Il ministro crosetto: la nato deve evolversi e dialogare con il sud del mondo per garantire la pace

Il ministro crosetto: la nato deve evolversi e dialogare con il sud del mondo per garantire la pace

Il ministro Guido Crosetto invita la Nato a rinnovare la strategia globale, puntando su tecnologia, cooperazione con il sud del mondo e rafforzamento della coesione sociale per garantire sicurezza e stabilità.
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Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha sottolineato la necessità di aggiornare la strategia della NATO per affrontare le nuove sfide geopolitiche, tecnologiche e sociali, evidenziando il ruolo cruciale dell’Europa nel nuovo ordine mondiale digitale. - Gaeta.it

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha indicato la necessità di un cambiamento nella strategia della Nato, sottolineando che il mondo è mutato e l’alleanza deve aggiornare il proprio approccio per mantenere la sicurezza globale. Dal contesto di un convegno universitario a Padova, emergono riflessioni sul ruolo dell’Europa, la sfida del Digital Order e l’importanza di integrare il sud del mondo nel dialogo sulla difesa.

Il cambiamento globale e la sfida per la nato

Nel suo intervento all’Università degli Studi di Padova, Guido Crosetto ha richiamato l’attenzione su come il mondo abbia subito trasformazioni profonde negli ultimi decenni, e che molte realtà politiche e istituzionali non abbiano ancora assorbito pienamente queste novità. Secondo il ministro, la Nato deve uscire dalla sua tradizionale visione eurocentrica e avviare rapporti più stretti con il sud del mondo, ovvero con quelle realtà geografiche ed economiche che stanno rapidamente modificando il panorama internazionale.

Una nuova visione geopolitica

Crosetto ha evidenziato il passaggio dal dominio dei valori condivisi da grandi democrazie, che una volta segnavano il progresso sociale e politico, a una realtà dominata da grandi potenze che lanciano la loro influenza soprattutto tramite il potere economico. Questa transizione, sostiene, è avvenuta in maniera quasi inosservata nella percezione pubblica e istituzionale. L’esercizio della sovranità e il mantenimento della sicurezza internazionale, dice, si devono oggi fondare anche sulla capacità di leggere e presidiare questo mutato ordine globale.

Il ministro ricorda inoltre un impegno fondamentale: proteggere le conquiste del diritto internazionale, risultato di secoli di sviluppo civile e giuridico. Queste norme devono rappresentare un pilastro saldo anche in un contesto dove le relazioni di forza tendono a spostarsi verso altre logiche di potere.

Sicurezza significa anticipare l’impensabile e preservare coesione sociale

Crosetto associa alla difesa un’idea di sicurezza che va oltre la semplice protezione militare o politica. Ha invitato a considerare la sicurezza come un processo quotidiano, che richiede di pensare anche all’impensabile, cioè a scenari ritenuti improbabili ma possibili, da affrontare con coraggio e preparazione.

La responsabilità di garantire stabilità non è solo degli apparati militari, ma coinvolge tutta la società. In questo senso, la coesione sociale diventa un elemento chiave. Fiducia nelle istituzioni e una leadership capace di guardare oltre l’orizzonte immediato sono condizioni imprescindibili per mantenere ordine e sicurezza interna.

Nel discorso del ministro emerge quindi un concetto ampio di difesa, che include l’equilibrio sociale e il benessere collettivo. Senza questi elementi, la sicurezza rischia di essere fragile, esposta a tensioni e conflitti, interni ed esterni. Proprio per questa ragione, la difesa nazionale non può essere disgiunta dal sostegno ai valori civili e dai meccanismi democratici consolidati.

La tecnologia e il nuovo ordine mondiale

Uno dei temi più centrali dell’intervento riguarda la trasformazione del potere nelle forme tecnologiche contemporanee. Crosetto individua nel controllo delle risorse strategiche e nelle catene di approvvigionamento un fattore decisivo per la sicurezza, sottolineando come la nuova geopolitica sia dominata dal Digital Order.

Questo concetto descrive un mondo in cui la supremazia passa attraverso la padronanza delle tecnologie digitali avanzate, dai big data all’intelligenza artificiale fino al quantum computing. Chi orienta l’innovazione tecnologica acquisisce margini di potere capaci di incidere su equilibri globali, modelli di sviluppo economico e persino sulla nozione di sovranità nazionale.

Crosetto richiama l’attenzione su un’Europa che in questa partita non può restare passiva. Tra visione politica, volontà e investimenti concreti in ricerca e sviluppo, l’Unione Europea dovrà trovare le risorse e le strategie necessarie per non rimanere esclusa da questi meccanismi di potere. Solo così la sicurezza europea potrà difendere il suo patrimonio culturale, le idee e i valori di riferimento.

Tecnologia come leva di potere

Nuove minacce e la preparazione delle risorse umane

Con l’emergere di tecnologie avanzate e minacce inedite, cambia anche la natura degli attacchi e delle forme di conflitto. L’intelligenza artificiale e i sistemi quantistici non sono solo strumenti capaci di rivoluzionare l’economia e la scienza, ma si trasformano anche in leve di potere con impatti militari e strategici.

Crosetto sottolinea che per conservare la propria sicurezza, l’Europa necessita di persone formate, capaci di gestire queste tecnologie e le sfide ad esse collegate. Questo significa puntare su formazione tecnica, risorse materiali e programmazione strategica a lungo termine.

Proteggere valori, cultura e identità diventa oggi un compito che si intreccia con la difesa nazionale. Non basta difendere confini o accordi militari; serve un approccio che metta al centro la capacità di affrontare sfide tecnologiche e politiche nuove, che cambiano la fisionomia del potere nel XXI secolo.

L’intervento di Guido Crosetto apre un dibattito ampio sulla strategia europea e internazionale, spingendo a riconsiderare strumenti, alleanze e priorità di un mondo in trasformazione.

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