Il nabucco di stefano poda inaugura la 102a edizione dell'arena opera festival con un allestimento spettacolare a verona

Il nabucco di stefano poda inaugura la 102a edizione dell’arena opera festival con un allestimento spettacolare a verona

L’arena opera festival di verona inaugura la 102a edizione con il nabucco di Giuseppe Verdi, diretto da Pinchas Steinberg e firmato da Stefano Poda, tra scenografia innovativa, cast d’eccellenza e messaggi universali.
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L’Arena Opera Festival di Verona inaugura la 102ª edizione con un innovativo allestimento di "Nabucco" di Verdi, firmato da Stefano Poda, che unisce tecnologia, simbolismi e un cast di rilievo per un’esperienza coinvolgente e riflessiva sul presente. - Gaeta.it

L’arena opera festival di verona ha aperto la sua 102a edizione con una messa in scena del “Nabucco” di Giuseppe Verdi che ha catturato l’attenzione per un allestimento scenico radicalmente rinnovato firmato da Stefano Poda. Lo spettacolo ha trasformato l’anfiteatro in un luogo dove tradizione e innovazione si sono intrecciate creando un’esperienza visiva e sonora intensa, capace di coinvolgere il pubblico presente.

Un allestimento scenico che unisce simboli universali e tecnologia visiva

Il “Nabucco” presentato all’arena di verona si distingue per la sua scenografia immersiva e l’uso di effetti visivi innovativi. L’ambientazione sfrutta luci, immagini e installazioni monumentali per creare un linguaggio visivo inedito che intreccia elementi di estetica pop e drammaturgia lirica. Al centro della scena, due sfere rotanti rappresentano opposte energie umane come ragione e istinto, amore e odio, che si attraggono e si respingono. La presenza dominante di una clessidra gigante simboleggia il tempo e il suo scorrere inesorabile. Questi elementi visivi sono stati concepiti per evocare livelli profondi di riflessione, oltre la semplice narrazione dell’opera.

Il messaggio del regista

Il regista Poda ha spiegato come queste forze si avvicinino e si allontanino fino a sfociare in una sintesi, paragonando il fenomeno al comportamento delle particelle atomiche. “Il progetto scenico sottolinea come la tecnologia, senza un legame con dimensioni spirituali, possa condurre a situazioni distruttive.” Gli spazi dell’arena diventano così un palcoscenico per un messaggio universale che connette passato e presente.

Messaggi attuali attraverso simbolismi e coreografie di massa

Lo spettacolo introduce temi riferiti all’epoca attuale. L’opposizione tra modernità e memoria, il rischio di autodistruzione e la possibilità di rinascita, emergono attraverso simboli scenici e coreografie corali coinvolgenti. Tra le immagini più suggestive si nota una rappresentazione di un fungo atomico, carica di inquietudine ma anche di significati profondi. Questi elementi lavorano insieme per creare un’atmosfera immersiva che colpisce e induce a riflettere.

Una celebrazione corale

La messa in scena si sviluppa come un rito collettivo, nel quale centinaia di artisti – mimi, danzatori, schermidori e figuranti – contribuiscono alla narrazione. La fusione tra la musica, la danza e la scherma dona un carattere visivo e fisico all’opera, rafforzando il sentimento di un evento collettivo che attraversa il corpo e lo spirito degli spettatori.

Una direzione musicale che riporta steinberg all’arena dopo 25 anni

Nel ruolo di direttore d’orchestra, Pinchas Steinberg è tornato a verona dopo un quarto di secolo, dirigendo l’orchestra nella nuova produzione. Sotto la guida del maestro, il coro della fondazione arena, diretto da Roberto Gabbiani, ha eseguito il celebre “Va’, pensiero” con una intensità che ha fermato il tempo per il pubblico presente. Il silenzio e la commozione in platea sono seguiti da un applauso caloroso, una testimonianza della forza emotiva esercitata dalla musica in questa serata inaugurale.

La dimensione sonora si integra con la scenografia e le coreografie per raccontare l’opera non solo attraverso la parola ma anche con gesti e azioni. Ogni elemento contribuisce a rappresentare e rafforzare il messaggio universale ed esistenziale che attraversa “Nabucco“.

Un cast vocale di livello con nomi di rilievo per le repliche future

Il cast ha offerto interpretazioni di rilievo. Amartuvshin Enkhbat ha interpretato Nabucco con forza e precisione, mentre Anna Pirozzi ha delineato un’Abigaille intensa, capace di alternare tecnica e temperamento. Accanto a loro, hanno preso parte allo spettacolo Francesco Meli , Vasilisa Berzhanskaya e Roberto Tagliavini , insieme a Carlo Bosi, Gabriele Sagona e Daniela Cappiello.

Per le repliche sono attese star internazionali come Anna Netrebko, che debutterà nel ruolo di Abigaille, Luca Salsi, Maria José Siri, Aigul Akhmetshina e Simon Lim. Questi nomi arricchiscono la stagione dell’arena con voci riconosciute nel panorama lirico, puntando a mantenere l’alto profilo dell’allestimento.

Ospiti istituzionali e personalità internazionali alla serata inaugurale

La serata del 102° arena opera festival ha raccolto un pubblico di rilievo istituzionale. Tra gli ospiti presenti, Lorenzo Fontana, presidente della Camera, il ministro della Cultura Alessandro Giuli, il ministro delle Imprese Adolfo Urso, la ministra della Famiglia Eugenia Roccella, il ministro dei Rapporti con il parlamento Luca Ceriani e il sottosegretario alla Cultura Gian Marco Mazzi. Il pubblico vip ha riservato una sorpresa con la presenza dell’ex cancelliera tedesca Angela Merkel, accompagnata dal marito.

Al cocktail organizzato alla Gran Guardia, la sovrintendente della fondazione arena, Cecilia Gasdia, e il sindaco di verona, Damiano Tommasi, hanno accolto i rappresentanti di Confindustria veneta e gli invitati, consolidando un clima di partecipazione e attenzione verso la manifestazione culturale.

Il richiamo alla riflessione nella nuova produzione

Il Nabucco firmato da Poda si presenta come un’opera che oltre a omaggiare Verdi, si propone come stimolo per una riflessione più ampia sul presente. Il regista ha definito la produzione come “un invito a spegnere il cellulare e accendere l’anima,” spingendo il pubblico a guardarsi dentro in un momento di raccoglimento e consapevolezza.

Il messaggio dell’allestimento supera la semplice rappresentazione musicale perveando un senso di comunità e di ricerca interiore. La scelta di affrontare temi attuali con linguaggi artistici originali rende questa produzione uno degli appuntamenti più discussi e seguiti dell’anno culturale veronese.

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