La provincia dell’aquila ha avviato un progetto destinato a cambiare radicalmente l’approccio al governo del territorio. Durante il primo incontro con i comuni sul nuovo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale , la Provincia ha annunciato un metodo che rifiuta le pratiche datate per mettere al centro nuove strategie di sviluppo. L’obiettivo è ridisegnare il modo di pianificare e gestire il territorio con modelli aggiornati alle esigenze attuali e agli standard europei.
Una proposta di governo del territorio lontana dalle vecchie logiche
Il presidente Angelo Caruso ha sottolineato la rottura netta con modelli superati. Ha spiegato che servono sistemi di pianificazione in grado di abbattere norme obsolete e di dare spazio a un modello di sviluppo adeguato ai tempi moderni. La visione proposta non si limita a investire risorse a caso ma punta a canalizzarle verso quello che conta davvero, scegliendo priorità precise e condivise. Caruso ha affermato che “la stagione dell’improvvisazione e del ‘fai da te’ è terminata:” il piano vuole esprimere un metodo rigoroso, capace di unire azioni e competenze per portare la provincia a confrontarsi alla pari con realtà europee più avanzate.
Un modello replicabile per altre zone
Questo approccio innovativo è stato pensato anche per essere un esempio replicabile in altre zone del paese. La provincia dell’Aquila si candida come laboratorio di una nuova cultura territoriale che affronta temi ambientali, sociali ed economici integrando più punti di vista.
Leggi anche:
Il ruolo dei comuni e la sinergia con il territorio
Il sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, ha evidenziato il clima positivo che ha caratterizzato l’incontro tra Provincia e Comuni. Secondo Di Pangrazio, l’avvio del piano rappresenta una fase cruciale per il territorio, perché nasce ascoltando chi vive e lavora nelle varie comunità. Questa attenzione verso gli stakeholder permette di costruire un documento finale che rispecchi problemi reali e sfide concrete.
Coinvolgimento degli esperti
Di Pangrazio ha ricordato che il Comune ha già coinvolto università, esperti di urbanistica, tecnici e settori legati a commercio e traffico, grazie all’Urban Center. L’intento è di mettere a disposizione conoscenze scientifiche ed esperienze per elaborare entro fine anno linee guida chiare e condivise con tutti i soggetti interessati.
Questo coinvolgimento diffuso serve ad evitare decisioni imposte dall’alto. Invece, punta a creare un percorso aperto, in cui ogni punto di vista può essere considerato, dalle esigenze urbane alle specificità rurali e naturali.
Analisi scientifiche e contributi per definire il piano
Il nuovo Ptcp si basa su dati rigorosi raccolti da enti scientifici di rilievo. L’ingegnere Andrea De Simone, dirigente del settore Territorio e Urbanistica della Provincia, insieme alla ricercatrice Lorena Fiorini dell’Università dell’Aquila, hanno illustrato i primi risultati delle analisi ambientali e socio-economiche. Questi studi sono stati condotti con la collaborazione dell’Università di Cagliari e del Gran Sasso Science Institute.
L’importanza del lavoro condiviso con università e centri di ricerca sta nel garantire un piano fondato su evidenze precise e aggiornate, utili per capire le dinamiche locali e le eventuali criticità. Questo consente di individuare strategie sostenibili che rispettino l’ambiente e favoriscano la coesione sociale.
Dati oggettivi per scelte sostenibili
Il contributo scientifico aiuta a calibrare scelte urbanistiche e infrastrutturali con dati oggettivi su risorse, popolazione, economia e territorio. In questo modo le decisioni non si basano su impressioni o scelte generiche ma si fondano su certezze verificabili.
Gli attori istituzionali coinvolti e il dialogo con i comuni
All’incontro hanno partecipato numerosi rappresentanti delle istituzioni locali e provinciali. Oltre a Caruso e Di Pangrazio, erano presenti il presidente Uncem Lorenzo Berardinetti, il presidente dell’Urban Center di Avezzano Emilio Cipollone, consiglieri provinciali e diversi sindaci e tecnici comunali.
Il confronto ha raccolto voci da più territori, come Pereto, Balsorano, Morino, Canistro e molte altre realtà nelle aree montane e interne. La presenza di tutti questi interlocutori ha reso evidente l’interesse a superare divisioni tra comuni e a costruire strategie condivise.
Questi scambi sono stati utili per mettere a fuoco attribuzioni, problemi e risorse di ogni territorio. Il dialogo ha riguardato sia gli aspetti più tecnici sia le possibili sinergie tra centri abitati e aree naturali.
L’obiettivo è che il piano diventi uno strumento davvero capace di coordinare competenze e azioni diverse con l’intento di migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Le amministrazioni locali, con i loro tecnici, hanno mostrato disponibilità a collaborare e a partecipare attivamente al percorso. Resta la sfida del mantenere questa collaborazione viva e produttiva anche nelle prossime fasi di elaborazione e approvazione del piano, dove si decideranno assetti e prospettive per i prossimi anni nella provincia dell’aquila.