La questione del nuovo statuto di autonomia del Trentino Alto Adige torna al centro del dibattito politico. Roberto Calderoli, ministro agli affari regionali e alle autonomie, ha espresso ottimismo riguardo all’iter legislativo che dovrebbe portare all’approvazione della norma prima della fine della legislatura. Le dichiarazioni sono state rese note durante un incontro a Trento, all’hotel Accademia, e offrono una chiave di lettura importante sull’evoluzione del rapporto tra Stato e province autonome, affrontando anche temi caldi come le competenze regionali e la recente legittimità dell’eventuale terzo mandato per il presidente della Provincia di Trento.
Un iter complesso ma con margini di successo per il nuovo statuto
Al centro del discorso di Calderoli c’è un iter legislativo definito e articolato, necessario per una norma di questa portata. Lo statuto speciale del Trentino Alto Adige non può essere modificato con la rapidità o la semplicità di una legge ordinaria. Il ministro ha spiegato che l’iter è complicato proprio perché si tratta di un testo costituzionale che necessita di maggiori passaggi di verifica e accordi politici, ma che lo scenario appare favorevole per una conclusione positiva.
Il riferimento è concreto: entro la fine della legislatura attuale, prevista per il 2026, si può ragionevolmente attendere che il nuovo statuto diventi legge dello Stato. Calderoli parla di presupposti validi e di un percorso “abbastanza definito”, confermando che le discussioni non solo sono in corso, ma si stanno sviluppando in ambiente politico che spinge verso una soluzione condivisa. Il ministro sottolinea l’importanza del consenso tra le parti, perché senza una convergenza ampia, modificare uno statuto che incide profondamente sull’autonomia delle province autonome risulterebbe impossibile.
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Questa prospettiva coinvolge più attori, dai governi locali fino alle istituzioni nazionali, e si fonda su un lavoro legislativo e negoziale che, come ricorda lo stesso Calderoli, si contrappone alle norme ordinarie. Il fatto che il processo sia avviato e credibile rappresenta un fatto rilevante per il futuro del Trentino Alto Adige, regione che vive da decenni una condizione particolare rispetto al resto dell’Italia.
Competenze e autonomia: la linea del governo dopo l’intervento della corte costituzionale
Calderoli ha affrontato anche la questione delicata delle competenze delle province autonome di Trento e Bolzano. Nel corso degli anni, la giurisprudenza della Corte Costituzionale ha imposto limiti all’autonomia concessa, togliendo spazi che erano stati inizialmente previsti dallo statuto. Il ministro ha chiarito che, in quel frangente, nessuna competenza è stata formalmente tolta dal governo, ma la sentenza della corte ha “di fatto sottratto un margine di autonomia”.
L’intervento dell’esecutivo appare quindi come una reazione diretta a questo scenario. Secondo Calderoli, si è lavorato per recuperare quegli spazi di prerogativa regionale che erano stati erosi, in particolare a Bolzano. Il risultato, nelle sue parole, è stato il raggiungimento di un “giusto equilibrio tra tutte le componenti linguistiche” nell’ambito della gestione delle competenze.
Trento, invece, non sembra aver visto modifiche significative rispetto alla portata della propria autonomia. Calderoli ritiene che la revisione e il rafforzamento riguardino soprattutto Bolzano, una provincia con dinamiche linguistiche e culturali più complesse, che richiedono un’attenzione specifica. Questo intervento, così, non solo recupera libertà nei confini regolamentari, ma si pone anche come un ritorno a un’idea di autonomia più solida e bilanciata rispetto alle questioni sociali della regione.
La questione del terzo mandato in trentino: tempi e scenari ipotizzati
Un punto che ha ricevuto particolare attenzione riguarda la legge sul terzo mandato per il presidente della Provincia di Trento. Calderoli ha fatto riferimento ai tempi di possibile impugnativa della norma, specificando che la deadline è fissata al 18 maggio 2025. Resta da vedere quale sarà la decisione formale: nei prossimi giorni si capirà dalla Corte Costituzionale o da eventuali ricorsi quali saranno gli sviluppi.
Il ministro ha espresso una posizione giuridica netta, riferendosi a un’analisi approfondita che suggerisce come l’impugnativa “non ci stia” sul piano del diritto. Tuttavia, ha lasciato aperta la porta alle scelte politiche, che possono deviare dai soli aspetti tecnici. La sua opinione personale, anch’essa dichiarata, si concentra più su un giudizio complessivo del limite al numero di mandati per i presidenti nelle province autonome e regioni a statuto ordinario.
Calderoli ha spiegato di non condividere la previsione di un numero massimo dei mandati nei ruoli politici locali, citando la propria esperienza parlamentare e ministeriale come esempio di una carriera costruita sulla fiducia popolare piuttosto che su vincoli legali rigidi. Tale posizione è un elemento che può influenzare l’interpretazione futura di questa specifica legge, puntando a una riflessione sui criteri adottati per i mandati degli eletti.
Le prossime settimane saranno decisive per la definizione del quadro normativo e politico in Trentino, con potenziali ripercussioni sulle modalità di governo e sulla percezione del ruolo autonomo nella regione.
Punti salienti dell’incontro con il ministro roberto calderoli a trento
Le dichiarazioni del ministro Roberto Calderoli, raccolte a Trento, fanno emergere diversi elementi sul futuro del Trentino Alto Adige. Tra iter normativi, competenze e limiti ai mandati, la questione dell’autonomia rimane centrale nello scenario politico. Il 2025 si presenta così come un anno chiave per la definizione di nuove regole che influenzeranno l’assetto istituzionale e amministrativo di una delle regioni più particolari d’Italia.