Il naufragio del bayesian a porticello: sette vittime e tre indagati per omicidio colposo

Il naufragio del bayesian a porticello: sette vittime e tre indagati per omicidio colposo

Il veliero bayesian affonda a porticello causando sette morti, tra cui l’imprenditore mike lynch; tre membri dell’equipaggio indagati per omicidio colposo e incidente mortale durante il recupero subacqueo.
Il Naufragio Del Bayesian A Po Il Naufragio Del Bayesian A Po
Il veliero Bayesian è affondato il 19 agosto 2024 a Porticello, causando sette morti, tra cui l’imprenditore Mike Lynch. Tre membri dell’equipaggio sono indagati per omicidio colposo. Le operazioni di recupero si sono complicate dopo un incidente mortale durante i lavori subacquei. - Gaeta.it

L’affondamento del veliero bayesian il 19 agosto 2024 nelle acque di porticello ha causato la morte di sette persone, tra cui il noto imprenditore britannico mike lynch. Le indagini hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di tre membri dell’equipaggio per omicidio colposo. Nel frattempo, le operazioni di recupero del relitto si sono complicate dopo un incidente mortale durante i lavori subacquei.

I fatti del naufragio e le persone coinvolte

Il 19 agosto 2024 la nave bayesian è affondata in un tratto di mare vicino a porticello, causando la morte di sette persone. Tra le vittime c’è mike lynch, imprenditore di origine britannica noto a livello internazionale. L’equipaggio comprendeva il comandante james cutfield, l’ufficiale di macchina tim parker eaton e un marinaio, matthew griffith, che in quella notte erano di guardia sulla nave. Questi tre sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo, poiché si ritiene che abbiano contribuito in qualche modo alla tragedia.

Indagini e accertamenti iniziali

Le autorità hanno avviato una serie di accertamenti per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente e capire le responsabilità. I primi rilievi indicano che le procedure di sicurezza e di navigazione potrebbero non essere state rispettate o applicate con la dovuta attenzione. La nave, un veliero di notevoli dimensioni, presentava caratteristiche particolari, tra cui un albero alto 72 metri, che ha complicato le operazioni di soccorso e recupero.

L’indagine punta anche a valutare il ruolo del comandante e dell’equipaggio, per capire se ci sono state negligenze o errori umani nel controllo della nave. Al momento non sono stati resi noti ulteriori dettagli sugli sviluppi giudiziari, ma è chiaro che la magistratura segue il caso con la massima attenzione, dato l’impatto dell’incidente e il coinvolgimento di figure pubbliche.

Il grave incidente durante le operazioni di recupero

Le operazioni di recupero del bayesian hanno subito una battuta d’arresto il 9 maggio 2025 a causa di un incidente grave. Rob Cornelis Huijben, subacqueo olandese impegnato nei lavori sul relitto, è morto in seguito a un’esplosione sotto il mare. L’incidente è avvenuto mentre si tentava di tagliare la cerniera che collegava il boma della nave all’albero centrale. Per effettuare il taglio si è utilizzata una fiamma ossidrica, che ha innescato l’esplosione di una sacca di idrogeno presente sott’acqua vicino al punto di intervento.

Conseguenze dell’incidente

La morte del sub ha portato a una revisione immediata del piano di lavoro per evitare ulteriori rischi. Le autorità hanno disposto restrizioni più rigide sull’uso di strumenti pericolosi in prossimità del relitto e hanno adottato misure di sicurezza aggiuntive. Da quel momento i lavori sono proseguiti con una certa lentezza, limitandosi all’utilizzo di robot telecomandati per le operazioni nelle aree più delicate.

Questi dispositivi permettono di intervenire a distanza senza mettere a rischio vite umane, ma il recupero rimane comunque complesso e difficile da realizzare. Il veliero, con la sua struttura imponente, presenta sfide tecniche significative, soprattutto per la profondità e le condizioni dei fondali a porticello.

Le difficoltà tecniche e le prospettive per il recupero

Il bayesian riposa ormai da mesi sul fondo del mare di porticello, con le operazioni di recupero ferme o rallentate per motivi di sicurezza. Un fattore che complica le attività è proprio l’altezza dell’albero, circa 72 metri, e la conformazione della nave, usata per la navigazione da diporto ma con apparecchiature complesse da maneggiare sott’acqua.

L’esplosione della sacca di idrogeno ha reso necessario rivedere completamente il programma dei lavori. Gli esperti hanno dovuto rinunciare al taglio manuale o l’uso di fiamme dirette e hanno progettato interventi alternativi che contano su tecnologie da remoto. I rov hanno consentito di eseguire ispezioni accurate senza rischio per i sub, ma non possono svolgere tutte le operazioni di recupero, specie quelle che richiedono precisione e interventi meccanici.

La sicurezza degli operatori è diventata prioritaria dopo l’incidente, ma questo si riflette su tempistiche più lunghe e costi maggiori. Le autorità portuali e i responsabili della gestione del relitto continuano a valutare soluzioni tecniche per procedere al disincaglio delle strutture principali.

Questo caso resta sotto osservazione per l’impatto umano, tecnico e giudiziario. Il bilancio delle vittime e la pericolosità degli interventi spostano l’attenzione su metodi diversi per gestire tragedie simili in mare aperto, soprattutto quando coinvolgono imbarcazioni di grandi dimensioni e con componenti ad alto rischio.

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