Un sistema di dissuasori acustici e luminosi è al centro di un nuovo progetto del Parco naturale Adamello Brenta, pensato per ridurre gli attacchi di grandi predatori al bestiame nelle montagne del Trentino orientale. I ricercatori stanno monitorando l’efficacia di questi dispositivi, che emettono suoni e luci al passaggio di orsi o lupi per allontanarli. L’iniziativa coinvolge allevatori e enti locali, con test sul campo previsti per tutta l’estate 2025.
Il funzionamento dei dissuasori acustici luminosi contro i predatori
Le foto trappole collegate a dissuasori acustico luminosi hanno già immortalato le risposte dei lupi nelle malghe del territorio. Quando un predatore si avvicina, il sistema attiva una sirena e un segnale luminoso intermittente che spaventano l’animale, inducendolo a fuggire. I ricercatori presentano queste immagini come una prima conferma dell’efficacia del dispositivo.
Va detto che si tratta di un successo parziale: finora tecnologie simili erano state testate solo su singole specie. In Trentino, dove convivono sia orsi che lupi, questa è la prima volta che si prova a metterle alla prova su entrambi i grandi carnivori. Il progetto si svilupperà per tutta l’estate 2025, con attenzione anche a verificare i diversi comportamenti di ciascun predatore di fronte ai dissuasori.
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Strategie integrate per la convivenza con i grandi carnivori
Il direttore del Parco, Matteo Viviani, ha sottolineato che i dissuasori devono essere parte di un insieme di misure rivolte a proteggere animali da allevamento e persone. Le recinzioni elettrificate rappresentano già un presidio efficace contro gli attacchi, così come i cassonetti a prova di incursione da parte di animali selvatici.
L’esperienza del parco conferma che nessuna singola soluzione può garantire piena protezione. Un sistema di difesa efficace richiede una rete di strumenti e azioni messe in campo assieme da amministrazioni, enti ambientali e comunità locali. Il coordinamento tra queste figure consente di adattare le misure alle esigenze del territorio, valorizzando la sicurezza e la convivenza con la fauna selvatica.
Cooperazione tra enti locali, università e associazioni di allevatori
Il progetto ha preso avvio grazie all’unità ricerca scientifica del Parco naturale Adamello Brenta, guidata da Andrea Mustoni. I lavori procedono in collaborazione con il team del professor Marco Apollonio dell’università di Sassari e con i Servizi Faunistico e Foreste della Provincia autonoma di Trento. Partecipano anche i comuni di Massimeno e Bocenago, insieme ad associazioni locali di allevatori e cacciatori.
L’adesione di queste realtà rappresenta un elemento cruciale per la riuscita delle prove sul campo. In particolare, l’Associazione allevatori della Val Rendena, l’Associazione nazionale allevatori bovini di razza Rendena e l’Associazione cacciatori trentini sostengono il progetto e contribuiscono a mettere a disposizione i terreni dove installare i dissuasori acustico luminosi.
Prove estive nelle malghe del trentino orientale
Durante l’estate 2025, i dissuasori attiveranno suoni e luci nelle malghe individuate per le prove, ogni volta che un grande predatore si avvicinerà. Questa fase operativa è fondamentale per valutare se il sistema riesce a scoraggiare orsi e lupi nelle condizioni reali di montagna.
La raccolta dati avverrà tramite foto trappole che registreranno le reazioni dei predatori e la frequenza delle incursioni. Il risultato di queste osservazioni sarà importante per capire se proseguire con questi dispositivi e come migliorarli, aggiungendoli alle altre strategie adottate nella zona. Il territorio montano del Trentino orientale rappresenta un banco di prova significativo per metodi non invasivi di convivenza con i grandi carnivori.