Il ministro dell’Impresa e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha espresso una critica netta sul green deal europeo durante un convegno a Fabriano, mettendo in discussione le strategie ambientali concepite in un contesto completamente diverso da quello attuale. Urso ha sottolineato l’urgenza di aggiornare le politiche energetiche per rispondere alle nuove crisi internazionali, come la guerra e le sanzioni economiche, e ha indicato alcune direttrici essenziali per garantire l’autonomia energetica del continente.
L’origine del green deal e il contesto mutato
Il green deal europeo è nato in un’epoca senza conflitti militari diretti, sanzioni economiche e dazi commerciali stringenti. Questo contesto ha permesso di strutturare un piano volto alla transizione ecologica basato su tecnologie e forniture internazionali accessibili. Adolfo Urso ha evidenziato come, oggi, insistere sulla stessa strategia senza considerare le tensioni globali e i cambiamenti sul piano energetico rischi di diventare controproducente, addirittura “diabolico”. Questo significa che mantenere una dipendenza eccessiva da fornitori esterni per materie prime e tecnologie green espone l’Unione europea a rischi rilevanti.
L’emergere di crisi come la guerra e le relative sanzioni ha complicato le relazioni commerciali con alcuni paesi chiave, in particolare per l’approvvigionamento di materiali necessari alla produzione di batterie e altre tecnologie per la mobilità elettrica. Il ministro ha messo in guardia contro il passaggio da una dipendenza da fonti fossili russe a una dipendenza simile per prodotti green, forniti da altri Paesi.
Leggi anche:
La sfida dell’autonomia strategica europea
Urso ha posto l’attenzione sull’autonomia strategica dell’Europa come obiettivo imprescindibile nella gestione delle risorse energetiche e tecnologiche. Ha richiamato la necessità di non limitarsi esclusivamente alla mobilità elettrica, ma di adottare una neutralità tecnologica che accolga varie fonti energetiche e soluzioni, come biocarburanti, idrogeno e altre alternative.
Questo approccio più ampio permetterebbe di evitare colli di bottiglia nell’approvvigionamento e distribuzione delle risorse tecnologiche vitali per la crescita sostenibile. In questo quadro, l’Europa dovrebbe costruire una catena di produzione più autonoma e meno dipendente da nazioni extraeuropee.
Urso ha quindi sottolineato che il rafforzamento delle filiere industriali europee va di pari passo con la capacità di accogliere diverse modalità produttive e di ridurre la vulnerabilità energetica.
La nuova strategia energetica e il ruolo del nucleare in italia
Nel discorso fatto a Fabriano, il ministro Urso ha voluto evidenziare come l’autonomia energetica passi anche attraverso il contributo del nucleare. Ha ricordato che in Italia è stata appena costituita una società pubblica dedicata alla realizzazione di reattori nucleari di terza generazione avanzata. Questa decisione segna una svolta importante nelle politiche energetiche italiane, che si adeguano al cambiamento di scenario globale.
Il nucleare rappresenta per Urso una risorsa fondamentale da inserire nel mix energetico, che non può limitarsi a fonti rinnovabili intermittenti come il solare e l’eolico. L’integrazione di reattori nucleari avanzati garantirebbe una produzione costante di energia, contribuendo all’indipendenza e alla sicurezza dell’approvvigionamento.
La costituzione della società pubblica indica l’intenzione del governo italiano di riprendere un ruolo attivo e diretto nella gestione delle infrastrutture energetiche future, riducendo la dipendenza da mercati esterni.
Il sostegno ai progetti locali di mobilità elettrica
Durante l’intervento, Urso ha anche sottolineato l’importanza di progetti innovativi che si muovono nel campo della sostenibilità e della mobilità elettrica. Ha citato l’iniziativa di Mole Urbana, presentata durante il convegno “La creatività come base del cambiamento”, che prevede lo sviluppo di auto e mini car elettriche per la mobilità urbana.
Questo progetto riflette un modello in cui la competitività industriale si lega a una risposta concreta alle esigenze ambientali e di mobilità sostenibile. Il ministro ha confermato l’impegno del governo nel sostenere queste iniziative, viste come un modo per consolidare produzioni locali capaci di integrarsi con le nuove politiche energetiche.
L’attenzione verso questo tipo di innovazione è coerente con le esigenze di autonomia strategica e con la promozione di tecnologie che inquinano meno, migliorando la qualità della vita nelle città e contribuendo a una nuova economia circolare.
Fabriano, 2025 – la discussione del ministro Urso sul green deal evidenzia come le politiche ambientali europee dovranno adattarsi al mutato scenario geopolitico ed energetico. Gli interventi indicano una volontà di rivedere gli orientamenti, considerando tutte le alternative energetiche e sostenendo progetti che nascono dal territorio per una mobilità più sostenibile.