il nuovo lavoro raccontato da cipputi: da fabbrica a servizi e lavori precari nella mostra di torino

il nuovo lavoro raccontato da cipputi: da fabbrica a servizi e lavori precari nella mostra di torino

La mostra “Al lavoro Cipputi!” a Torino, curata da Cosimo Torlo con Altan e Filcams Cgil, racconta il passaggio dal lavoro industriale ai servizi precari attraverso 250 immagini tra passato e presente.
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La mostra "Al lavoro Cipputi!" a Torino, curata da Cosimo Torlo con Altan, confronta il lavoro operaio tradizionale con il precario lavoro nei servizi oggi, evidenziando dignità, difficoltà e trasformazioni nel mondo del lavoro italiano. - Gaeta.it

La mostra “Al lavoro Cipputi!“, curata da Cosimo Torlo con la collaborazione di Altan, mette a confronto due mondi del lavoro lontani nel tempo e nello stile, ma legati dalla stessa ricerca di dignità. L’esposizione, organizzata dalla Filcams Cgil con il supporto di Solares Fondazione delle Arti e Radar, si svolge a Torino, città simbolo delle fabbriche e ora teatro di una forte trasformazione lavorativa che coinvolge milioni di lavoratori nel settore dei servizi. Con 250 immagini tra disegni storici e contemporanei, la mostra vuole raccontare queste nuove realtà che rappresentano la fascia più vulnerabile del mondo del lavoro in Italia.

La mostra e il passaggio dal lavoro tradizionale a nuovi mestieri nei servizi

Il progetto espositivo prende avvio dalla figura di cipputi, personaggio iconico creato da Altan che ha raccontato per anni il lavoro operaio nelle fabbriche italiane, spesso segnato da fatica, lotte e diritti da ottenere. La novità sta nel rappresentare il “nuovo cipputi“, cioè coloro che oggi si guadagnano da vivere in settori come pulizie, assistenza domestica, ristorazione e consegne a domicilio. Questi sono lavoratori che spesso svolgono attività con contratti precari e stipendi bassi, non a caso definiti “lavoro povero“, nonostante la stabilità di un impiego.

Con 250 immagini esposte, il percorso mostra accanto alle vignette e tavole storiche del cipputi originale disegni realizzati da Altan per questa nuova edizione. Il focus è sui volti e le storie di lavoratrici e lavoratori cardine nel settore servizi, come badanti, camerieri, commessi e rider, che oggi costituiscono una larga parte della forza lavoro italiana. La mostra vuole stimolare una riflessione su come il lavoro si sia spostato dalla catena di montaggio a lavori meno visibili, ma ugualmente necessari.

Torino scelta simbolica per raccontare la trasformazione

Torino non è stata scelta a caso come sede dell’esposizione. Per decenni, questa città è stata il cuore pulsante dell’industria italiana, con stabilimenti e fabbriche che hanno formato generazioni di operai e segnato la vita stessa della città. Oggi, quel modello si è trasformato profondamente e i luoghi di lavoro non sono più solo acciaierie o catene di montaggio, ma uffici, negozi, ristoranti, abitazioni private e spazi urbani dove si svolge quel lavoro di servizio che spesso sfugge allo sguardo comune.

La mostra vuole dare voce proprio a questo cambio di scena, mostrando come il tessuto sociale e lavorativo torinese stia vivendo un momento di passaggio. E lo fa partendo dalle immagini, ma anche da una narrazione collettiva che coinvolge il più grande sindacato italiano del settore servizi, la Filcams Cgil, con oltre 600 mila iscritti. Attraverso questa iniziativa, il sindacato cerca di dare visibilità alle condizioni di milioni di lavoratori che oggi non solo si occupano del funzionamento quotidiano della città, ma spesso incontrano precarietà e redditi insufficienti.

Iniziativa filcams cgil per mettere in luce il lavoro povero nei servizi

Dietro la mostra c’è un progetto sociale e politico importante. La Filcams Cgil rappresenta da sempre i dipendenti del commercio, turismo, servizi di cura e pulizia. In questi settori si concentra una parte significativa del “lavoro povero“, una realtà spesso nascosta ai più dove bambini e anziani vengono assistiti senza garanzie adeguate, o giovani impegnati in lavori con bassi salari si trovano a fatica a raggiungere le necessità più elementari.

Filcams vuole così scuotere le coscienze mostrando come la crescita di questi settori non corrisponda a una crescita delle tutele o dei diritti, bensì spesso ad un peggioramento delle condizioni. La qualità della vita di chi lavora in questi ambiti è una questione aperta in molte città italiane, Torino compresa, e queste immagini mettono davanti agli occhi il contrasto tra un lavoro stabile formalmente e le difficoltà economiche quotidiane dei lavoratori.

Dettagli dell’inaugurazione e calendario della mostra

La mostra è stata inaugurata a Torino il 20 giugno alle 18 con un talk condotto da Serena Dandini. All’incontro hanno preso parte il segretario generale della Filcams Fabriz Rio Russo e la storica Michela Ponzani. L’evento ha permesso di analizzare l’evoluzione del lavoro e di aprire un confronto pubblico sul cambiamento delle condizioni lavorative in Italia.

La mostra resta aperta fino al 6 luglio e può essere visitata tutti i giorni, offrendo un’opportunità di riflessione per chiunque voglia approfondire il tema dei lavori di servizio e delle sfide che essi comportano. Con 250 opere esposte, il pubblico può scoprire un racconto visuale del “nuovo lavoro” che sta diventando sempre più diffuso, anche in una città come Torino che ha radici profonde nel lavoro industriale.

Questa manifestazione fotografica e grafica rappresenta una parte del dibattito nazionale su lavoro, povertà e diritti, incarnato da un personaggio che da anni accompagna la storia operaia italiana e oggi riflette quella dei servizi. La scelta di agganciare passato e presente permette di cogliere molte sfumature di un mondo del lavoro in trasformazione, con volti e storie di chi si impegna ogni giorno per tenere in movimento il nostro sistema.

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