Il pil della regione friuli venezia giulia prevede una crescita moderata nei prossimi due anni, spinta da consumi e servizi, ma frenata dall’incertezza globale e dal rallentamento dell’edilizia. Le imprese locali devono confrontarsi con le tensioni internazionali, in particolare con il possibile ritorno di politiche commerciali protezionistiche dagli usa, che potrebbero pesare sulle esportazioni regionali. Occupazione e investimenti mostrano segnali contrastanti in questo quadro.
Prospettive di crescita del pil regionale per il 2025-2026
Secondo dati aggiornati ad aprile elaborati dall’ufficio studi di confindustria udine, sulla base delle stime di prometeia, il pil del friuli venezia giulia dovrebbe crescere dello 0,4% nel 2025 e dello 0,7% nel 2026, in rallentamento rispetto al +0,5% stimato per il 2024. Questa decelerazione riflette soprattutto il clima di incertezza che grava sull’economia mondiale, in particolare per il possibile ritorno di donald trump alla presidenza degli stati uniti e l’introduzione di nuovi dazi. L’impatto negativo sui parametri economici regionali, secondo le stime, potrebbe tradursi in una riduzione dello 0,1-0,2 punti percentuali annui nel biennio.
Pil sotto la pressione di fattori esterni
L’andamento del pil tiene dunque conto di questo doppio fattore: da un lato, una base solida costruita negli anni precedenti; dall’altro, la pressione di fattori esterni che limitano la spinta verso una crescita più sostenuta. Non a caso, la politica commerciale internazionale resta uno dei nodi da sciogliere. Se si considera lo scenario globale complessivo, i rischi associati alle tensioni su tariffe e scambi commerciali creano un freno significativo all’espansione del prodotto interno lordo regionale.
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Dinamiche dei consumi, investimenti e edilizia nel friuli venezia giulia
I consumi delle famiglie vengono previsti in aumento per i prossimi due anni, con un +0,7% nel 2025 e un +0,8% nel 2026. Questo trend è alimentato da due fattori principali: un lieve calo dei tassi di interesse che rende il credito più accessibile e una crescita moderata dell’occupazione che sostiene il reddito disponibile. La combinazione di questi elementi dovrebbe tradursi in una certa solidità della domanda interna delle famiglie.
Al contrario, il comparto degli investimenti mostra segnali di stagnazione e poi di flessione, con un calo dello 0,9% nel 2025 e un arretramento più forte previsto per il 2026 . Tra i fattori che contribuiscono a questo andamento spicca il comparto dell’edilizia residenziale. La costruzione di abitazioni ha subito un rallentamento significativo, influenzata anche dalla volatilità del mercato immobiliare e dalle difficoltà di accesso ai finanziamenti più restrittivi in precedenza. Questo peso si ripercuote sul valore complessivo degli investimenti, che fatica a trovare nuove spinte dopo alcuni anni di crescita più solida.
Sfida dell’edilizia per la ripresa regionale
L’edilizia in particolare, ma anche altri settori produttivi collegati, dovrà affrontare la sfida di ritrovare slancio per contribuire in modo efficace alla ripresa economica regionale.
Export e valore aggiunto dei settori industriale, costruzioni e servizi
Le esportazioni rappresentano un tassello fondamentale per il friuli venezia giulia, soprattutto viste le importanti relazioni con paesi europei chiave come la germania. Dopo un crollo nel 2023, le previsioni indicano una crescita appena sopra lo 0,5% per il 2025. Per il 2026, si aspetta un’accelerazione più significativa , spinta dalla ripresa economica tedesca, principale partner regionale.
Il valore aggiunto dell’industria presenta variazioni positive nel biennio: +0,3% nel 2025 e +0,9% nel 2026. Questo risultato trae vantaggio sia dall’export in ripresa, sia da una domanda interna moderatamente espansa. L’industria continua a essere un pilastro importante per l’economia locale, anche in un contesto non facile.
Diversa la situazione per le costruzioni, che continueranno a perdere terreno secondo le previsioni . Questo rallentamento segnala problemi strutturali del settore, legati a situazioni di mercato e a dinamiche di investimento meno favorevoli. Molto più positivo, invece, il trend nel settore dei servizi, con un incremento previsto dello 0,8% nel 2025 e dell’1% nel 2026. Questo segmento beneficia di una maggiore stabilità e di una domanda interna più vitale.
Tasso di occupazione e disoccupazione nel periodo 2024-2026
Il mercato del lavoro nel friuli venezia giulia mostra segnali di espansione, anche se più moderata rispetto alla crescita degli anni precedenti. Le stime di confindustria indicano un aumento dell’occupazione pari allo 0,5% nel 2025 e allo 0,6% nel 2026, in calo rispetto al +1,5% del 2024.
Il tasso di occupazione nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni tocca livelli storici, con un 70,3% nel 2025 e un leggero ulteriore aumento al 71,1% nel 2026. Questi valori rappresentano il massimo registrato negli ultimi anni e riflettono una crescente partecipazione al lavoro della popolazione in età lavorativa.
Il tasso di disoccupazione, invece, è previsto scendere ulteriormente e portarsi al 4,3% nel 2025 e al 4% nel 2026, rispetto al 6,2% del 2019. Questo miglioramento indica che il mercato del lavoro regionale, pur tra difficoltà globali, riesce a creare opportunità sufficienti per assorbire parte della forza lavoro disponibile e contribuire alla stabilità economica.
Commenti della confindustria udine sulla situazione economica regionale
Luigino pozzo, presidente di confindustria udine, ha sottolineato la capacità delle imprese friulane di affrontare un contesto globale in cui molte incognite restano aperte. Secondo lui, “un rafforzamento delle relazioni tra europa e stati uniti per quanto riguarda i dazi commerciali potrebbe aiutare a migliorare l’atteggiamento del mercato.”
Il ruolo dell’italia all’interno dell’ue e una politica monetaria meno restrittiva della banca centrale europea, in particolare con tassi di interesse più bassi, sono indicati come segnali che potrebbero favorire condizioni più stabili per lo sviluppo. Pozzo ha evidenziato come “queste condizioni potrebbero offrire un terreno più fertile per una crescita non solo moderata, ma anche in grado di durare nel tempo.”
Le imprese sembrano dunque preparate a navigare un periodo con molte incognite, ma non prive di possibilità se i fattori esterni dovessero mantenersi su un piano di dialogo e cooperazione.