerciali e standardizzate. Invece di sparire completamente, alcune famiglie di contadini hanno custodito le sementi originali, permettendo così di conservare questo patrimonio genetico locale.

Riscoperta e valore culturale

La sua riscoperta si inserisce in un contesto più ampio di valorizzazione di prodotti agricoli antichi, spesso legati a specifiche aree geografiche. Il recupero del buttiglieddru non serve solo a mantenere viva una tradizione ma anche a offrire un prodotto che restituisce sapori autentici, diversi dai pomodori tipici oggi più diffusi. Il gusto in particolare è descritto come più complesso, con un livello di zuccheri misurato e acidità equilibrata, che fa riaffiorare immagini precise legate alla memoria gastronomica locale.

Il legame stretto con il territorio e le sue implicazioni per la coltivazione

Le condizioni ambientali di Licata e dei paesi limitrofi sembrano decisive per mantenere intatte le caratteristiche del pomodoro buttiglieddru. I produttori sottolineano che chi coltivasse questa varietà altrove, anche in altre zone siciliane o in regioni diverse, non otterrebbe il medesimo profilo organolettico. Suolo, clima e tecniche agricole locali giocano un ruolo fondamentale nel mantenere sapore e qualità.

Metodi di coltivazione e superficie coltivata

La coltivazione avviene soltanto in pieno campo, secondo metodi di agricoltura integrata, senza l’uso eccessivo di sostanze chimiche o tecniche intensive. Attualmente, si coltivano circa 50 ettari nella zona, una superficie che lascia intendere una diffusione già significativa ma con margini di espansione. La raccolta si svolge tra primavera e estate, e può essere fatta a mano oppure con strumenti meccanici, a seconda delle esigenze produttive. Questa fase è molto delicata per preservare l’integrità del frutto e le sue qualità.

Impieghi culinari e trasformazioni tipiche del pomodoro buttiglieddru nel territorio siciliano

Il pomodoro buttiglieddru ha un ruolo importante nella cucina locale di Licata, soprattutto nella preparazione di prodotti tipici come la passata e la “schiacciata”, una focaccia tradizionale. Le sue proprietà organolettiche rendono la passata rustica particolarmente adatta come base per sughi semplici o piatti più elaborati, come ragù e salse. Questa flessibilità consente di inserirlo in diverse ricette, valorizzandone le note dolciastre ma equilibrate da una acidità moderata.

Patrimonio gastronomico e utilizzo in diverse preparazioni

Il legame con la focaccia tipica è un ulteriore esempio di come il prodotto vada ben oltre la semplice coltivazione, diventando patrimonio gastronomico. I trasformati ottenuti dal pomodoro buttiglieddru sono impiegati anche in pizze e altre preparazioni da forno, dove il sapore ricco si fonde bene con gli altri ingredienti. La versatilità in cucina contribuisce a sostenere la domanda e a creare un mercato attorno al prodotto, non solo fresco ma anche lavorato.

Prospettive di certificazione e sviluppo della filiera produttiva locale

Le caratteristiche uniche del pomodoro buttiglieddru hanno fatto emergere l’idea di ottenere riconoscimenti come la DOP o l’IGP. Questi marchi di qualità, anche se complessi da raggiungere, garantirebbero un’ulteriore tutela del prodotto e ne aumenterebbero il valore commerciale. La strada per l’ottenimento di queste certificazioni, comunque, richiede un lavoro lungo e la collaborazione tra diversi attori, dalla coltivazione alla trasformazione.

Gestione e ampliamento della produzione

La filiera, rigorosamente gestita all’interno del territorio siciliano, è ancora nelle prime fasi di sviluppo. Gli imprenditori puntano a far crescere la superficie coltivata e a organizzare con attenzione il calendario dei trapianti per soddisfare la domanda italiana. La produzione è principalmente estiva, con possibilità di soddisfare mercati più ampi se si gestiscono bene le tempistiche. La volontà è di mantenere il prodotto genuino, coltivato in modo sostenibile e legato alle caratteristiche originarie.

Aspetti tecnici della coltivazione e caratteristiche agronomiche del pomodoro buttiglieddru

Alessandro e Alessio Graci, responsabili della produzione, descrivono il pomodoro come una pianta rustica, capace di offrire un’elevata produttività. La coltivazione avviene in pieno campo, seguendo pratiche agricole integrate che non ricorrono a interventi eccessivi. Questo metodo permette di ottenere un prodotto sano e con caratteristiche organolettiche fedeli alla varietà originaria.

Fasi di coltivazione e raccolta

Le piante vengono messe a dimora in primavera, con la raccolta che si estende all’estate. La scelta tra raccolta manuale o meccanica si basa sulle dimensioni dell’appezzamento e sull’uso per trasformati o vendita diretta. La coltivazione, vista la sua diffusione locale a circa cinquanta ettari, dimostra di poter essere una realtà importante ma ancora con margini per ampliare il suo raggio d’azione.

Il quantitativo di zuccheri e la resa produttiva lo rendono un prodotto competitivo senza perdere l’identità storica. La presenza di contadini custodi che tramandano la semente è fondamentale per mantenere in vita questa varietà, evitando l’omologazione verso linee di produzione industriale.

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