Nella recente discussione sul tema delle vaccinazioni, il pediatra di famiglia emerge come una figura fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi ministeriali per le coperture vaccinali. In occasione del Congresso nazionale della Federazione italiana medici e pediatri in corso a Rimini, il presidente dell’associazione, Antonio D’Avino, ha sottolineato come la presenza capillare dei pediatri sul territorio nazionale li renda attori imprescindibili, in collaborazione con i centri vaccinali, nel sistema di sanità pubblica. La strategia per affrontare il calo delle vaccinazioni richiede un lavoro sinergico da parte di tutti gli stakeholder coinvolti.
Un nuovo approccio alle vaccinazioni
D’Avino ha evidenziato come sempre più pediatri vogliano integrare la somministrazione dei vaccini nella loro pratica quotidiana, sfruttando anche la collaborazione di personale infermieristico. Questa scelta rappresenta un passo importante per ottimizzare l’organizzazione degli studi pediatrici. Il presidente della Fimp ha dichiarato: “Tutti i setting possono essere utili e giusti, ma quello dello studio del pediatra di famiglia è un setting che va sicuramente implementato.”
In questo contesto, la Federazione si sta attivando in tutte le regioni italiane per collaborare con le iniziative promosse dal Ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità. D’Avino sostiene che le vaccinazioni rivestono un ruolo cruciale nella prevenzione delle malattie infettive e che il coinvolgimento diretto dei pediatri è essenziale per sensibilizzare le famiglie riguardo all’importanza delle vaccinazioni.
Il valore del counseling e dell’informazione
Un altro aspetto fondamentale per l’aumento delle coperture vaccinali, secondo D’Avino, è rappresentato dal counseling. La scarsa informazione è una delle principali cause di esitazione vaccinale. Durante le visite periodiche e i bilanci di salute, i pediatri hanno l’opportunità di informare le famiglie sull’efficacia dei vaccini. Il presidente della Fimp ha espresso il desiderio di sfruttare al massimo queste occasioni, proponendo anche l’inoculazione dei vaccini ai bambini che non risultano in regola.
L’utilizzo di un’anagrafe vaccinale regionale è considerato un passo cruciale per una gestione efficace delle vaccinazioni. Attualmente, tale sistema è presente solo in circa la metà delle regioni italiane, ma permette di monitorare in tempo reale la situazione vaccinale dei bambini. D’Avino ha affermato che, una volta implementati l’anagrafe e il fascicolo sanitario elettronico in tutte le regioni, si avrà una visione chiara e precisa sulla situazione delle vaccinazioni tra i più piccoli, facilitando l’attuazione di strategie di richiamo attivo.
Il pediatra di famiglia, punto di riferimento delle famiglie
Le famiglie italiane considerano il pediatra di famiglia un riferimento cruciale per la crescita e la salute dei propri figli. Questa affermazione è stata supportata da un sondaggio condotto dall’Università di Padova, il quale ha coinvolto più di 1500 genitori rappresentativi del territorio nazionale. I risultati hanno mostrato una preferenza per un modello organizzativo che continui a offrire un rapporto costante con il pediatra, figura già ben consolidata nella vita delle famiglie.
D’Avino ha sottolineato l’importanza che il pediatra di famiglia possa contare su informazioni istituzionali aggiornate. Troppe volte i genitori sono esposti a false notizie diffuse attraverso i social media, come la errata convinzione che il vaccino contro il morbillo possa causare autismo. Questo scenario evidenzia la necessità di una comunicazione scientifica efficace che contrasti le informazioni distorte.
Il presidente della Fimp ha espresso la sua speranza che le istituzioni investano in campagne di sensibilizzazione, utilizzando canali social con fonti autorevoli, così da favorire la diffusione di informazioni corrette e rassicuranti alle famiglie riguardo alle vaccinazioni.
Ultimo aggiornamento il 28 Settembre 2024 da Donatella Ercolano