Il museo accorsi-ometto apre al pubblico depositi con oltre 700 opere nascoste tra argenti e dipinti

Il museo accorsi-ometto apre al pubblico depositi con oltre 700 opere nascoste tra argenti e dipinti

Il museo Accorsi-Ometto di Torino apre per la prima volta dopo 25 anni i suoi depositi con oltre 700 opere tra argenteria, ceramiche, dipinti e sculture, frutto di un lungo lavoro di catalogazione.
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Il Museo Accorsi-Ometto di Torino apre il 25 maggio per la prima volta dopo 25 anni una selezione di oltre 700 opere dai suoi depositi, tra argenteria, ceramiche, dipinti e sculture, frutto di un catalogo di 2000 pezzi inediti. - Gaeta.it

Il museo accorsi-ometto di Torino apre le porte domenica 25 maggio per mostrare al pubblico un ampio nucleo di opere conservate nei suoi depositi. Per la prima volta dopo 25 anni sarà possibile visitare una selezione di più di 700 pezzi generalmente invisibili, tra argenteria, ceramiche, orologi, lampadari, dipinti e sculture. Questa iniziativa arriva dopo un lavoro di catalogazione durato cinque anni, che ha consentito di inventariare circa 2000 opere, molte delle quali mai esposte. Dal primo giugno saranno disponibili anche visite guidate prenotabili online.

La scoperta di una collezione nascosta

I depositi che si visitano per ora si trovano su due piani, ma solo il primo sarà accessibile al pubblico. Qui si trovano oltre 700 oggetti scelti tra quelli raccolti da Pietro Accorsi e Giulio Ometto: il primo li ha acquistati o ricevuti in eredità, l’altro li ha collezionati nel corso della sua vita. La collezione comprende mobili, argenti, manufatti in ceramica, orologi antichi, lampadari, dipinti e sculture. Alcuni pezzi sono già noti al museo, mentre altri rimanevano nascosti nei depositi. Grazie all’inventariazione e alla catalogazione sistematica, il patrimonio che finora si vedeva solo sulle pagine dei cataloghi ha ora uno spazio fisico di mostra.

L’organizzazione delle sale e la biografia di pietro accorsi

Il percorso espositivo nella prima parte del deposito si articola in quattro sale, organizzate per tipologia di opere. La prima sala è dedicata in particolare alla figura di Pietro Accorsi, con opere che raccontano la sua storia e la sua attività. Tra queste spiccano lavori di Ettore Sobrero degli anni settanta del secolo scorso, a ricordare che Accorsi non si occupava esclusivamente di arte antica. Questo dettaglio contribuisce a costruire un ritratto più completo di chi ha dato vita alla collezione, sottolineando anche interessi artistici più recenti.

Pezzi di arte decorativa, dipinti e sculture nei depositi

Nella seconda e terza sala si trovano numerosi oggetti esposti sulle pareti e sugli scaffali, insieme a opere di artisti come Marco Calderini con il suo “Bosco di faggi” datato intorno al 1900, e la scultura “Cavallo” di Davide Calandra del 1915. Sono presenti anche gessi di Ignazio e Filippo Collino risalenti al 1790 circa, tra cui “La città che riceve dalla fama i simboli della pace e del commercio”. Trova spazio pure una raccolta di acquerelli commissionati dal Comune di Torino come dono ai Duchi d’Aosta in occasione della nascita del loro secondogenito tra il 1869 e il 1870. La varietà delle opere riflette la ricchezza storica e artistica che si cela dietro ogni angolo dei depositi.

La sala dedicata ai sette sacramenti e l’arte decorativa piemontese

Nell’ultima sala il percorso si concentra sulla serie dei sette sacramenti realizzata da Pierre Charles Trémolières attorno al 1733. Accanto ci sono pezzi di arte decorativa, tra cui la poltrona chiamata “a confessionale” proveniente dalla residenza dei Conti Bogino e datata metà XVIII secolo. Sono esposti pure una coppia di portavasi a forma di “selvaggi” di origine veneziana e sgabelli piemontesi di inizio ‘700. Questi oggetti completano il quadro della collezione, dando visibilità ad arredi e decori di pregio che arricchiscono la storia culturale torinese. La mostra rappresenta un’occasione rara di avvicinarsi a questi beni, custoditi finora lontano dallo sguardo del pubblico.

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